"L’obbligo di raccogliere migliaia e migliaia di firme, per poter validamente presentare una lista alle prossime elezioni regionali, unita allo sbarramento della rappresentanza all’8%, finisce per comprimere gli spazi di democrazia e di scelta da parte dei cittadini e, di riflesso, privilegiare la “casta” Certo, ci sarebbe il DL nr.26 del 20 aprile 2020 a prevedere (art. 1bis) la riduzione di un terzo delle sottoscrizioni necessarie. Ma i nostri consiglieri regionali erano fin troppo impegnati nel rimpolpare strutture e staff, dispensando incarichi senza risparmiarsi, per pensare di occuparsi della pluralità democratica. Un comportamento imbarazzante - specie se consideriamo le restrizioni che si susseguono da marzo - che finisce per umiliare la democrazia ed impedire ogni forma di dissenso". Lo afferma Francesco Di Lieto, vice presidente nazionale del Codacons.
"Per scardinare questa sorta di partito unico appare doveroso richiedere l’intervento del Ministero degli interni e del Presidente della Repubblica affinché consentano la deroga alle raccolte di firme alla luce dell'emergenza sanitaria in atto. Emergenza che limita la campagna elettorale e le possibilità di incontro con i cittadini. Qui non si tratta solo di una violazione della Carta Costituzionale, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo ...ma del buon senso. Imporre la raccolta delle firme rischia di esporre - irresponsabilmente - i cittadini ad assembramenti e creare potenziali occasioni di contagio. A meno che l’obiettivo non sia proprio quello di sbarazzarsi delle voci scomode. Dimenticando che la pluralità è sempre stata una ricchezza", ha aggiunto Di Lieto.
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