di ENZO COSENTINO
Si è strappati i galloni di capogruppo di FI a Palazzo De Nobili e ha detto addio anche al Partito. La consigliera azzurra Roberta Gallo da ora in avanti siederà nel gruppo misto. Non voterà secondo disciplina di gruppo e di partito. Un battitore “libero”. La decisione della consigliera è irreversibile. Atto normalissimo in un Consiglio Comunale come quello di Palazzo de Nobili che di “strappi” ne ha già vissuti altri. Nessun “trauma”.
Un po’ di preoccupazione nel centrodestra magari affiorerà. Infatti la “nuova via” sulla quale si incammina la Gallo ha –riteniamo- comunque, una sua valenza politica. E va a scalfire anche gli equilibri – precari- del Partito “azzurro” negli ultimi tempi attraversato da situazioni debilitanti. Situazioni che potrebbero anche avere ripercussioni in un contesto politico più ampio riferito all’appuntamento elettorale per le “regionali”. Chiusa la parentesi Gallo apro quella che interessa più direttamente, appunto, della prossima competizione elettorale. C’è una calma apparente ma non ci si lasci ingannare perché tutti gli schieramenti sono attraversati da situazioni estremamente delicate. Inni di gloria sino a prove contrarie li può suonare nessuno. Il centrodestra calabrese è alla ricerca del bandolo di una matassa imbrogliata per poterne uscire –come dice di voler fare al più presto- a testa alta e filare dritta verso un reply del successo ottenuto nella passata consultazione.
Un successo per aver sicuramente centrato la scelta del candidato (la compianta Jole Santelli) in seconda battuta (dopo il veto della Lega per quello originariamente proposto al tavolo delle trattative nazionali dello schieramento: Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza). Anche questa volta FI, cui spetta il “privilegio”, mette sul “tavolo delle trattative un Occhiuto. Roberto Occhiuto, capogruppo alla Camera di FI. Ma per la formalizzazione della indicazione da sottoporre alla approvazione degli altri due importanti partner – Lega e FdI- si prende tempo. In diverse circostanze l’on. Roberto Occhiuto ha lasciato intendere tutta la propria disponibilità.
Ma i leader nazionali dei tre partiti pere ora pensano a chiudere sulle candidature a sindaco per importanti città. La Calabria può aspettare. Eppure la Calabria è strategica nel futuro politico sia per il centrodestra (che deve ricompattarsi) sia per il centrosinistra, sia per il centrosinistra che deve non solo dimostrare di aver trovato la pax interna in Calabria ma chiarirsi se la candidatura preannunciata di Nicola Irto sarà quella condivisa unanimamente. Solo un Pd compatto può veramente nutrire speranze di un sorpasso del centrodestra.
E si complica anche in Calabria il dialogo del Pd con i 5Stelle per le perplessità sollevate proprio all’interno del partito dei dem e per un silenzio sulla eventualità politica di portare ufficialmente nello schieramento i pentastellati. Le resistenze al “progetto” (se è ancora tale) arrivano da gruppi o movimenti che invece vedrebbero un dialogo con il “tandem” (De Magistris-Tansi). La verità vera al momento è che la politica “sogna” anche l’impossibile. E nei loro “sogni” tutti gli schieramenti hanno un obiettivo: quello di gestire la massa di euro che sarà destinata alla Calabria da recovery-found.
E ai calabresi intanto si propinano le prime “pillole” (da verificare se amare o dolci o soltanto ad effetto placebo) come la riaperte disquisizione sul Ponte dello Stretto. E ai giovani con le valigie pronte per una nuova forma di emigrazione-già iniziata- la politica quando parlerà un linguaggio comprensibile?
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