di ENZO COSENTINO
Nella Lega il cambio di commissario regionale per guidare il partito di Salvini in Calabria era nell’aria, da tempo. Tanto è vero che circolavano voci di potenziali candidati nella griglia della scelta. L’unico dato certo, che non sarebbe stato “incoronato” a ricoprire il ruolo un personaggio venuto…da lontano. Ma una figura calabrese, di rilievo, scelta fra dirigenti e militanti emergenti del Partito. Dalla “rosa” a disposizione il leader, Matteo Salvini, sentiti - si presuppone - i leghisti più fidati, la sua scelta l’ha fatta, anche alla luce di considerazioni e riflessioni sulle varie vicende che in questi ultimi tempi si sono succedute all’interno della Lega. Fra azioni di conflitti non soltanto dialettici ma anche pratici, turbative con episodi violenti che nulla hanno a spartire con la sana “rivalità” politica anche all’interno dello stesso movimento, risultati elettorali un po’ scadenti e comunque distanti dalle aspettative leghiste, Salvini ha avvertito l’esigenza, questa volta, di non scostarsi nella scelta dal profilo di un politico calabrese e conoscitore del territorio e delle sue problematiche. Un amministratore. E così la scelta è caduta su Roy Biasi.
E’ lui il nuovo commissario regionale della Lega che incassa così un secondo incarico: a quello di neo sindaco di Taurianova (presentato dalla Lega), dunque, si aggiunge la nomina di partito. Due incarichi pesanti. Quello di Partito ha le sue peculiarità: i non pochi dissidi interni al “Carroccio” e pezzi importanti che salutano Salvini e company. Con un po’ di amaro in bocca, ovviamente. Il più recente a Vibo Valentia, con Angelo Carlutti. Ma il cortocircuito fra la Lega e Carlutti, che di Vibo è stato il questore - quindi uomo garante di legalità ed “educato culturalmente” al rispetto delle Istituzioni -, si è consumato. L’incarico che Salvini aveva assegnato a Carlutti aveva un riscontro con le tante esigenze del territorio sulle quali il primo coordinatore di Area per Vibo e provincia avrebbe dovuto mettere mano. “E sulle quali – ci ha dichiarato telefonicamente - nei cinque mesi di mandato avevo lavorato dal punto di vista progettuale".
Cinque mesi, però, come afferma lo stesso Carlutti, che son serviti e bastati a maturare il convincimento che la Lega di Salvini non avrebbe cambiato nulla in Calabria rispetto al passato. Un progetto, in particolare, la cui attuazione potrebbe essere stata frenata da condizioni interne al Partito? Garbata, ma decisa, la risposta: “Non intendo scendere nei dettagli.” Decisa anche la risposta alla domanda se il vento di cambiamenti nel Partito gli potrebbero far fare un passo indietro sul suo addio alla Lega: “E' irrevocabile”. E hanno un “suono” emblematico le conclusioni di Carlutti quando afferma che “dal 2 dicembre 2019 (circa un anno fa) il mio percorso politico con la Lega si è di fatto interrotto dopo pochissimo tempo per divergenze politiche”.
Eppure a Carlutti era stato proposto di svolgere il ruolo di vice coordinatore regionale con delega alla alla legalità e la supervisione dell’attività politica, a garanzia di trasparenza e legalità. "Detto incarico non è mai stato formalizzato e pertanto da me non espletato”. Perché si è determinata questa situazione, verrebbe da chiedersi. Qualcuno dall’interno avrebbe potuto fare ostruzionismo? Anche la Lega non si sottrae, quindi, al vezzo delle lotte intestine e dei veti nei partiti. Storia chiusa, dunque, quella fra Lega Calabria e Angelo Carlutti. Al neo commissario Roy Biasi, ora, il non facile compito di rimettere ordine ad organigrammi e progetti. Le elezioni regionali in Calabria bussano alle porte e Salvini e la Lega le guardano con interesse e ambizioni di risultati positivi.
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