La riflessione che mi accingo a fare in questo articolo accende un riflettore sull’altopiano calabrese “LA SILA”. La montagna estesa per 150.000 ettari, tra le provincie di Cosenza, Crotone e Catanzaro e con suddivisione da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola. Sono famosi i boschi, le pinete ed i laghi presenti sull’area. Simboli storici che segnano il tempo di numerosi interventi migliorativi del passato.
Le forme di cultura popolare, i saperi ed i sapori fanno da cornice ad uno stile di vita salubre e sano. Famose sono le sagre tradizionali del fungo, della patata e della salsiccia, realizzate in un microclima incontaminato, dove l’aria è la migliore d’Europa se non del pianeta. A seconda della stagione è possibile seguire percorsi cicloturistici, fare escursioni a cavallo e praticare sci di fondo o a discesa. La cabinovia di Lorica, riqualificata da poco tempo, consente a migliaia di visitatori di salire ad alta quota. I rifuggi, anche punti di ristoro, permettono di assaporare il gusto di vivere la natura, lontani dalla vita frenetica delle città.
Questa narrazione della Sila deve essere la bussola della politica calabrese che con continuità deve impegnarsi nella valorizzazione e tutela del territorio. Necessariamente, dall’amministrazione del piccolo comune alla governance regionale, bisogna ottimizzare con efficacia ed efficienza gli interventi migliorativi. Le risorse messe a diposizione del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), della PAC (Politica agricola comune), POR (Piano operativo regionale) e dal PSR (Piano di sviluppo regionale) costituiscono utili strumenti finanziari, ma non bastano. Occorre condividere idee e progetti sostenibili. Non necessitano gli interventi a pioggia o realizzare cattedrali nel deserto, basta partire dalle peculiarità del montagna, dalle tradizioni, dalla gastronomia e dalle risorse naturali, poco valorizzate, per creare nuovo opportunità spendibili come attrazione. In questo contesto, le potenzialità offerte dal nuovo paradigma digitale sono necessarie per mitigare la pressione dell’uomo sull’ambiente.
La decarbonizzazione, la promozione di modelli di economia circolare e collaborativa (shared economy) e l’efficientamento energetico, rappresentano alcuni dei numerosi benefici ambientali ottenibili. Credo che i tempi sono maturi per strutturare una cabina di regia, governata dalla Regione Calabria, capace di proporre, stimolare e coordinare le giuste sinergie tra gli imprenditori, gli enti locali, il terzo settore, e le forze sociali e sindacali, con lo scopo di creare una nuova stagione di opportunità di crescita. In questo contesto è fondamentale parlare del paradigma della multifunzionalità delle aziende agricole. Attraverso variegate attività l’imprenditore agricolo, da un lato genera un maggiore reddito, e dall’altro offre servizi servizi sociali, come le fattorie didattiche, gli agriasili e gli agriturismi.
E’ una vera e propria azienda agricola dedita alla coltivazione della terra, all’ allevamento di animali e la vendita diretta prodotti, come frutta, verdura, latte, formaggi, burro, biscotti, marmellate e conserve. Si definisce didattica perché si impara “facendo”. I bambini possono osservare il lavoro e ripeterlo.
Ad esempio: vengono sensibilizzati sul tema della tutela dell’ambiente e sull’importanza di adottare comportamenti etici e sostenibili; apprendono antichi saperi e lavori che rappresentano l’essenza del mondo rurale; conoscono le basi di una sana alimentazione, fondata su materie prime di qualità e su prodotti realizzati in modo genuino.
Le principali attività nelle quali vengono coinvolti i bambini sono: raccogliere le uova nel pollaio; dare da mangiare agli animali; andare nell’orto a prendere la verdura; visitare le stalle e imparare come si munge; produrre dei formaggi a partire dal latte munto in giornata.
Una miriade di opportunità che consentono di comprendere come vengono realizzati i beni alimentari che consumiamo abitualmente.
E’ dedicato ai bambini di età compresa tra i tre e i sei anni. Le aziende agricole propongono ai bambini esperienze socio-educative per l'infanzia di supporto alla genitorialità, integrative alla vita quotidiana.
A gestire l'agriturismo è un imprenditore agricolo che da un lato svolge le classiche attività di coltivazione, allevamento di animali o silvicoltura, ma dall’altro lato valorizza le risorse agricole offrendo servizi di ospitalità attraverso l’allestimento di alloggi per soggiorno, la somministrazione di pasti e di bevande, costituiti da prodotti propri in prevalenza. La creazione di aree attrezzate per il campeggio e cura l’organizzazione di attività ricreative, sportive, culturali e didattiche.
In conclusione, questo mio pensiero, come una goccia nell’immensità del mare, vorrei che fosse un pungolo per la politica, a tutti i livelli, affinché venga rafforzata l’attenzione sull’economia calabrese, in declino da tempo a causa di problemi atavici tipo la disoccupazione, lo spopolamenti ed il calo demografico. Vorrei che passasse l’idea che la calabria non è terra di mafia e corruzione, ma la perla del mediterraneo, fatta di tesori naturali, paesaggistici e storici e culturali, attraverso i quali si possono poggiare le idee condivise di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile. Questa chiave di lettura consente di guardare a nuovi orizzonti mediate la visione positiva della montagna e dare credibilità a progetti dove i protagonisti devono essere necessariamente i giovani. Il futuro è nelle nostre mani e in quelle delle generazioni future, che dobbiamo formare verso lo sviluppo sostenibile e l’uso di tecnologie capaci di favorire una vita sana e prospera, preservando ambiente, economia, società ed istituzioni.
Dr. Ugo Bianco
Dirigente Associazione Nazionale Sociologi (ANS) e Vicepresidente ANS dipartimento Calabria
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