di ENZO COSENTINO
Banalizzando, talvolta con la politica di oggi si può e si deve, il risultato elettorale di Emilia e Romagna e della nostra Calabria - e per dirla in gergo sportivo- il “derby” fra centrosinistra e centrodestra è, dunque, finito alla pari. E non ci volevano i maghi del lotto per indovinarlo. Per il centrosinistra il risultato calabrese non coglie alla sprovvista neppure i partiti dello stesso schieramento. Una sconfitta annunciata, una vittoria netta e decisa. E se il Pd alza la testa per essere risultato il primo partito, un grazie lo può anche dire a quella parte di elettorato dem che se pur di estrazione “oliveriana” non se l’è sentita di voltare le spalle. Fra questi mettiamo anche la quota di voti che allo stato possono essere nella “cassetta di sicurezza” di quanti hanno preferito- forse a ragion veduta- seguire una “Italia viva”.
Ovviamente c’è stato anche chi le spalle le avrà voltate magari restando nella trincea dei non votanti. Il dato politico è che il centrodestra non è rimasto vittima delle sue liti interne scoppiate in piena campagna elettorale e comunque messe a tacere trovando la quadra, la squadra e il suo leader in campo. E’ anche vero che sulla panchina dello schieramento i tanti e diversi coach hanno fatto la partita. Al contrario del centrosinistra. Quanto ha può aver pesato il fatto che non ricandidando il governatore uscente Oliverio, il Pd implicitamente potrebbe aver dato l’impressione di bollare a fuoco il bilancio complessivo del “suo” governo uscente? Chi crede che il dato elettorale del Pd abbia messo nel dimenticatoio il suo travaglio politico e di gestione del partito in Calabria corre il rischio di sbagliare. Continuerà ad essere sempre sotto tutela commissariale il Pd calabrese? A chi si rivolgerà per riordinare le idee e gli organigrammi? Scatterà l’ora X del Congresso? Sicuramente son fatti suoi ma è anche vero che il Pd deve dare conto a chi ancora lo vota in Calabria anche se in posizione di opposizione ad un centrodestra che dal canto suo deve ora dare risposte. Il Pd, fino a quando resterà in piedi il governo del Paese di cui fa parte, potrebbe rappresentare, appunto per questo punto di forza, una forza frenante nel rapporto governo regionale-governo centrale. L’auspicio dei calabresi è che finalmente la classe politica che siederà in consiglio (a Reggio) e quella che sarà chiamata dalla presidente Santelli a dar contenuto di sostanza all’esecutivo "politico" (alla Cittadella di Catanzaro) possano avere il coraggio di governare nell’interesse delle comunità calabresi senza perdere tempo a rinvangare veri o presunti errori di chi ha governato ieri.
Il centrodestra ha vinto la sua scommessa “uniti si vince”. Uniti si può governare bene la Calabria” : sarà in grado di adottare questa massima e vincere la sfida con un centrosinistra che in Calabria medita di ricostruirsi?
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736