di ENZO COSENTINO
Fra poco meno di un mese catanzaresi alle urne. Dodici giugno, domenica di tormenti per chi avrà voglia e interesse a votare. Oppurre “tutti al mare disinteressatamente? Auspicabile non si debba registrare un ulteriore decremento dei votanti. Il rischio c’è allora va tenuto presente che la Città è chiamata a un appuntamento importante: di deve eleggere il nuovo Sindaco della “capitale” della Calabria e il “parlamentino” di Palazzo de Nobili. Tuttavia si fa sempre di più consistente la probabilità di dover ricorrere al secondo appello per il ballottaggio. Fra chi? Ci vorrebbe un pronostico di Giucas Casella, il più popolare fra i maghi e illusionisti per la sue performance televisive. Insomma non è facile! Perché sono in corsa “eserciti” più o meno corazzati. Per lo scranno di Sindaco, sei i candidati. Due soli simboli identitari di Partito: quelli del Pd e di Fratelli d’Italia. Diamo atto ad entrambi della loro coerenza, dell’orgoglio della appartenenza. Quel che lascia più interdetti è che non vedremo sulla scheda elettorale i logo di FI e Lega. Sono scomparsi? Con le loro liste si sono trasferiti, armi, voti e… bagagli, nella coalizione del candidato Valerio Donato che li ha accolti a braccia aperte ma con una rigida pregiudiziale politica: niente simboli del Partito. I due partiti usciti dal centrodestra hanno chinato il capo e via appassionatamente, nella coalizione “civica” del prof. Donato. FI e Lega, quindi, folgorati dal programma dell’ex esponente del PD! O da cosa altro? Forse promesse di posti di governo a Palazzo de Nobili in caso di vittoria? E se non si vince su questa sponda resterà l’amaro in bocca.
Inutile sforzare la mente per ricordare a se stessi e al prossimo –che non ha vissuto tante competizioni elettorali- che Catanzaro vive , in questa prossima tornata, la sua vera prima volta caratterizzata da confusione, affollamento di batterie di liste, soprattutto di contraddizioni, di trasformismi. E a tal propositi ci piace segnalare una riflessione fatta dal senatore Donato Veraldi, (un politico catanzarese di lungo corso che ha vinto tutte le tappe degli impegni politici con importanti cariche elettive istituzionali compresa quella di europarlamentare) e postata su un suo profilo social.
lA RIFLESSIONE DEL SENATORE DONATO VERALDI
“E adesso tocca a loro, ai 6 candidati a Sindaco ,ai 708 e candidati a Consiglieri sparsi in 23 liste.Il 12 Giugno si vota a Catanzaro ,capoluogo della Regione .Le prove libere sono terminate, adesso si fa sul serio ,si corre per vincere. È festa grande per la democrazia.Non mancano i mugugni , le critiche ,ma quanto dureranno ?!.Catanzaro ama Catanzaro ,Catanzaro ama discutere , nei bar ,nelle Associazioni ,nei Club,alla Villa e soprattutto sul Corso Mazzini ,quando ,a sera ,si percorrono le solite 4/
5“vasche” .Chiacchiere e tabacchiere di legno,infiorettate da ironiche battute e sottili stilettate.Troppi candidati a Sindaco , una deriva il numero dei candidati a Consigliere,lasaga del trasformismo, sono gli argomenti più gettonati.Sfottò,velata amarezza,mamalanimo mai.Le prove generali ,poi i n fondo non sono state male ,ma interessanti e gradevoli (si può dire così?).Ha dominato il campo il“dagli all’untore”per il deprecato trasformismo, e il “Cambia il maestro ma i suonatori sono sempre gli stessi “per il mancato rinnovamento .Tante pro-posti (scusate ho sbagliato ) volevo dire proposte e mai una ,sensata , e decente per combatterlo. È così semplice che mi pare ovvio ,della serie “Vai avanti tu che a me viene da ridere “Vale ed è essenziale il parere e la volontà dei candidati a Si ndaco,dei capi partito ,dei creatori di
coalizioni civiche dire No,non è possibile la candidatura.Paga pegno , altrimenti ,l’onore,l’etica,la democrazia ,la libertà e il popolo sovrano .”
Una campagna elettorale comunque da seguire e raccontare in ogni suo aspetto. Una campagna elettorale che farà storia per la politica catanzarese. A proposito ma la politica a Catanzaro si fa ancora? Certo! Soltanto che ognuno che la pratica si immedesima nel ruolo di leader, di stratega, di giocatore, spesso d’azzardo e d’assalto. Al potere, purtroppo fine a stesso.
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