di LUIGI BULOTTA
Nell’ultimo anno stiamo provando e continuiamo a provare paura, sconforto, incertezza per la pandemia in atto che ha colpito in tutto il mondo tante persone e tante sono state le vittime che hanno perso la vita. Questa è un’occasione per comprendere l’importanza di donare: la luce del dono si vede quando è più buio.
Ma aiutare gli altri non è solo donare, ma anche donarsi, proprio come fanno gli oltre 34.000 sacerdoti italiani che dedicano la vita ai fragili e ai dimenticati. Lo facevano ieri, lo fanno ora e lo stanno facendo, in silenzio, anche oggi in questo brutto frangente che stiamo tutti vivendo, dando aiuto, conforto a quanti soffrono, a quanti vivono condizioni di forte disagio materiale e spirituale. E per continuare la loro missione hanno bisogno di qualcuno che li aiuti, anche con poco.
Dal 1989, dopo il nuovo Concordato tra Stato italiano e Chiesa, il sostentamento dei sacerdoti è, infatti, affidato alla generosità di tutti i fedeli attraverso un sistema nazionale di raccolta delle offerte, secondo il sistema scaturito dai valori del Concilio Vaticano II che ha recuperato la tradizione delle prime comunità cristiane, creando una effettiva solidarietà nazionale tra i fedeli e i loro sacerdoti.
E’ molto importante recuperare il valore teologico, spirituale e pastorale dell’offerta per ogni singolo credente, riconquistarne il valore come partecipazione reale di ogni battezzato, sia laico, chierico, consacrato, al mistero di comunione che è la Chiesa.
Il sistema concordatario di sostegno economico alla Chiesa ha innestato su questa base il nuovo istituto delle “offerte deducibili” per il sostentamento dei sacerdoti. Il nuovo sistema di sostentamento ha scelto questo particolate tipo di offerta e la ha indicato come modello da perseguire, come ideale da raggiungere in quanto intende garantire al presbitero, titolare di un ufficio ecclesiale, di poter svolgere il proprio compito con dedizione totale e disinteressata, libero da ogni preoccupazione materiale, per essere completamente disponibile alla sua missione spirituale e pastorale.
Insito nell’offerta che il nuovo sistema ha proposto è pure il valore della solidarietà reciproca e della ricerca di una più giusta perequazione tra i sacerdoti. Con l’offerta per il sostentamento ci si fa carico in prima persona delle necessità della comunità. “Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza, né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” ( 2 Cor 9,7). Il presupposto ecclesiale che deve muovere il cristiano a dare del suo è il senso di appartenenza alla comunità, che si traduce concretamente nella comunione e nella corresponsabilità. Valori che non si riferiscono solo alla propria comunità parrocchiale ma, nella logica evangelica della effettiva comunione, si aprono all’orizzonte più ampio della diocesi, della nazione e della Chiesa universale. I valori del Sovvenire, pertanto, si rivelano, soprattutto in questo momento, come un cammino prezioso e un potente vettore per costruire tutti insieme, fedeli e pastori, la Chiesa come casa e scuola della comunione.
Ogni giorno, infatti, in tutte le parrocchie, i sacerdoti annunciano il Vangelo offrendo a tutti carità, accoglienza, conforto e speranza sia nelle grandi città, sia nelle periferie urbane che nei piccoli centri, nelle montagne, come nelle isole, oltre che nel Terzo mondo. Sono ministri dei sacramenti e amici della nostra vita, sollievo per chi è solo, missionari nel nostro territorio, nelle carceri e negli ospedali.
Sono tanti, tuttavia, i problemi che oggi affliggono la nostra Italia e tanti ancora ve ne sono che bisogna affrontare con grande senso di responsabilità, con la maturità e consapevolezza che la gravità della situazione richiede. Ma le difficoltà, anche economiche, che stiamo affrontando, aggravati da questa incombente pandemia, non devono farci perdere di vista i valori essenziali sui quali dobbiamo fondare ogni giorno la nostra esistenza, come la solidarietà, la carità, l’amore verso il prossimo e, soprattutto, la fede.
È giusto, perciò, assicurare a ognuno di loro i mezzi necessari per una vita dignitosa e per lo svolgimento della propria missione. Per questo è importante essere consapevoli del valore della loro presenza ed aiutare generosamente i sacerdoti che vivono in mezzo a noi. Fare una offerta significa essere concretamente insieme ai sacerdoti, sentirsi corresponsabili della vita della Chiesa e di coloro che nella Chiesa svolgono la loro missione ed essere riconoscenti del loro prezioso servizio, spesso svolto senza tanti clamori. Sono tanti, infatti, i modi e i luoghi in cui i sacerdoti esprimono il volto di una Chiesa amica, che ogni giorno si prende cura del prossimo e che a Natale si raccoglie attorno a quel bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia e in cui riconosciamo le nostre radici comuni. La semplicità e lo splendore con cui i pastori di Betlemme accolsero il dono della grazia, nella notte Santa, appartengono oggi anche ai pastori della nostra Chiesa, che ogni giorno donano se stessi:per i parroci è fondamentale poter contare sui fedeli.
Le offerte deducibili stanno contribuendo a diffondere sempre più una mentalità di partecipazione che porta fedeli e cittadini a prendere coscienza viva delle necessità della Chiesa e a sostenerle generosamente attraverso un diretto coinvolgimento economico. La Chiesa siamo noi, tutti insieme; perciò non possiamo dire: tocca al parroco, tocca al vescovo, tocca al Vaticano, tocca al Governo, ma tocca a noi assicurare alla Chiesa, secondo le nostre possibilità, quanto le occorre per svolgere la sua missione salvifica.
Tornano qui le parole dell’Apostolo Paolo ai Corinti: “qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno” (2Cor. (, 13-15).
Quando si sostiene il clero, dunque, si opera in concreto un investimento che genera altre risorse: i sacerdoti, infatti, sono ogni giorno in prima fila nell’azione pastorale, e metterli in condizione di lavorare al meglio significa beneficiare anche ogni altra realtà ecclesiale.
Ma ancora tanti cristiani non sanno che è possibile aiutare i sacerdoti con una offerta per il loro sostentamento. Tra l’altro, le offerte sono deducibili dal reddito complessivo di ognuno fino ad un tetto massimo di euro 1.032,91 annui e ciò costituisce una opportunità in più.
Queste offerte è possibile farle con le seguenti modalità: 1) alla posta mediante versamento sul conto corrente n. 57803009, intestato all’Istituto Centrale per il Sostentamento del clero- erogazioni liberali; 2) con la carta di credito chiamando il numero verde 800-825000, oppure collegandosi sul sito internet www.insiemeaisacerdoti.it; 3) in banca, sul sito internet prima citato, sono disponibili i numeri di conto corrente sui quali è possibile effettuare i versamenti; 4) presso gli Istituti Diocesani della propria diocesi che rilasceranno apposita ricevuta.
Le offerte vengono raccolte dall’Istituto Centrale per il sostentamento del Clero che provvede a ridistribuirle in modo che tutti i sacerdoti possano contare sullo stesso trattamento.
Se crediamo nei sacerdoti, spetta a noi, in prima persona, sostenerli. Un dono, anche molto modesto, sarà il segno del nostro affetto ed un modo per accompagnarli nella loro missione e il nostro grazie alla loro vita, spesa interamente per il Vangelo ed il prossimo. Fare un’offerta significa esprimere la nostra appartenenza alla Chiesa cattolica, condividere il principio della solidarietà con i più deboli e partecipare alla missione sacerdotale. Diamo forza ai sacerdoti di occuparsi degli ultimi, degli emarginati; famiglie, giovani, anziani, persone in difficoltà trovano nel sacerdote un punto di riferimento sempre disponibile e attento. Diamogli slancio per portare la parola di Dio nelle case e nelle famiglie e rendiamoli capaci di aiutare concretamente chi non ce la fa, chi è perduto, chi non ha più nulla. Stando vicino ai sacerdoti aiutiamo la comunità a crescere e cooperiamo all’edificazione del corpo di Cristo.
“Grazie per la gioia con cui avete saputo donare la vostra vita”. Lo ha detto Papa Francesco ringraziando i parroci d’essere capaci di riscaldare il cuore delle persone. Cerchiamo anche noi di condividere la gratitudine del Papa per i sacerdoti e sosteniamoli nella loro missione e se non possiamo dare nulla, basterà anche una parola, un sorriso, uno sguardo amorevole, saranno gesti di gratitudine che comunque li aiuteranno ad andare avanti.
*Presidente MEIC Catanzaro
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