Le anime di Ruggero e Giuditta raccontano Squillace dalle mura del castello, nello spettacolo di Ulderico Nisticò (FOTO e VIDEO)

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images Le anime di Ruggero e Giuditta raccontano Squillace dalle mura del castello, nello spettacolo di Ulderico Nisticò (FOTO e VIDEO)
Spettacolo teatrale al castello di Squillace
  01 agosto 2020 00:15

di PAOLO CRISTOFARO

Voci da un passato lontano hanno salutato, dalle mura del castello normanno-svevo di Squillace, le ultime ore di luglio. Si è concluso poco fa lo spettacolo, patrocinato dalla Pro Loco, "I muri e le anime. I normanni Ruggero e Giuditta", scritto dal professore e storico Ulderico Nisticò

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Le voci di Pino Vitaliano, Angela Varì, Sandro Mauro e Ljdia Musso, hanno narrato, calcando le tavole in legno del palco, suggestivamente abbracciato dalle mura di cinta dell'antico rudere, la storia dei principali personaggi della Squillace antica, tra guerrieri, dame, cavalieri, popoli e viaggi, racconti di domini e di conquiste, di vittorie di sconfitte, di fantasmi che parlano ai vivi, che raccontano di un passato che torna nella memoria. Il tutto accompagnato - con violino e pianola - dalle musiche composte ed eseguite da Maria Melody Veraldi.

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(Ulderico Nisticò sul palco con gli attori)

Un modo originale e "leggero", per raccontare una storia lunga e complessa: farla raccontare - recitata - da due fantasmi, quelli, appunto, di Ruggero il Normanno e dell'amata Giuditta. Una storia ricchissima della Squillace che fu; della Squillace che dal Medioevo arriva sino al Risorgimento, passando per i conquistatori del nord, i Normanni, per le nobili famiglie europee, per la filosofia di Tommaso Campanella - che in questo castello fu prigioniero - per gli intrighi e le trame della famiglia Borgia.

Nella penombra delle lampade, accarezzati dal vento e cullati dal suono delle parole, i molti spettatori, per una sera lontani dalla solita movida o dalle quotidiane passeggiate, sono tornati indietro nel tempo, sognando e fantasticando come in un mito, ma riscoprendo e ascoltando un passato reale che, sempre più spesso, aiuta a dare un senso - anime o meno - alle pietre e ai luoghi suggestivi che fanno parte della nostra cultura e della nostra Calabria. 

 

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