Ricorso al Tar per ottenere l'immediata sospensiva dell'ordinanza del presidente ff della Regione Nino Spirlì con la quale si dispone che i rifiuti della Calabria, fino al 30 settembre, vengano smaltiti nella discarica privata Sovreco a Crotone. E nel caso in cui il Tar non dovesse concedere la sospensiva i primi cittadini sono pronti a dimettersi. È quanto ha deciso l'assemblea dei sindaci dell'Ato Crotone riunitasi all'ingresso della discarica di località Columbra dove da ieri è in corso un presidio per impedire che i camion con la spazzatura proveniente dalle cinque province calabresi - complessivamente 600 tonnellate al giorno - facciano ingresso nell'impianto. Alla riunione erano presenti 15 sindaci in rappresentanza dei comuni più popolosi del crotonese, che si sono trovati d'accordo sulla linea della resistenza a oltranza. L'ordinanza di Spirlì è stata contestata sia nella forma che nella sostanza. L'Ato di Crotone, infatti, aveva raggiunto un accordo per smaltire i rifiuti della provincia nei siti di Lamezia Terme e Gioia Tauro, che, a detta dei sindaci, è stato disatteso ed anzi ribaltato dall'ordinanza. Non solo. Lo smaltimento nella discarica privata costerà ai crotonesi 180 euro a tonnellata mentre a Lamezia e Gioia Tauro il costo si aggirava sui 90 euro. Inoltre, i 27 comuni del crotonese potranno conferire alla discarica di Columbra solo 15 tonnellate delle 180 prodotte dal momento che i quantitativi maggiori, 450 tonnellate, sono stati assegnati alla provincia di Cosenza.
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