Lavoratori sfruttati nei supermercati Paoletti nel Soveratese: 5 condanne e 1 assoluzione (I NOMI)

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images Lavoratori sfruttati nei supermercati Paoletti nel Soveratese: 5 condanne e 1 assoluzione (I NOMI)


  17 novembre 2025 17:55

di STEFANIA PAPALEO

Seppur con pene ridotte rispetto a quelle sollecitate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ha tenuto davanti al gup Mario Santoemma l'impianto accusatorio che ruota intorno alla figura di Paolo Paoletti, presunto deus ex machina di una presunta associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ai danni dei lavoratori di cinque supermercati traslocati tra Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro.

In particolare, il giudice si è pronunciato così sulla posizione dei sei imputati provessati con rito abbreviato condannando l'imprenditore Paolo Paoletti a 7 anni, 9 mesi, 10 giorni e 4.733 di multa (il pm in aula aveva chiesto 14 anni, 4 mesi e 4mila euro di multa, alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per la durata della pena, con la confisca del compendio aziendale), il sindacalista Vito Doria  a 1 anno e 4 mesi pena sospesa (2 anni di reclusione), Vittorio Fusto a 2 anni, 10 mesi di reclusione e 3.800 di multa (7 anni, 11 mesi, 3 giorni e 1.500 euro di multa); Tiziana Nisticò a 3 anni, 2 mesi, 26 giorni e 1.067 euro di multa e all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni (4 anni, 11 mesi, 20 giorni e 1.200 euro di multa), Anna Valentino a 4 anni, 11 mesi,16 giorni e 2.733 di multa e all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni  (9 anni, 2 mesi e 2mila euro di multa). Assolto "perché il fatto non costituisce reato" Rosario Paoletti Martinez, per il quale il pm in aula aveva chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione.

Gli imputati sono stati inoltre condannati a risarcire le parti civili: Cgil, Filcams Cgil Calabria, Filcams Cgil nazionale e 47 lavoratori, rappresentati in aula dagli avvocati Francesco Mancuso, Vittorio Ranieri, Lucrezia Staiano, Giuseppe Mussari, Angelo Montoro, Salvatore Giunone, Paolo Carnuccio, Alice Piperissa, Livio Muscatiello, Vincenzo Larocca.

Si mette così un primo punto fermo nella vicenda giudiziaria portata avanti dal sostituto procuratore Saverio Sapia, che, lo scorso 29 ottobre 2024, aveva anche chiesto e ottenuto il sequestro preventivo per le società Food & More Srl e Paoletti Spa.  Era seguita la richiesta di rito abbreviato da parte degli attali 6 imputati, tra cui il sibdacalista Vito Doria che, secondo l’accusa, nella sua veste di conciliatore sindacale della Uila di Soverato e consapevole delle condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti i lavoratori, "avrebbe sottoscritto gli accordi transattivi “tombali” relativi alle posizioni dei lavoratori", che avrebbero rinunciato così "al riconoscimento delle loro legittime pretese in cambio di somme transattive irrisorie".

Altri 4 imputati hanno scelto di procedere con il rito ordinario che vedrà comparire in aula Antonio Citriniti, 52 anni, di Catanzaro, Paolo Giordano, 53 anni, di Catanzaro, Maria Teresa Panariello, 49 anni, di Avellino e Giorgio Rizzuto, 38 anni, residente a Catanzaro. Per loro il pubblico ministero ha già ottenuto il rinvio a giudizio, con fissazione di inizio del processo al prossimo 10 giugno.

 

A portare avanti le indagini erano stati i militari del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Catanzaro, la cui complessa attività investigativa (che si è articolata in attività di intercettazione e di perquisizioni) aveva consentito di delineare la gravità indiziaria circa la sussistenza della presunta associazione per delinquere e di plurimi episodi di sfruttamento del lavoro, estorsivi e di falsità ideologica del privato in atto pubblico.

Sulla base degli elementi acquisiti, era emerso che alcuni componenti della presunta associazione a delinquere, sotto le direttive del titolare delle imprese ed approfittando della condizione di necessità e vulnerabilità derivante da precarietà economica, avrebbero imposto condizioni di lavoro degradanti e pericolose sul luogo di lavoro ad oltre 60 dipendenti, violando sistematicamente la normativa sull’orario di lavoro, corrispondendo una retribuzione palesemente inadeguata o comunque insufficiente rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto (4,00 euro all’ora, a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana) o sottraendo parte della retribuzione (con restituzione in contanti), limitando il godimento dei giorni di riposo settimanale e delle ferie annuali, garantiti dalla legge, con fruizione di sole due settimane di ferie all’anno, costringendo i lavoratori ad operare in ambienti che non rispettavano le norme di sicurezza ed a falsificare la natura dell’infortunio, non dichiarando gli infortuni sul lavoro come tali, ma indicandoli come incidente domestico, impedendo così di ottenere le necessarie tutele previdenziali e risarcitorie previste dalla legge.

Il tutto con la presunta compiacenza della consulente del lavoro e della responsabile amministrativa dell'Azienda, che avrebbero avuto il compito, rispettivamente, di redigere contratti di lavoro apparentemente part-time, false buste paga non riportanti le reali ore lavorate e di occuparsi della gestione contabile delle attività, collaborando nella redazione dei contratti di lavoro, mentre i responsabili dei punti vendita erano delegati al controllo dei dipendenti, cui avrebbero richiesto l’effettuazione di turni massacranti negando la possibilità di usufruire di parte delle ferie cui avevano diritto e, in occasione della verificazione di infortuni sul lavoro, accompagnando i lavoratori in ospedale per costringerli a rendere dichiarazioni false in merito alla dinamica dell’incidente.

Tutto questo, ovviamente, secondo il costrutto accusatorio che ha superato il vaglio del gup, contro la cui sentenza potranno valutare di ricorrere in Appello gli imputati con i rispettivi avvocati difensori, dopo aver letto le motivazione che sraanno depositate nelle prossime settimane.


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