di ENZO COSENTINO
“La mala sanità in Calabria”, immaginiamo che sia il titolo di una commedia, con sceneggiatori occulti, altri noti, altri magari “frequentatori di commissioni speciali d’inchiesta”. Attori non da strada, ma neppure usciti dalle grandi Scuole. Facciamo che sia stata presentata in un teatro calabrese. Perché no, al “Politeama” di Catanzaro. Spettatori, i calabresi che hanno a che fare con problemi di salute e quanti sono sotto scacco del maledetto Covid.
Il finale è stato più di tragicommedia. Gli attori hanno lasciato il palco, ma senza il rumore degli applausi. Caso mai qualche (meritato) fischio, qualche pernacchia e dalla galleria anche il coro di un agguerrito gruppo rivolto a tutti gli attori che si sono alternati nelle varie sequenze sceniche sul palco: buffoni. Dal loggione riservato al centro destra, qualche applauso arriva, così come da quello del centrosinistra. Tiepidi applausi anche da un gruppo in platea, dove hanno trovato sistemazione i pentastellati: ma applaudono soltanto quelli che hanno condiviso l’ultima scena dell’ultimo atto in cui uno dei protagonisti, importante perché sarebbe dovuto essere il “medico” che arrivava con il “vaccino” giusto per guarire la malasorte che sta facendo morire la sanità calabrese.
Ma il suo cavallo alato di colpo fa giro e se ne va. Un fiasco perchè tale è stata questa ultima (solo in ordine di tempo) commedia sulla sanità malata in Calabria. Lavoro interpretato nella realtà da esponenti del mondo politico ideologicamente orientato a sinistra. Ma paradosso dei paradossi il centrosinistra ha ancora una volta toppato.
Guardiamo più da vicino la realtà? Penalizzante per i calabresi, forse mortificante per chi ha scritto, nei vari palazzi romani, la sceneggiatura. Nella realtà: il dott. Zuccatelli, cui Conte, Speranza, il Pd di Zingaretti, una parte- quella governativa- del Movimento 5Stelle, avevano deciso di affidargli il ruolo impegnativa del medico che salva la sanità di casa nostra, se ne va. Fine della commedia. Gli sceneggiatori, sempre gli stessi del reality show precedente (attori principali Cotticelli e Zuccatelli), lanciano sul palco nuovi… attori.
Il premier Conte e il ministro Speranza si consultano, riflettono sulla richiesta di tanti calabresi di trovare il commissario nelle eccellenze di casa nostra (così li facciamo contenti e staranno quieti (i calabresi)per un po’, forse si saranno detto)e lo individuano nell’ex rettore della Sapienza, prof. Gaudio. E’ fatta si pensa in Calabria: è originario di questa Terra (Cosenza). L’uomo giusto al posto giusto. Purtroppo il prof Gaudio non trova l’accordo in famiglia per trasferirsi in Calabria. Non se ne fa niente: il prof Gaudio ringrazia e gira i tacchi. La Calabria forse fa paura a chi non la conosce a fondo e guarda gli aspetti peggiori. Come finirà questa secondo commedia?
E se per ricoprire il ruolo di nuovo commissario ad acta si pensasse ad un calabrese veramente doc a prescindere da ogni appartenenza dopo avergli aperto gli armadi per accertarsi se nasconde “scheletri”? E soprattutto se ha i numeri giusti e ancora in carriera? Quale sarà il finale questa volta? Se lo chiedono i calabresi. L'ammalata sanità si alzerà dalla sedia a rotelle cui la politica senza distinzioni di appartenenza l’ha costretta? Il Covid non aspetta e quando si incattivisce manda la sua delegata signora morte a visitare la Calabria!
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