L'EDITORIALE/ Dove far sorgere il Centro di Malattie Infettive della Calabria lo decidano i competenti, senza sterili polemiche. Catanzaro non può perdere il treno

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  25 aprile 2020 00:12

di ENZO COSENTINO

Dalla mortale pandemia che ha colpito l’umanità sparsa nel mondo, quindi anche la Calabria –che ancora ne fa parte-, al noioso e per certi versi stucchevole ma preoccupante, pandemonio. Sì, proprio pandemonio politico, tecnico e giuridico sollevato a Catanzaro- Città ancora lontana dall’essere, di fatto, riconosciuta la Capitale della Calabria- attorno al dove ubicare un centro per malattie infettive. La Città soffre di un vuoto di direzione politica e questo lo si rileva dal semplice fatto che in ogni angolo o quartiere “nasce” ogni giorno un leader purtroppo di se stesso o di gruppetti sempre più striminziti. Un vuoto, che non sempre è conseguenza di assenza di capacità ma di capacità che purtroppo si prestano alla politica allettate da aiuti per raggiungere obiettivi personali. Come dire che la sete di potere si mangia la porzione di etica e morale.

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Non parliamo –anzi parliamone- di quanto avviene nel settore della sanità. Un vero pozzo di San Patrizio ma anche di criticità infinite, che alla fine mettono a repentaglio la salute pubblica. Il polverone che attorno alla scelta della ubicazione del Centro per malattie infettive si sta sollevando fra opposte “scuole”(?) di pensiero a volte anche nell’ambito dello stesso spazio politico (nel caso specifico il Pd, sempre questo partito multiforme!) potrebbe addirittura nuocere a Catanzaro che si potrebbe veder soffiare la importante struttura regionale a beneficio di altra Città interessata. E per questo riteniamo inutili ai fini di una decisione che anzitutto deve basarsi su dati trasparenti, su situazioni logistiche studiate da competenti al di sopra di ogni sospetto e neppure da terzi che il governo centrale spesso manda in Calabria a fare i “Maigret” delle situazioni. E che magari alla fine fanno più danni. E la gente non riesce a raccapezzarsi dove stiano il meglio e il peggio della soluzione di un problema.

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Il Centro regionale per malattie infettive – indispensabile, non c’è dubbio (considerando che dovremo abituarci a classificare il coronavirus come il probabile male del secolo contro cui lottare dopo il cancro, le malattie cardiovascolari, l’Hvs)- deve essere realizzato nel Capoluogo di Regione e dove ubicarlo sia una scelta ponderata che vada oltre "baruffe chiozzotte” ( confusione, una mischia, azzuffamento di uomini o di donne, che gridano, si battono insieme). 

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