di ENZO COSENTINO
Prima il “caso” aperto dal vice presidente e assessore alla cultura della Giunta regionale, Nino Spirlì, per le sue colorite espressioni buttate al vento in una manifestazione del suo Partito, la Lega, che però non ti aspetti e le biasimi se inquadri il personaggio non nella sua dimensione personale e strettamente privata ma pubblica e istituzionale. Oggi il “caso” di cui si è resa protagonista la presidente Jole Santelli ripresa a ballare senza “mascherina”, non nel programma della Carlucci, ma in un locale di San Giovanni in Fiore dove si festeggiava la vittoria di Rosaria Succurro eletta “primo cittadino” del rinomato centro calabrese, in barba al candidato del centrosinistra.
Dalla Santelli, una stravaganza del genere, non se la sarebbe aspettata nessuno! Soprattutto perché nella sua qualità istituzionale ha firmato l'ordinanza restrittiva: “obbligo di mascherina anche quando si è all’aria aperta”. Disobbedendo all'ordinanza se ti becca un tutore (ma ci sono in realtà?) dell’ordine pubblico incorri in multe salate. Certamente chi tiene in considerazione le capacità politiche e di gestione della massima espressione istituzionale della Regione c’è rimasto male. Più di quanto non sia stato per l’altro “caso” che ha coinvolto il vice presidente Spirlì. Due episodi comunque catalogabili come “di cattivo gusto” che hanno consentito ad esponenti di schieramenti politici e organismi vari avversari della parte politica della Santelli e del suo vice di cavalcare le onde del “mare sempre sporco” della polemica.
I due episodi, comunque, inducono ad una riflessione che scivola dritta sul terreno della politica. C’è in Calabria una classe politica a tutto tondo severa con se stessa prima ancora che con le comunità che amministra e che richiama all’osservanza di regole, comportamenti responsabili, autodisciplina e disciplina collettiva? C’è una una classe politica capace di essere un monoblocco di legalità? Allo stato attuale purtroppo arrivano esempi in negativo che evidenziano ogni giorno come nella nostra regione chi governa e chi è opposizione non fa uno sforzo per confrontarsi in un clima di “pace sociale” di cui invece vi sarebbe tanta necessità. I calabresi, sia quelli che vanno alle urne per votare, sia quelli che restano a casa (disertori o benpensanti?) non navigano più a vista nel burrascoso mare delle vicende politiche e giudicano. Ci vuole comunque poco- potrebbe essere il caso della presidente Santelli- che un personaggio politico, cui sono riconosciute a prescindere dalla sua colorazione politica, qualità di governo e senso di responsabilità perda consensi. Bene: non aver indossato una mascherina non è un peccato veniale ma anche peccati veniali vanno “confessati” e meritano, prima di una assoluzione, una penitenza.
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