Lega Pro C, Catania-Casertana a porte chiuse: la rabbia dei tifosi

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Catania-Casertana
  23 novembre 2019 11:15

"Il servizio di vigilanza non è conforme alle esigenze richieste". Catania-Casertana, secondo la decisione della Prefettura etnea e della Questura, domenica alle 15 si giocherà a porte chiuse. A meno di colpi di scena, perché le riunioni si stanno rinnovando ora dopo ora, una delle sfide più interessanti della Serie C meridionale non avrà i supporto del pubblico. In una nota spedita anche al club ospite è stata notificata la decisione del Prefetto: "Il Catania ha difficoltà a predisporre un servizio di steward conforme alle norme vigenti". E, poi, viene anche evidenziato il potenziale pericolo di scontri tra i tifosi delle due piazze: "Esiste un'acerrima rivalità, sfociata anche di recente in azioni violente". Il Catania ha preannunciato un comunicato nelle prossime ore, ma intanto sta cercando di ribaltare la decisione ufficiale presentando documenti che possano attestare la ristabilita possibilità di garantire sicurezza all'esterno dello stadio.

Sui social è esplosa la rabbia dei tifosi, specie degli abbonati che non potranno godersi un evento per cui avevano già pagato, ma anche la preoccupazione per il susseguirsi di eventi che non mettono a proprio agio una squadra costretta a inseguire le posizioni di vetta e non solo per via degli infortuni a catena che hanno privato il tecnico Cristiano Lucarelli di uomini importanti. Il tutto in una giornata in cui era prevista la conferenza stampa dell'Amministratore delegato Lo Monaco su questioni tecniche, sulle polemiche nate dopo sei sconfitte di fila esterne, anche per smentire voci di crisi all'interno del club.

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Ma un'ora prima, la società ha cancellato l'incontro con i giornalisti per fare la spola tra Questura e Prefettura. Qualche settimana fa la società che per anni aveva garantito il servizio d'ordine, la World Service, aveva deciso di disimpegnarsi dal club rossazzurro per spettanze arretrate non corrisposte. E così sono iniziati i problemi culminati con la decisione di chiudere le porte del Massimino.

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