di GIANPAOLO STANIZZI
Giovedì 14 luglio 2022. Viaggio mattutino verso il Tribunale di Locri. Sosta ristoratrice a Badolato.
Mentre gusto un'ottima brioche accompagnata da un profumato caffè, sfoglio le pagine di un quotidiano. "Time - La Calabria tra i cinquanta posti più belli del mondo". Leggo questo titolo e mi domando: ma tanti anni fa non ho scritto anche io un articolo sulla Calabria? Recupero la vecchia mail, scorro tra i tanti miei sfoghi gentilmente ospitati da varie testate e trovo quello che cercavo.
Un mio scritto di sette anni fa! Lo pubblicava Il Quotidiano del Sud, grazie alla giornalista Stefania Papaleo. Certo di non commettere alcun reato lo giro e lo ripubblico.
È CRIMINALE NON VENIRE IN CALABRIA. E scappare?
Tanti anni fa ebbi la fortuna di partecipare, insieme ad un gruppo di mountain bikers milanesi, ad una bellissima, autunnale escursione turistica, durata più giorni, che mi portò a conoscere posti fino ad allora a me non noti: il cuore dell’Aspromonte, che attraversammo partendo dal Crocifisso di Zervò, costeggiando Pietra Cappa, entrando, poi, nei territori di Platì e San Luca fino ad arrivare sulla bianca spiaggia di Bovalino; Buturo e la “rosseggiante” Sila catanzarese; il Monte Poro ed i suoi meravigliosi altipiani che guardano il Mar Tirreno.
Un bellissimo tour che ebbe per me una magica, emozionante ed indimenticabile conclusione nelle parole del Conte Giovanni Caproni, Presidente del Mountain Bike Milano ed all’epoca Vice Presidente del Touring Club Italiano: “Mi devi credere” – mi disse nella splendida cornice del Villaggio Guglielmo – “io ho girato tutti i continenti ma posso garantirti che posti belli come quelli che ho visto in questi giorni non esistono da nessun’altra parte del mondo”.
Queste parole, e tutte le emozioni che mi provocarono, sono ritornate oggi nella mia mente quando, sfogliando le pagine de Il Quotidiano del Sud, ho potuto leggere che personaggi del mondo dell’editoria e dello spettacolo hanno avuto parole di elogio per la nostra meravigliosa terra di Calabria.
Paolo Mieli, Presidente di RCS Libri, dalle telecamere di Buongiorno Calabria: “E’ criminale non venire in Calabria almeno due volte all’anno; non solo in estate ma soprattutto fuori stagione, un momento in cui si ha l’occasione di vedere e di conoscere la Calabria più bella”.
Simona Izzo, dalla presentazione del suo film “Festa di una famiglia allargata” girato sulla costa ionica cosentina:” Sono giunta in Calabria per la prima volta e mi sono follemente innamorata dei profumi, degli odori e dei sapori di questa terra, della ricchezza paesaggistica ed architettonica”.
Il produttore cinematografico Massimo Ferrero: “Questa terra è meravigliosa ed io per girare qui sarei venuto anche a piedi. E’ una regione unica, un incanto che non ha paragoni con nessuna parte d’Italia.
Andrebbe solo maggiormente curata dai suoi stessi abitanti perché sempre ci lamentiamo dei nostri territori ma difficilmente facciamo qualcosa per migliorarli”.
Ed allora, mi chiedo: è mai possibile che non si riesca a far nulla per valorizzare questa nostra Terra di Calabria?
E’ mai possibile che a distanza di circa quaranta anni dalla sua istituzione la Regione non sia riuscita a realizzare quello che era il sogno di Leonida Repaci che a questa istituzione affidava lo svecchiamento delle strutture sociali e gli investimenti massicci nel campo dell’agricoltura?
E’ mai possibile che la risorsa Turismo non possa essere sfruttata, anziché per uno, per dodici mesi all’anno, approfittando delle bellezze marine e montane che il Signore ci ha regalato?
Queste le domande alle quali, con fatti concreti, dovrà immediatamente rispondere la classe politica e la popolazione calabrese tutta, obbligata a tirar fuori tutta la propria fierezza, cosciente del proprio valore, della propria tenacia, della propria moralità.
Perché se per un turista è criminale non venire in Calabria, costituisce un gravissimo crimine far scappare dalla Calabria tantissimi nostri preziosi giovani.
Gian Paolo Stanizzi
ps
Dopo aver chiuso questo breve commento ho voluto fare una ricerca per vedere che fine avesse fatto il Conte Caproni. Purtroppo, ho appreso che nel corso dell’anno 2014 ha raggiunto la Casa del Signore.?
Sento, allora, il dovere morale di chiedergli pubblicamente scusa per una bugia che gli raccontai. Ci dirigevamo in autobus verso la tappa aspromontana e, ad un certo, punto, mi chiese: “scusa, ma mi togli una curiosità? Perché tantissime case che sembrano abitate sono all’esterno allo stato rustico? Colto all’improvviso, lì per lì, improvvisai questa risposta: “sai, la legge urbanistica regionale consente la costruzione rateale delle case. La concessione edilizia (così allora si chiamava) qui in Calabria
non scade mai”.
No, ti rispondo oggi Giovanni: “quelle case sono il frutto della indifferenza di tanti cittadini, della mancanza di rispetto verso il prossimo e verso il bene comune. Quel che serve oggi in Calabria è tanta gente onesta, brava e capace che voglia lottare per il bene dell’intera collettività”.
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