di ENZO COSENTINO
Un atto indubbiamente encomiabile quello compiuto dal Consiglio regionale nella sua tornata di ieri con l’abrogazione di una legge -quella sulla indennità ai consiglieri decaduti- che era passata all’unanimità esponendo il massimo e più alto consesso istituzionale calabrese a critiche feroci e processi mediatici.
E forse l’alzata di scudi potrebbe essere servita a far svegliare e riflettere tutti i consiglieri sul vulnus che avevano prodotto all’unanimità. Capitolo chiuso con finale sigillato da una promessa corale dell’aula: non saranno commessi altri “atti impuri”. E alla fine non tutti i mali vengono per nuocere perché quell’incidente di percorso prontamente riparato – e non si è trattato del pianto del coccodrillo- rivaluta la qualità dell’Assemblea che dovrà portare avanti una legislatura non propriamente facile stante i bisogni di cui la gente di Calabria ha e che il corona virus ha maledettamente ampliato e amplificato. E dinanzi alla difficile situazione c’è da aspettarsi una concreta unità nell’individuazione del percorso legislativo e politico che c’è da fare. Senza per questo pretendere che la politica calabrese di colpo diventi un “convento di monaci laici”. Sarebbe un pretendere troppo.
E c’è una sorta di gap purtroppo nella politica generale del nostro Paese fra la politica esercitato nelle Istituzioni e il colorito mondo delle conventicole politiche esterne. Quelle che un tempo, se non erro, erano i partiti e le loro strutture territoriali. Una seduta quella di ieri dunque che ha riportato dignità all’Assemblea consiliare. Di questo - tranne i “furfantelli” evocati dal consigliere Francesco Pitaro (Misto)- ne devono essere soddisfatti i calabresi ai quali compete un dovere morale di essere sempre vicini alle istituzioni non per pietire raccomandazioni e favoritismi ma per chiedere opere, opere, opere e vigilare. Ed ora la prossima mossa da fare in Consiglio è quello della composizione delle Commissioni che dovrebbero- anzi dovranno- essere il volano dell’attività della Regione. Una attività che non può prescindere da un continuo confronto fra Consiglio e Governo della Regione. Ed una scossa ci vuole anche per l’apparato burocratico.
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