di ENZO COSENTINO
Giorgia Meloni, voleva vincere e ha vinto. Enrico Letta sognava di vincere ma ha perso. E’ il risultato scontato di una tornata elettorale che non è stata esaltante per il centrosinistra. La maggioranza degli italiani che domenica si sono recati alle urne ha fatto la sua scelta con una significativa inversione di tendenza affidando il governo del Paese al centrodestra. Lo ha fatto in un difficile momento storico non solo del nostro Paese ma dell’Europa e più complessivamente del mondo. Su cui soffiano venti di guerra.
La politica italiana dalla recente consultazione ha ricevuto messaggi chiari –sicuramente non di effimera protesta- che invitano vincitori e vinti a non pensare ai loro rispettivi orticelli ma al futuro reale e realistico di tutta la nazione conservando anzi rispettando la vocazione europeista e pacifista. Spetterà per la prima volta ad un premier donna stare sulla plancia di comando. Il dato elettorale in Calabria, regione da tutelare con forza, ha messo allo scoperto le sofferenze che attraversano, comunque, tutti gli schieramenti. La coalizione del centrodestra al momento è quella che non ha una febbre da cavallo. Caso mai qualche “decimo sopra il livello”. Al contrario del centrosinistra. Non cresce infatti la statura del Pd che della coalizione dovrebbe avere il ruolo trainante. Un partito diventato da tempo “fantasma” e che in Calabria vive alti e bassi. Nonostante alcuni recenti trend vincenti, come nel caso delle Amministrative di Catanzaro, dove è riuscito a mettere all’angolo il centrodestra. Però non fatto in tempo a capitalizzarne l’effetto.
Alle Politiche la volontà popolare ha detto: centrodestra. Centrodestra che nella nostra regione, nonostante alcuni cedimenti come quello della Lega di Salvini, da, di sé, una immagine rassicurante. E sempre in Calabria c’è da registrare la stella calante del Pd che preoccupa al punto che sui social di ispirazione dem o comunque di sinistra circola insistente la richiesta di un radicale cambiamento delle governance del Partito. Il Pd del Capoluogo di Regione perde e Catanzaro non avrà in Parlamento un suo deputato e neppure un senatore. La voce catanzarese in Parlamento sarà quella di Wanda Ferro che ha stravinto sugli avversari. E vi sono tutte le condizioni che la coordinatrice regionale di FdI possa avere un posto nel prossimo esecutivo nazionale. Anche perché la Ferro gode della più ampia stima e considerazione politica del suo leader Giorgia Meloni. Al di là del “colore”, una eventuale nomina ministeriale suonerebbe come una riconsiderazione del ruolo politico che spetta a Catanzaro.
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