Lavoro, quando i Piani di sviluppo evitano la fuga dei cervelli

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Bilancio del Piano per il lavoro Marco Polo
  01 agosto 2019 13:16

di ANTONELLA SCALZI

Piano locale per il lavoro “Marco Polo”,  è tempo di bilanci. Primo agosto di lavoro, dunque, per l’assessore alle Attività economiche, Alessio Sculco, sfruttato anche per illustrare i dettagli del primo report realizzato in Italia con i dati forniti da Invitalia sulla misura “Resto al Sud”. Tutto partì nell’estate dallo scorso anno da quel workshop marketing “Marco Polo”, un corso che si è svolto per step e che ha portato alla creazione dello sportello informativo per le imprese non soltanto nel Comune di Catanzaro che è capofila e che punta a non lasciarsi sfuggire alcuna misura, ma anche in quelli di Carlopoli e Borgia. Quattordici, in tutto, i comuni coinvolti. D’altronde, la finanza agevolata può esserlo strumento giusto per vincere la sfida del fare impresa. E io “Resto al Sud” è una misura nazionale che va proprio in questa direzione. Sullo sfondo le eccellenze da lanciare per tenerle al Sud ed evitare che vadano all’estero. Il progetto, illustrato dall’assessore Sculco e dal dirigente comunale del settore Attività economiche, Antonino Ferraiolo, puntava al sostegno dei territori e dei ragazzi e il bilancio sembra certificare che l’obiettivo è stato raggiunto attraverso un’attività di crescita, formazione e confronto.

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Partner del progetto anche Confindustria. Nove mesi febbrili conclusi con un vantaggio economico per chi viene assunto e per chi assume, ma anche per chi ha scelto di cedere all’ebbrezza dar vita a un’azienda tutta sua. E per Sculco si tratta di «risultati soddisfacenti nonostante si potesse fare di più». Soddisfazione ponderata, dunque, ma la punta di orgoglio si è registrato con l’intervento Enrico Mazza, presidente del Consiglio d’amministrazione Digital@b M.I.A. Fondi pari a un miliardo e duecentocinquantamila euro e partner che hanno reso possibile realizzare un report completo che riguarda tutte le otto regioni del Sud e che rende possibile un approccio più snello a una misura, “Resto al Sud” appunto, che può fare davvero la differenza.  Sì, perché il vero obiettivo della misura era e resta creare lavoro per giovani eccellenze da non far scappare all’estero.

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Manifattura, artigianato, turismo e costruzioni hanno la fetta più grossa di una torta importante che sembra essere tinta d’azzurro. Uomini più attivi delle donne almeno per ciò che concerne la presentazione delle domande perché poi per il 60 per cento dei proponenti il sogno si interrompe prima di nascere. Da qui l’idea del report che vuole sbarrare la strada agli errori che possono essere evitati, ma che troppo spesso causano l'interruzione dell’iter. E poi c’è la partita del colloquio con Invitalia. Ecco perché la conferenza stampa di oggi è stata infarcita di tecnicismi e numeri utili a districarsi tra i meandri di una misura tecnica che sembra non lasciare nulla al caso. In Calabria, dunque, non ci sono soltanto i Por. Piani locali per il lavoro, misure nazionali e altro per provare ad allontanare lo spettro di una politica lontana dai cittadini che non sostiene i giovani, le loro competenze e i loro sogni. 

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E Caterina Fanello e una di quelle ragazze rimasta in Calabria perché supportata dallo Stato. Sognava di fare innovazione e c'è riuscita. Come lei altri giovani che adesso sono volti e nomi da portare ad esempio di una politica che ha dimostrato che le sfide lavorative si possono vincere anche al Sud. 

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