di ENZO COSENTINO
Legittima l’alzata di scudi del centrodestra calabrese sulla nomina di Giuseppe Zuccatelli a commissario per la sanità con pieni poteri. Quelli dai quali, ormai, da decenni la politica di casa nostra è stata espropriata. Ma la “musica” è stata suonata da improvvisati direttori d’orchestra forse più idonei a dirigere una banda cittadina.
Gli esponenti politici ed istituzionali calabresi di FI, FdI, Lega esprimono il loro risentimento, comunque di parte. Ed è corale. Però non scalfiscono il Governo che, forse, se la cava con il solito sorrisetto dei furbi. Quasi per dire: sognavate che avremmo affidato un settore tanto importante ai nostri avversari? Giusto dal punto di vista Pd e 5Stelle (mettiamoci dentro anche Leu) che sulla sanità calabrese si apprestano a giocare una partita elettorale a scavalco del centrodestra per la nuova legislatura. Alla compattezza, ovvia, del centrodestra nel contestare il provvedimento governativo, fanno da contraltare alcuni differenti giudizi diversificati nel merito, in casa centrosinistra e soprattutto negli ambienti molto vicini al Pd ed anche strutture ufficiali del Partito. Sui social in tanti hanno espresso i loro punti di vista: quindi favorevoli e contrari. Sul nostro giornale abbiamo riportato fedelmente i pareri pervenutici. Evidentemente alla sinistra cui politicamente è legato, Zuccatelli non piace in maniera corale. Addirittura il prof. Valerio Donato ha scritto una lettera anche con appunti di possibili motivi d’incostituzionalità (LEGGI QUI).
E anche il Sindaco della Città Metropolitana di Reggio, Giuseppe Falcomatà, che è una “bandiera” del Pd reggino e non solo (già si ipotizza una sua non improbabile indicazione alla candidatura alla presidenza della Regione), ha manifestato il suo disappunto sull’operato governativo. Il fatto va comunque oltre la portata ideologica e delle persone. Intacca e non poco la qualità della politica calabrese. Ora si attendono anche interventi da casa PD in special modo da chi questo partito rappresenta nelle alte istituzioni.
Ma oramai la Calabria è abituata a prender sempre più schiaffi e qualche debole carezza, invece, come contentino. E’ arrivato dunque, dopo il generale (Cotticelli), il salvatore della sanità calabrese. Che già nella sua qualità di commissario sulla istituzione del Centro Covid ha avuto forti polemiche e contrasti. Tanto che il centro Covid non è partito. Il punto di questa riflessione, che non mette in discussione l’esperienza del nuovo commissario, è: ma in Calabria non vi sono risorse che potrebbero interpretare questo ruolo? Se così fosse, allora veramente “povera Calabria”!
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