di FRANCESCO CHIRILLO*
I fatti sono noti a tutti: prima Canale 5 e poi La7, nell'ambito di due seguitissime trasmissioni televisive, hanno consegnato al Paese una immagine della città di Catanzaro di cui tutti avremmo, volentieri, fatto a meno.
Un tessuto urbano insicuro e degradato, dove interi quartieri sono in mano alla delinquenza Rom. Un capoluogo che esprime il peggio della politica politicante, dove l'occupazione principale è la corsa al gettone, più che il pensiero di ben governare la cosa pubblica. Tanti, tantissimi cittadini di Catanzaro hanno, giustamente, replicato con sdegno: questa non è la nostra città, che sa esprimere ben altri valori umani, culturali, civili. C'è chi, sui social, ha gridato, più o meno comprensibilmente, allo sciacallaggio da parte dei media nazionali, pronti a fare scoop anche lì dove non ce ne sono.
Eppure, a questa reazione d'orgoglio, è seguito un sostanziale e pesantissimo mutismo della classe dirigente locale nei suoi livelli più alti. Nessuno dei nostri cari e amati big della politica cittadina ha scritto una riga, rilasciato una dichiarazione, preso un impegno. E' sembrato un po' come dire: calati juncu ca passa la china. Insomma, come recita l'antico proverbio, aspettiamo che passi l'onda di piena... tanto poi tutto tornerà come prima. Una impressione che aggrava il senso di quelle immagini rilanciate da Canale 5 e La7. Se possibile, le rende ancora più sgradevoli. Perché l'idea che sembra trasparire è quella di una classe dirigente indifferente persino agli scandali.
Stavolta, invece, sarebbe servita una voce forte, magari anche corale, di difesa della nostra città, ma senza ipocrisie, senza nascondere le imbarazzanti verità-vere messe a nudo dalla televisione. Sarebbe servita e non c'è stata. Segnale preoccupante di stagnazione totale, in una città che si bea del suo ruolo di capoluogo di regione senza incarnarne prestigio e dignità.
*Presidente di Confesercenti Catanzaro
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