Legambiente, tra le menzioni speciali del Premio CERS 2025 anche la Comunità energetica a San Ferdinando e Gioia Tauro

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images Legambiente, tra le menzioni speciali del Premio CERS 2025 anche la Comunità energetica a San Ferdinando e Gioia Tauro
Anna Parretta, presidente regionale Legambiente
  26 maggio 2025 12:59

 In Italia negli ultimi 20 anni le rinnovabili, così come le buone pratiche energetiche, registrano una lenta ma importante crescita e diffusione. La conferma arriva dai dati del nuovo report di Legambiente “Comuni Rinnovabili”, realizzato in collaborazione con il GSE e arrivato alla sua XX edizione, dalle oltre 350 esperienze virtuose censite in questi anni e dalle cinque realtà vincitrici del Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (C.E.R.S), premiate oggi dall’associazione ambientalista e da Generali Italia a Roma.

I numeri parlano chiaro: nella Penisola dal 2004 al 2024 le rinnovabili sono passate da 20.222 MW a 74.303 MW di potenza efficiente netta installata, con una media pari a 2.704 MW l’anno, e facendo registrare un incremento di 54.081 MW, + 267%. In 20 anni è cresciuto anche il numero degli impianti: se nel 2004 erano appena 2.452, nel 2024 si arriva a oltre 1.893.195 milioni di installazioni. Solare fotovoltaico, eolico ed idroelettrico sono le tre fonti rinnovabili cresciute maggiormente in questi venti anni. Il solare fotovoltaico dal 2004 ad oggi ha registrato una crescita di 37.085 MW distribuiti in 1,8 milioni di impianti, di cui 276mila solo nel 2024 e i Comuni dove sono state installate queste fonti pulite sono passati nell’arco di vent’anni da 74 a 7.873. L’eolico nello stesso periodo è cresciuto di 11.890 MW e gli impianti sono passati dai 120 del 2004 ai 6.130. Inoltre, ben 685 MW di eolico sono stati realizzati nel 2024 grazie alla realizzazione di 84 nuovi impianti che, nonostante le tante opposizioni, hanno coinvolto ben 66 Comuni. L’idroelettrico è passato da 17.055 MW del 2004, distribuiti su 2.021 impianti, a 18.992 MW su 4.907 installazioni nel 2024. Più stabile ma comunque in crescita, anche la geotermia ad alta entalpia che dal 2004 al 2024 è cresciuta di 136 MW, mentre le bioenergie sono passate da 1.346 MW a 3.802 MW distribuiti in almeno 3.054 Comuni. Dati sicuramente importanti ma su cui, per Legambiente, è fondamentale accelerare il passo visti i ritardi accumulati rispetto all’obiettivo 2030 e gli importanti benefici, tra cui quelli occupazionali e sulle bollette che genera questo settore. L’Italia con 212mila persone è in Europa al secondo posto, dopo la Germania, per persone occupate nel settore delle rinnovabili. Oltre la metà, 135 mila, sono impiegate nel settore delle pompe di calore nel quale la Penisola detiene il primato assoluto per impiego tra i paesi dell’UE. Eolico e fotovoltaico in Italia valgono invece, rispettivamente, 9mila e 26,5mila posti di lavoro.
 
PREMIO C.E.R.S 2025: Altro segnale importante arriva dalle 350 buone pratiche censite in questi anni da Legambiente e dalle comunità energetiche rinnovabili e solidali che ben raccontano la rivoluzione in atto nel Paese che parte anche dal basso. Dalla Toscana al Lazio, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, passando per la Calabria, sono cinque quelle premiate a livello nazionale oggi da Legambiente e Generali Italia, con la seconda edizione del Premio C.E.R.S 2025Medaglia d’oro alla Fondazione CER ITALIA (AR), voluta e promossa dal Comune di Montevarchi. Con una configurazione che si è sviluppata inizialmente intorno a una cabina primaria e poi estesa a livello nazionale, questa CERS conta oggi oltre 400 aderenti, tra cittadini, imprese, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche. Medaglia d’argento alla Comunità Illuminati Sabina - Montopoli di Sabina (RI), che nasce per iniziativa di un gruppo eterogeneo di cittadini, associazioni e piccole aziende agricole nel cuore della Sabina reatina. Costituita come associazione ETS, questa C.E.R.S. copre tre cabine primarie e si fonda su principi di mutualismo sociale. Medaglia di bronzo per la Comunità solare di Lodi, Piacenza e Milano, una cooperativa-impresa sociale che coinvolge cittadini, associazioni, cooperative e parrocchie di diversi territori della Lombardia. Ogni configurazione territoriale ha un proprio Comitato Soci per la gestione dei benefici derivanti dalla condivisione energetica. La produzione proviene da oltre 100 impianti fotovoltaici (3.000 kW complessivi previsti entro fine 2025), in parte realizzati attraverso gruppi di acquisto solidale. Due le menzioni speciali assegnate: la prima alla CER Vele a Roma, la prima comunità energetica del centro storico di Roma, nata grazie alla spinta dell’Istituto Leonarda Vaccari e di organizzazioni del Terzo Settore, con il supporto del Municipio.  La seconda alla Comunità energetica CERNES in Calabria - San Ferdinando e Gioia Tauro (RC). Nata dall’impegno di cittadini e della Parrocchia di San Ferdinando, si fonda su un modello solidale ispirato all’enciclica 'Laudato Si’' di Papa Francesco. I due impianti fotovoltaici attivi (25,36 kW totali) producono circa 35.000 kWh l’anno, evitando l’emissione di oltre 14 tonnellate di CO2.
 
“Nel 2024, a livello mondiale, - commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - il mercato delle fonti pulite ha fatto registrare maggiori investimenti di quelli delle fossili. Un dato importante che, insieme a quello di Comuni Rinnovabili, indica chiaramente quale sia la strada da seguire. Per contrastare la crisi climatica e ridurre il costo delle bollette, è fondamentale che l’Italia acceleri la realizzazione di impianti a fonti pulite, ma anche di reti, accumuli, efficienza energetica, elettrificazione dei consumi termici e di quelli legati alla mobilità. Servono, inoltre, politiche nazionali, regionali e comunali in grado di accogliere la trasformazione in corso, lavorando anche sull’accettabilità sociale e su una maggiore partecipazione dei territori, snellendo gli iter autorizzativi e rimuovendo quegli ostacoli burocratici e i decreti sbagliati che ad oggi ne frenano lo sviluppo, come quello sulle Aree idonee che la recente sentenza del TAR del Lazio ha sostanzialmente smontato. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica non faccia ricorso al Consiglio di Stato e corregga speditamente il decreto per recuperare il tempo perso nell’ultimo anno”.
 
“Il nostro Paese – aggiunge Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente - deve assolutamente accelerare il passo, visto il grande potenziale e l’interesse che le imprese hanno nel voler realizzare impianti. Basterebbe guardare a cosa accade in Paesi come Spagna e Germania dove, grazie ad una produzione da rinnovabili che supera il 60%, le bollette elettriche sono decisamente più basse di quelle italiane, ma anche di un Paese nucleare come quello francese. Una percentuale a portata di mano di mano per l’Italia e raggiungibile in poco tempo, anche grazie al prezioso lavoro di tante imprese che ancora scommettono sul nostro Paese. Per far ciò serve una buona dose di coerenza e coraggio, la stessa che in questi anni stanno dimostrando di avere già da tempo le tante buone pratiche che abbiamo censito ma anche le comunità energetiche che abbiamo premiato oggi.”
 
Obiettivo 2030 e ritardi rispetto alle sorelle europee: A preoccupare sono anche i ritardi dell’Italia rispetto all’obiettivo 2030 e il muro che diverse Regioni stanno innalzando sul tema aree idonee, a partire da Sardegna e Toscana. Entro il 2030 l’Italia dovrà raggiungere, secondo quanto previsto dal decreto Aree idonee, 80.001 MW di nuova potenza considerando le installazioni realizzate a partire dal 2021. Un obiettivo lontano dato che con le installazioni degli ultimi quattro anni il Paese ha raggiunto appena il 24,1% dell’obiettivo - 19.297 MW di nuova potenza installata dal 2021 al 2024. Per colmare questo ritardo, l’Italia dovrà realizzare nei prossimi 5,5 anni 60.704 MW, pari ad una media di 11.037 MW l’anno. Parliamo di almeno 3.557 MW in più rispetto a quanto fatto nel 2024 (7.480 MW).
 
Proposte Legambiente: Di fronte a questa fotografia Legambiente, tra le 12 proposte fatte al Governo, chiede in primis di rivedere al più presto il Decreto sulle Aree Idonee, vista anche la sentenza del TAR Lazio, ma anche la Legge 199/2021 dando alle Regioni indicazioni univoche e meno ideologiche, a partire dalle distanze tout court da beni culturali, siti Unesco ma anche da strade, autostrade, siti industriali. Rivedere il decreto Agricoltura, prevedendo la possibilità di poter realizzare impianti sui terreni agricoli non produttivi, in quelli degradati o inquinati. Accelerare gli iter autorizzativi per velocizzare la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili, a partire dalle attività di repowering degli impianti eolici già esistenti. Attuare al più presto politiche di accelerazione per la realizzazione dei grandi impianti e valorizzare le filiere industriali collegate alle rinnovabili proprio con l’obiettivo di trasformare la crisi energetica e climatica in un’opportunità per il Paese e per i territori. Rivedere il contingente per l’eolico offshore previsto dal Decreto FER2 che si ferma a 3,8 GW contro un potenziale di 15 GW, un passaggio necessario anche per stimolare la nascita di filiere industriali legate a questa tecnologia, garantendo tra l’altro la riconversione di industrie oggi in crisi. Ma per accelerare la transizione energetica è importante anche fornire i giusti strumenti, tra questi: completare, al più presto, l’organico della Commissione PNRR - PNIEC del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, rafforzando anche il personale degli uffici regionali e comunali preposti alle autorizzazioni, senza dimenticare di completare e accelerare la transizione verso il prezzo zonale formato in base al sistema energetico delle varie aree geografiche. A tal proposito, occorre eliminare al più presto il corrispettivo aggiuntivo stabilito da Arera che unifica i prezzi a livello nazionale, ma anche lavorare per dividere nel prezzo finale quello relativo al gas e rinnovabili. Non solo, ma per accelerare sulla transizione è fondamentale lavorare anche su una necessaria accettabilità sociale degli impianti, e a tal fine fondamentale avviare una campagna di informazione capillare nei territori sui vantaggi di queste tecnologie.
 
Il Report completo su www.legambiente.it

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