“L’operazione Scirocco con l’indagine portata a termine dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza energetica e del Cufaa in Calabria, nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - conferma quanto sia importante la nostra attività di monitoraggio sui territori che portiamo avanti ogni anno sia con Goletta Verde, la nostra storica campagna estiva con la quale monitoriamo lo stato di salute del mare e delle coste denunciando il problema cronico della maladepurazione, sia con il report di denuncia Mare Monstrum. In particolare, l’analisi da parte delle forze dell’ordine con i nostri dati ha permesso di svelare fenomeni criminali assai diffusi legati sia alla maladepurazione sia ai traffici che agli smaltimenti illegali dei fanghi di depurazione. Ci costituiremo parte civile nel procedimento aperto dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro per chiedere che venga fatta ecogiustizia in nome del popolo inquinato”.
“Da anni – aggiunge Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – denunciamo il fenomeno della maladepurazione in Calabria che, soprattutto in alcune zone, per come messo in luce dai monitoraggi di Goletta verde, presenta problemi ricorrenti ed irrisolti con aree fortemente e costantemente inquinate. Il nostro territorio, soprattutto costiero è purtroppo interessato da fenomeni illegali sempre più diffusi come ha evidenziato anche la nuova operazione Scirocco. L’auspicio è che la Calabria possa, finalmente, accelerare il passo per superare le problematiche connesse alla mala depurazione con attività di prevenzione e contrasto delle illegalità sempre più incisive tutelando il mare e gli ecosistemi, l’ambiente e la salute dei cittadini oltre che l’economia regionale. Il futuro della nostra bellissima regione è strettamente e necessariamente connesso alla salvaguardia ambientale”.
Legambiente ricorda che stando al suo ultimo report Mare Monstrum tra le regioni a tradizionale presenza mafiosa, nel 2022 la Calabria con 1.490 reati si trova al quinto posto in classifica per illeciti lungo le coste e il mare. A livello nazionale l’associazione ambientalista ricorda che l’Italia sino ad oggi ha incontrato serie difficoltà nell’adempiere i propri obblighi ai sensi della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. ll tasso di conformità in Italia è pari al 56%, al di sotto della media UE del 76%. Gli scarichi di acque reflue urbane contribuiscono in modo significativo a una qualità dell’acqua non buona nel 45,8% dei corpi idrici superficiali (tra fiumi, laghi, transizione e costieri).
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