di RITA TULELLI
Negli ultimi anni, il fenomeno del consumo di alcol tra i minori ha raggiunto livelli preoccupanti in Italia, mettendo in luce una grave emergenza sociale. Secondo recenti dati dell'Istituto Superiore di Sanità, sempre più giovani tra i 13 e i 17 anni fanno uso regolare di bevande alcoliche, spesso in contesti di socializzazione come feste o incontri con amici. La facilità di accesso all’alcol, unita a una cultura che in molti casi sottovaluta i rischi legati al suo consumo, contribuisce a rendere questo problema sempre più diffuso.
Uno dei fattori chiave dietro l'aumento del consumo di alcol tra i giovanissimi è la forte pressione sociale che li spinge a conformarsi alle abitudini del gruppo. Bere è visto, da molti adolescenti, come un rito di passaggio verso l'età adulta, un modo per sentirsi parte di un gruppo e dimostrare indipendenza. La normalizzazione dell’alcol, spesso alimentata dai media e dalla pubblicità, favorisce una percezione distorta dei suoi rischi, portando i giovani a considerare il bere come un’attività innocua.
"Il problema è che l’alcol viene spesso banalizzato nella società italiana," le famiglie stesse, in alcuni casi, non sono consapevoli del pericolo. Si permette ai ragazzi di sorseggiare vino o birra in occasioni speciali, ma questo può far perdere loro il rispetto per le conseguenze legate al consumo.
Gli effetti dell'alcol su un organismo ancora in fase di sviluppo sono particolarmente gravi. Oltre a interferire con lo sviluppo del cervello e delle capacità cognitive, il consumo di alcol nei giovani aumenta il rischio di sviluppare dipendenze a lungo termine e comportamenti a rischio, come guida in stato di ebbrezza, aggressività o coinvolgimento in incidenti. A livello fisico, può provocare danni al fegato, al sistema nervoso e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
In Italia, la legge vieta la vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni. Tuttavia, la sua applicazione è spesso inefficace. Molti bar, ristoranti e supermercati non chiedono la carta d'identità ai clienti più giovani, e non mancano situazioni in cui sono gli stessi adulti a fornire alcol ai ragazzi durante eventi familiari o feste private.
Le sanzioni previste per chi vende alcol ai minori possono arrivare fino alla chiusura dell'esercizio commerciale e a multe molto salate, ma la prevenzione resta uno strumento più efficace della punizione. Le scuole, le famiglie e le istituzioni devono lavorare insieme per educare i giovani sui pericoli legati al consumo di alcol. Campagne di sensibilizzazione e programmi di prevenzione nelle scuole, come già avviene in altri paesi europei, potrebbero contribuire a creare una maggiore consapevolezza sui rischi.
Per contrastare il fenomeno dell'alcol tra i minori, è essenziale agire su più fronti. Da un lato, è necessario rafforzare i controlli sui luoghi di vendita e consumo di alcol, dall'altro bisogna intervenire a livello educativo, promuovendo una cultura del bere responsabile e spiegando ai giovani le conseguenze del consumo precoce. Le famiglie, in particolare, giocano un ruolo cruciale: incoraggiare il dialogo e l'informazione può aiutare i ragazzi a fare scelte consapevoli.
Infine, il ruolo delle istituzioni è fondamentale. Solo attraverso campagne di sensibilizzazione a lungo termine e un’applicazione rigorosa delle normative vigenti sarà possibile arginare questa pericolosa tendenza. Il futuro dei nostri giovani dipende anche dalla capacità della società di proteggerli da comportamenti a rischio, come il consumo precoce di alcol.
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