di ENZO COSENTINO
C’è un grande problema morale e culturale che travaglia il nostro Paese e che deve far riflettere gli italiani di buona volontà e buongustai di etica e morale. Il problema è che non si è persa la fiducia soltanto nella Politica ma, ancora più grave, è che si è persa nella giustizia. La malapolitica e la malagiustizia ora sembrano procedere di pari passo nel contendersi il primato. E mettere all’angolo la buona Politica e la Giustizia giusta almeno sin quando si vive in questa terra.
Perdere la fiducia nella Giustizia può rappresentare un pericoloso salto in un precipizio dove non esiste la speranza e la voglia di credere in un futuro di civiltà. E potrebbe anche rappresentare la chiave di volta verso una apertura alla anarchia e poi l’approdo su derive autoritarie. Allora la rivoluzione. Si, la rivoluzione delle coscienze degli uomini onesti per ripristinate l’ordine e il rispetto delle regole morali ed etiche. E se non bastono o sono state cancellate le regole ordinamentali allora si riscrivano! Tenendo conto che gli italiani ora giustamente pretendono che il loro futuro, quello dei lori figli, sia “scritto” da chi conosce la grammatica della democrazia, della amministrazione del buon governo della Giustizia. Le intelligenze, uomini e donne con la schiena dritta per fortuna nel nostro Paese ve ne sono ancora tante.
Una visione che coinvolge tutte le “diverse Italie” da Nord a Sud. Una domanda corrente che gli italiani, caso mai ingenui ma mai fessi, si pongono e che merita risposte autorevoli e quindi credibili, è: c’è una Italia unita o una Italia divisa? E ancora: E’ vero che il nord capitalista non scende più nel sud e che il sud esporta al nord il suo “meglio” ma anche il suo “peggio”? La risposta potrebbe essere in Italia al Nord come al Sud esiste un “meglio” che vuole sconfiggere il “peggio” solidalmente. E possibile?
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