di ENZO COSENTINO
Saluto l’ingresso del quinto candidato a Sindaco di Catanzaro (Nino Campo, 62, anni, di nessun partito, sostenuto da Catanzaro Oltre), sono in curiosa attesa (e, come me, lo saranno tantissimi, la stragrande maggioranza dei cittadini catanzaresi. Almeno quelli che il certificato elettorale non l’hanno messo in naftalina) di salutare il sesto, prossimo ad essere “partorito” da Fratelli d’Italia e, perché no, anche un settimo candidato. Ho già in mente il banale titolo nel presentarli: ecco i “magnifici sette”.
La politica catanzarese oramai è senza briglie, va avanti a ruota libera. E i leader dove sono nascosti? Possibile che non ve ne siano più in questa Città? Di quelli con la “l” in maiuscolo, s’intende! Le amministrative catanzaresi mai sono state così caotiche e indecifrabili come quelle che stiamo vivendo. Senza un minimo di pathos, piuttosto con le convulsioni, con rischio rigetto del voto il 12 giugno.
La constatazione da fare più plausibile è che la politica cittadina ogni giorno che passa diventa terra di sognatori, ma del “doman non v’è certezza”. Vale per tutti - nessuno escluso - i candidati che sono in marcia (non quella della Pace), destinazione Palazzo de Nobili. Agguerritissimi, come è naturale che siano.
C’è da prendere atto che partiti e movimenti civici stanno vivendo momenti difficili per la chiusura delle rispettive liste fatte dai predestinati a conquistare un posto dei 32 in palio e dai coraggiosi ma semplici portatori di voti. Elezioni, queste del 2022, che difficilmente si dimenticheranno per la girandola di situazioni che le hanno condizionate. Ha ragione dal suo punto di vista l’ex anima di FI, Mimmo Tallini, quando punta il dito verso FI che è stato capace di distruggere una coalizione che sembrava invulnerabile, come in effetti ha dimostrato di essere, per diverse legislature comunali.
Non facciamoci meraviglia della Lega, che ha preso sottobraccio Valerio Donato ritenendolo vincente come candidato Sindaco e, quindi, la scorciatoia per entrare non soltanto nel parlamento cittadino a Palazzo De Nobili, ma per la legge naturale corrente della politica - io dò una cosa a te, tu dai una cosa a me - anche una bella poltroncina di comando in Giunta. No, questi accordi, Valerio Donato giura che non li sottoscriverà mai. Cara Mina, ti scrivo: quanto è bella e sincera la tua canzone. Parole, parole, soltanto parole.
E domani è un giorno atteso, attesissimo, si metteranno le firme di adesione a candidarsi da chi ha scelto di far parte di una lista di partito o movimento. Si alzeranno i veli definitivamente su quelli che sono stati per tante settimane, mesi, i segreti di Catanzaro. O di pulcinella?
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