di ENZO COSENTINO
Ventiquattr’ore all’alba del giorno fatidico in cui si conoscerà la sentenza del Tar sul ricorso, voluto fermamente da Boccia, ministro dei rapporti con le Regioni, nei confronti della Regione Calabria a seguito di una ordinanza emessa dalla Presidente Jole Santelli (LEGGI QUI). Ore di sonno e lavoro per il team dell’Avvocatura di Stato per articolare le tesi sostenute nel ricorso che, forse, potevano essere dedicate a qualche caso più urgente.
La politica, però, non marca il tempo: nel nostro Paese è oramai una prassi. Lo scontro che potrebbe apparire un duello in punta di diritto fra la Regione e il Governo ha invece un substrato, importante e preoccupante, di scontro politico. Si vorrebbe addebitare alla presidente Santelli una motivazione anti governativa alla base della sua ordinanza, avanzando anche il sospetto che sia stata “suggerita” da una cabina di regia romana di matrice centrodestra, schieramento nel quale la governatrice milita. Potrebbe esservi un fondamento di verità, ma anche di pregiudizio idiota. Il dato positivo che si può leggere in chiave politica è che con l’avvento della Santelli alla guida alla sua guida, la Calabria è sulla via della normalità, pur in presenza di venti (non numericamente) contrari.
Per quanto ci riguarda un plauso (anche più di uno) sentiamo di esprimerlo per la posizione “a testa alta” della presidente nel non aver fatto passi indietro sull’ordinanza. Dicevamo più di uno. Si! Perché al di là dell’effimero beneficio che i destinatari dell’ordinanza hanno potuto ricavare, Jole Santelli ha attuato una utile e intelligente strategia di comunicazione istituzionale che ha portato la Regione Calabria a fare notizia su tutti i media nazionali.
Un risultato che ovviamente non ha mancato di far storcere il naso a esponenti della parte avversaria. Intelligenza comunicazionale riconfermata anche dal pronto intervento con il piano “Riparti Calabria”, che è stato presentato nelle sue linee programmatiche di immediata applicazione, non certo invasive in termini di soldi, ma che porteranno una boccata d’ossigeno alla imprenditoria di casa nostra. Si fa quel che si può in una regione che la politica governativa e regionale, nel tempo remoto e recente, ha reso sempre più povera. E invece ha fatto arricchire malapolitica, malaimprenditoria e, inconsapevolmente e non, anche la criminalità organizzata.
La Calabria, dunque, vuole essere una regione normale, allora la classe politica trovi veramente il coraggio di dismettersi dai vecchi clichè e dia prova di maturità. La Santelli ha lanciato non una sfida, ma l’invito a tutta la classe politica di guardare alla Calabria senza infingimenti e pregiudizi. Soprattutto i giovani, le giovani, hanno bisogno di certezze. Le diano in concreto se veramente vogliamo costruire una Nuova Calabria.
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