di ENZO COSENTINO
Ritorno, ma solo brevemente perché non si può e non si dovrebbe perder tempo a star dietro parole dette a vanvera anche se potrebbero avere il gusto del retropensiero, sulle offese ai meridionali da parte del direttore di “Libero”, Vittorio Feltri, esternate nel corso di un programma tv. Penso, le abbia proferite a titolo personale piuttosto che non in quello del ruolo che ricopre. Altrimenti dovremmo chiedere al suo editore che lo licenzi o se la pensa come lui.
Chiedo quindi scusa ai nostri lettori se racconto un episodio da me vissuto tanti anni fa (1961) in Germania. A Wolfsburg dove ero per lavoro. Anni duri per gli italiani che pure eravamo preziosi per l’economia della Germania. Ogni qual volta uscivo da casa ( abitavo presso una famiglia tedesca) il cane a guardia di una villetta mi abbaiava da far spavento nonostante fosse al guinzaglio. Pensavo: se non avesse la catena e fosse libero mi potrebbe sbranare. Un giorno quel cane non c’era più, al suo posto un altro, per giunta senza guinzaglio, libero sia pure dietro il cancello della villa, non abbaiava. Ne parlai con il mio padrone di casa, amico del padrone del cane. La risposta (tradotta) fu: "Se ne è liberato perché quel cane sapeva solo abbaiare, era anche vecchio e rincoglionito”. Allora mi convinsi che non abbaiava perché, forse, gli era stato “detto” che ero “un italiano per giunta meridionale e per di più orgogliosamente calabrese". La mia esclamazione fu, in italiano: “povero cane!”
Ve l’immaginate se fossi andato alla mia ambasciata per riferire che un “cane tedesco” ogni qual volta passavo davanti la villa dove era custodito mi abbaiava! Mi avrebbero detto: “E’ semplicemente un cane. Tu non stuzzicarlo ma guardalo dimostrando di essere superiore a lui e vai avanti per la tua strada”. Allora, meridionali guardiamoli in faccia i cani che ci abbaiano (sperando di non scoprire che qualcuno di loro sia un meridionale) dimostrando che i loro latrati non ci spaventano. E andiamo avanti , noi senza abbaiare, sulla strada della rinascita pretendendo che coloro che ci governano, quaggiù, facciano fatti. A proposito: ma perché pretendere le scuse da Feltri?
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