Legambiente: "No alla centrale a biomasse a Girifalco"

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Una centrale a biomasse
  03 ottobre 2019 16:53

di MASSIMO PINNA

No ad una centrale a biomasse a Girifalco.

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Una richiesta di diniego al Pas, la procedura autorizzativa semplificata presentato dalla ditta Vitale Sud al Comune di Girifalco, che il circolo di Legambiente ha presentato ufficialmente al comune di Girifalco, al responsabile dell’area tecnica Maurizio Benvenuto e all’assessore all’ambiente della giunta Cristofaro, Nando Cosco. “Per noi di Legambiente, boschi, alberi, biomasse, vanno utilizzati in modo sostenibile e responsabile, non certo come combustibile. Siamo sul territorio e vigileremo sulla vicenda come sempre si tratti di ambiente".

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Legambiente Girifalco, con il presidente Francesca Mendicino, ha presentato, con la richiesta di diniego, una serie di osservazioni di tutto rispetto per sostanziare il no ad un impianto simile sul territorio di Girifalco. Intanto, sull’approvvigionamento delle materie prime. “Diversi studi mostrano che in Calabria negli ultimi anni vi è stato un notevole aumento della disponibilità di biomasse provenienti dalla manutenzione boschiva nonché dagli scarti di lavorazione in segheria, dalla potatura del verde pubblico e dalle ramaglie da attività agricole varie, raddoppiando, di fatto, le tonnellate. Nonostante ciò  - si legge nel documento - per far funzionare gli impianti esistenti si importano grossi quantitativi di biomassa dall’estero”. Pertanto, la centrale che la Vitale chiede di realizzare a Girifalco, “prevede di impiantare alberi per poi utilizzarli come combustibile, inoltre, molte delle aree indicate come disponibili sono boschi o zone con vincoli paesaggistici. È palese  - affermano - che l’intervento non è sostenibile, si piantano alberi con un solo scopo: essere bruciati. Alberi che devono, naturalmente, prima crescere, e nel frattempo?”. Poi, dai documenti esaminati “non è stato rinvenuto l’elaborato che illustra il ciclo produttivo comprensivo degli scarti di lavorazione (emissioni e rifiuti), il loro quantitativo, le caratteristiche il sistema di trattamento/smaltimento, ecc. È noto  - sottolineano - che gli scarti degli impianti di biomasse comunque inquinano, ometterne le caratteristiche non denota bene sulla qualità del sistema produttivo”.

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Ma come quasi sempre, c’è di più. “Nel bilancio economico non è spiegato quali sono i costi di pretrattamento della materia prima. Le biomasse hanno dell’umidità residua, che incide sul rendimento complessivo dell’impianto, e, quindi, sulla convenienza economica di utilizzo di fonti diverse di biomassa. Questa a seconda della provenienza (FORSU, Legno, Biogas), deve essere trattata con sistemi biochimici (fermentazione o digestione) o termochimica (pirolisi o gassificazione)”. In sintesi, “allo stato il procedimento autorizzativo semplificato risulta carente di documentazione e pareri".

"Pertanto – concludono - chiede che Codesto Ufficio chiuda il procedimento con un diniego”.

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