di CARLO SALVO*
Gli Italiani, alle prese con il problema del “coronavirus”, non hanno dato l’opportuno peso all’azione posta in essere dall’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, azione volta a delegittimare il ruolo del parlamento nella sua funzione politico - legislativa ed a violare l’intero contenuto della Carta Costituzionale. Non era certo prevedibile che il sistema democratico - costituzionale Italiano potesse, per mano di un Presidente del Consiglio non eletto dal popolo, trasformarsi in maniera silente in una sorta di “sistema dittatoriale” la cui responsabilità primaria è da attribuirsi all’intera classe politica senza distinzione alcuna tra rappresentanti di maggioranza e di minoranza che nulla ha fatto di concreto per ostacolare l’azione di Conte ai danni degli italiani. Invero, in maniera del tutto arbitraria il Presidente Conte ha varato, una seria di provvedimenti (DPCM) illegittimi che hanno minato non solo la libertà individuale del cittadino, attraverso l’obbligo alla reclusione domiciliare, quanto anche l’intero sistema economico della nazione, distrutto proprio a causa delle restrizioni operate con illegittimi provvedimenti.
Dal punto di vista prettamente giuridico è necessario evidenziare che l’articolo 16 della Costituzione prevede che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. La Carta Costituzionale garantisce la libertà dell’individuo e prevede che laddove è opportuno operare delle limitazioni, queste vanno stabilite solo ed esclusivamente con leggi, mai con decreti del presidente del Consiglio. Nei casi di estrema urgenza, il governo collegialmente può tuttalpiù adottare decreti legge che a sua volta devono essere firmati dal Presidente della Repubblica e convertiti in legge dal Parlamento. Si comprende bene come la democrazia è ben garantita dalla Costituzione che affida il compito di legiferare al Parlamento che attraverso le varie anime politiche - partitiche arginano la possibilità di concentrare le decisioni fondamentali in capo ad un solo soggetto.
In questo particolare momento storico vi è stato un vero e proprio attentato alla democrazia da parte del Presidente del Consiglio, attraverso l’imposizione di provvedimenti restrittivi alla libertà personale dell’individuo, in assenza di una legge e quindi in violazione della Costituzione Italiana. Ciò perché il DPCM è un atto amministrativo, non ha forza di legge e ha carattere di fonte normativa secondaria, inoltre non è soggetto ad alcuna conversione da parte del Parlamento ed e’ sottratto al vaglio della Consulta nelle questioni di legittimità costituzionali. Non vi è quindi una vera e propria ragione, se non quella di voler imporre una stato dittatoriale, sul mancato ricorso ai decreti - legge che lo stesso Governo avrebbe potuto adottare essendo questo un caso di necessità ed urgenza.
I decreti legge che entrano in vigore il giorno stesso della pubblicazione nella gazzetta ufficiale, immediatamente dopo la sua emanazione, avrebbero garantito la democrazia non solo per il vaglio da parte del Presidente della Repubblica, quanto anche per la conversione in legge entro 60 giorni da parte del Parlamento.
Si comprende bene, quindi, come il Presidente del consiglio Conte ha agito in assenza di un vero e proprio dibattito parlamentare e quindi in autonomia decisionale, atto questo che detta enormi preoccupazioni sulla tenuta democratica del sistema parlamentare, composto purtroppo da una moltitudine di rappresentanti politici di basso profilo e di scadente preparazione culturale, soggetti candidati in forza di accordi affaristici senza nessuna conoscenza della macchina legislativa dello stato.
*avvocato
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