Lettera a Tito, Badolato citato da Vincenzo Villella in “Ebrei di Calabria e in “Lamezia Storica”

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images Lettera a Tito, Badolato citato da Vincenzo Villella in “Ebrei di Calabria e in “Lamezia Storica”

  06 maggio 2024 09:28

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, grazie al giornalista, storico e scrittore lametino prof. Vincenzo Villella (nato a Conflenti CZ il 15 agosto 1947), Badolato, mio paese natìo da cui sono esule in Molise dal primo novembre 1988, ha avuto una piccola parte di ribalta in sue recenti pubblicazioni. Infatti lo troviamo alla pagina 499 del libro fresco di stampa “EBREI DI CALABRIA” (edito nel marzo 2024 da Grafiché di Lamezia Terme) e in due distinti articoli della rivista quadrimestrale LAMEZIA STORICA (di cui lo stesso Villella è fondatore e direttore) nel fascicolo del 30 aprile 2024, appena andato nelle edicole o nelle case degli abbonati. Ma, andiamo con ordine.

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EBREI DI CALABRIA

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In questo volume di ben 560 pagine (cm 15 x 20.8 x 3.3) a Badolato è stata dedicata la pagina a colori 499. In alto c’è una foto panoramica del borgo verso la marina con la seguente didascalia: << Badolato uno dei borghi più belli d’Italia, conserva il toponimo “Chjanu de Brei” (Il pianoro degli ebrei) >>. In basso è riprodotta parte della delibera municipale manoscritta con la quale il 5 febbraio 1939 (a séguito delle leggi razziali fasciste) la “Via degli Ebrei” veniva rinominata “Via Corsica” tutt’ora esistente … come, appunto, ìndica la didascalia << Badolato: la plurisecolare “Via degli Ebrei” è stata cambiata in “Via Corsica” durante il fascismo nel 1939 >>. Dobbiamo la ricerca e la foto della Delibera municipale del 1939 alla gentilezza dell’ex Ufficiale di Anagrafe Comunale, Vincenzo Serrao (nato in Badolato 17 marzo 1948) che ringrazio pure qui per la sempre squisita disponibilità alla collaborazione socio-culturale.

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La più recente pubblicazione “EBREI DI CALABRIA” (con la bella copertina di Antonello Villella) e in pratica un’edizione aggiornata ed arricchita di molto rispetto ai suoi libri “La judeca di Nicastro e la storia degli Ebrei in Calabria” (2005) e ”GIUDECCHE DI CALABRIA” (2014). Nell’edizione fresca di tipografia, oltre alla numerosa e importante bibliografia (pagine 529-555) la narrazione (suddivisa in otto capitoli) offre un quadro il più esaustivo e disponibile attualmente sullo stato delle ricerche e della conoscenza di un tema a lungo ignorato (volontariamente o negligentemente?). Dopo la lettura delle 560 pagine ognuno può rendersi conto che in Calabria la capillare diffusione degli Ebrei è così tanta e radicata negli ultimi due millenni che ci rende quasi tutti parenti o, comunque, legati da una “fraternità” locale inter-etnica, inter-culturale e inter-religiosa. A corredo del volume, nelle pagine 497-528, sono evidenziate sessanta foto in gran parte a colori che descrivono luoghi, persone e situazioni.

IMPORTANZA DI TALE STUDIO STORICO

Giulio Disegni (vice Presidente UCEI – Unione Comunità Ebraiche Italiane) nella Prefazione, così si esprime, tra tanto altro: << Con dovizia di particolari e di puntuali riferimenti storici, il libro di Villella ci conduce in una quantità di città, paesi, borghi in cui è disseminata la presenza ebraica, sempre con un’attenzione particolare alla società circostante, alle dinamiche politiche, sociali ed economiche che fanno da sfondo alla plurisecolare vicenda ebraica >>.


Klaus Davi e Jewish Calabria 

Nella Postfazione di pagina 493, il noto giornalista e massmediologo Klaus Davi (molto impegnato nelle comunità ebraiche così come nel progetto “Jewish Calabria”) ha così precisato: << La Calabria è stata uno dei centri più notevoli e caratteristici della vita ebraica in Europa, un caposaldo dell’ebraismo mediterraneo ed ha un posto centrale nella storia dell’ebraismo mondiale. In questo campo la Calabria ha diversi importanti primati. La sinagoga di Bova Marina è considerata la seconda più antica dopo quella di Ostia. Nel 1475 a Reggio Calabria fu stampato dal tipografo ebreo Abraham Garton, per la prima volta nel continente europeo con caratteri ebraici mobili, il “Commentarius in Penthateucum” di Rabbi Salomon Jarchi bar Isaac. A Salonicco, a Istanbul e a Costantinopoli esisteva una “collettività” chiamata Calabria. A Santa Maria del Cedro ogni anno i rabbini vengono a raccogliere il cedro per la “Festa delle Capanne”. E’ auspicabile, pertanto, un serio e vasto piano di ricerca a lungo raggio in tutti i comuni della regione per ricostruire questa storia straordinaria >>.

INDICE DEL LIBRO

Giusto per dare un’idea, ripoto qui di sèguito almeno i titoli degli otto capitoli di cui si compone il “trattato” del prof. Vincenzo Villella. Dopo la Prefazione di Giulio Disegni e la Introduzione dello stesso Autore, troviamo alle pagine 25-93 il capitolo primo “Gli Ebrei in Calabria, testimonianze e studi”; capitolo secondo, pagine 95-110 “Gli Ebrei in Calabria nel periodo normanno (1061-1195)”; capitolo terzo, pagine 111-124 “L’antigiudaismo canonizzato – Il Concilio Lateranense quarto (1215)”; capitolo quarto, pagine 125-153 “Dalla discriminazione all’accoglienza – La politica filoebraica di Federico II”; capitolo quinto, pagine 155-149 “Le giudecche e l’economia calabrese – Dagli Angioini (1266-1441) agli Aragonesi (1442-1501)”; capitolo sesto, pagine 251-380 “Benevolenza e accoglienza sotto gli Aragonesi (1442-1734) – Le concessioni di Alfonso il Magnanimo”; capitolo settimo, pagine 381-440 “La fine delle giudecche”; capitolo ottavo, pagine 441- 491 “Dal rimpianto per gli Ebrei ai ghetti”. Seguono quindi la Postfazione di Klaus Davi a pagina 493, le Immagini (495-494) e la ricca Bibliografia (529-555).

GLI EBREI TRA BADOLATO IN VENDITA E CROTONE

Caro Tito, adesso capisco ancora meglio ciò che avevo intuìto già nel 1986-88 durante il clamore suscitato dalla vicenda “Badolato paese in vendita” quando i primi a rispondere al mio SOS per salvare il borgo dallo spopolamento e dal conseguente sgretolamento anche edilizio furono proprio gli Ebrei d’Israele e degli Stati Uniti. Infatti, appena il giornalista israeliano Yossi Bar (corrispondente da Roma) ha fatto pubblicare dal maggior quotidiano di Tel Aviv l’annuncio del paese in vendita, hanno espresso il loro interesse tre immobiliari del suo Paese e una immobiliare ebraica di New York. Tutti mi hanno detto che consideravano la Calabria un luogo amico da sempre e ideale per le loro attività e vacanze, poiché la nostra regione aveva tutto (mare, montagne, laghi, aria salubre e silenzio) proprio come avevo specificato io nel luglio 1982 con la pubblicazione dei due opuscoli (Comune e Pro Loco) “Badolato 4 dimensioni: mare, collina, montagna e lago”.

Quando la Regione Calabria, con l’intervento ufficiale del suo assessore al turismo Ubaldo Schifino (comunista di Crotone), ha detto NO alla vendita in blocco agli Israeliani … taluni rappresentanti di queste quattro immobiliari mi hanno detto chiaramente che non potevano rinunciare alla Calabria, terra troppo bella e tranquilla, con un popolo fratello da millenni. Infatti, poi il loro interesse (con il nome dell’imprenditore israeliano David Appel, amico e forse socio dell’allora primo ministro Ariel Sharon) si trasferì sempre sullo Jonio, a Crotone, nei cui immediati dintorni avrebbero voluto costruire il mega-villaggio turistico “Euro Paradiso” contro cui hanno fortemente manifestato gli ambientalisti. Sfumato “Euro Paradiso” il progetto fu riproposto come “Magna Grecia Park” e poi ancora come “Antica Crotone” (vedi sull’argomento “mega-villaggio Euro-Paradiso Crotone”, tra i numerosi esempi: << https://progettomediterraneo.blogspot.com/2006/11/europaradiso-ci-credo-e-non-ci-credo.html >> del 2006 e  << https://cn24tv.it/page/4001/europaradiso-torna-in-calabria-enzo-frustaci-paladino-del-mega-insediamento-entra-nello-staff-del-sindaco-di-crotone.html >> del 2020). C’è da riflettere.

LAMEZIA STORICA è una bella rivista di 80 pagine a colori su carta patinata, fondata e diretta da Vincenzo Villella che si avvale di firme autorevoli così come di semplici collaboratori sparsi nel territorio calabrese (a volte anche fuori confine). E’ stampata dalla Tipografia-Editrice GRAFICHE’ di Antonio Perri (perri16@gmail.com) che ne cura pure la diffusione. Benché tale testata può fare intendere che riporti soltanto argomenti del lametino e immediati dintorni, in pratica allarga la narrazione a tutta la Calabria e all’intero universo-mondo quando ha a che fare con la nostra regione. Tanto è vero che sarebbe meglio denominarla CALABRIA STORICA. Ogni volta contiene, in media, la descrizione di 15 – 20 temi storico-culturali, spesso legati a personaggi e a temi noti o sconosciuti. Nel numero in edicola adesso, uno speciale è dedicato al grande poeta Franco Costabile (Sambiase 1924 – Roma 1965). Seguono articoli sul dialetto; sul Museo dedicato alla compianta cantante Dalidà a Serrastretta; sui vasai di Calabria; sul territorio tra il fiume Stilaro e le Serre Joniche; sul terremoto lametino del 1630; sui villaggi rupestri calabresi; sull’artista Max Marra; sui mosaici romani di Vibo Valentia; su Gioacchino da Fiore; sullo scoutismo lametino; sulla Fondazione Augurusa e su Paolo Chirumbolo.

LAMEZIA STORICA del 30 aprile 2024 ospita pure un mio articolo sui CALANCHI DI CALABRIA (alle pagine 38-41) dove in particolare descrivo quelli di Badolato e dintorni (specialmente Santa Caterina dello Jonio e Guardavalle), quelli arcinoti di Palizzi e del Crotonese dove (negli anni 60 e 70) sono stati girati film western con attori famosi e dove Pier Paolo Pasolini ha realizzato parte della sua celebre pellicola “Il Vangelo secondo Matteo” (proiettata nelle sale dal 02 ottobre 1964).

In alcuni territori vengono assai valorizzati (come in Francia, specie a Marsiglia) con veri e propri Parchi; però in genere vengono ignorati come zone inutili mentre invece sono pieni di vita e di caratteristiche tali da poter costituire una risorsa. Comunque qualcosa comincia ad essere valorizzata pure in Italia.

Altro articolo dove viene più volte citato Badolato è quello firmato dallo stesso direttore Villella e riguarda “Dialetto, Storia, Identità” (pagine 16-20).

Alla parte superiore della pagina 20 campeggia una bella ed emblematica foto realizzata su “Badolato paese in vendita” da un giornalista francese nel febbraio 1988 e che qui riproduco. In Lamezia Storica è indicata con la seguente didascalia: “Badolato.

Da paese in vendita a uno dei borghi più belli d’Italia”. Inoltre, si fa riferimento al Vocabolario dialettale badolatese di Pasquale Andreacchio, pubblicato di recente, e ai volumi di Enrico Armogida (per Sant’Andrea Apostolo dello Jonio” e di Michele De Luca (per l’intera Calabria).

LE ALTRE OPERE DEL PROF. VILLELLA

Non posso concludere questa “Lettera n. 534” senza prima dare almeno uno sguardo sintetico alle altre principali Opere del tanto prolifico Vincenzo Villella (giornalista, storico, socio della Deputazione di Storia Patria – Sezione Calabria) pure per capire il tipo di interessi tematici. Ecco: La Calabria della rassegnazione (tre volumi 1984, 1985, 1986); L’albero della libertà (1987); Lotte per la terra e il lavoro in Calabria (1988); Chiesa, società e comunismo in Calabria nel secondo dopoguerra (1990); Trono, altare e sette nella Calabria risorgimentale (1997); Scheria, la terra dei Feaci. La piana lametina dalla protostoria alla modernità (2004); La judeca di Nicastro e la storia degli Ebrei in Calabria (2005); I briganti del Reventino (2006); Le reliquie di Sant’Eufemia (2011); Figli di nessuno, figli della colpa. Esposti, proietti e trovatelli nell’emarginazione sociale dei secoli XVIII e XIX in Calabria (2013); Lamezia (2013); Giudecche di Calabria (2014); Lamezia Terme nella storia del Mezzogiorno (2018); Joachim Murat. La vera storia della morte violenta del re di Napoli (2019) …

Le vittime di Giovanni Calvino (2020); Genti e paesi del comprensorio lametino (2020); Arturo Perugini e la nascita di Lamezia Terme (2021); Ho fame dunque sono (2022); I dèmoni della Santa Fede (2023). Il prof. Villella è stato direttore della collana “Ricerche e studi storici sulla Calabria” per la casa editrice la Modernissima di Lamezia Terme. Dal 1990 al 1996 ha diretto la prestigiosa e memorabile rivista trimestrale di cultura meridionale “Il Corriere Calabrese”. Attualmente è direttore della “Collana Mnemosine di memorie e storia locale” oltre che, ovviamente, della rivista “Lamezia Storica” (Quadrimestrale regionale di storia, natura, arte, senso dei luoghi). Per la sua lunga e poderosa attività culturale ha ricevuto numerosi premi. Tra l’altro ha scritto pure su temi della Calabria Prima Italia.

SALUTISSIMI

Caro Tito, come hai potuto constatare, la caratura intellettuale e sociale di Vincenzo Villella è davvero notevole e molto preziosa specialmente per la nostra Comunità calabrese. Lo conosco da pochi anni e soltanto tramite i suoi libri, numerose telefonate e messaggi elettronici. Non ci siamo ancora mai incontrati di persona. A parte la tanta stima, nel mio immaginario è (come altri amici nati tra il 1947 e il 1949) il fratello (quasi coetaneo) che non ho mai avuto, poiché due sono morti alla nascita poco prima di me: Ottavio nel 1947 e Francesco nel 1948. Ad essere sincero mi è sempre mancato un fratello leggermente più grande di me. Dei tre fratelli maggiori (Giuseppe del 1930, Vincenzo del 1932 e Antonio del 1935) non ho mai conosciuto per vari motivi Giuseppe (partito per l’Argentina quando avevo appena tre mesi) mentre Vincenzo (con 18 anni di differenza) e Antonio (con 15) sono stati assai importanti per me più come una quasi figura paterna che come veri e propri fratelli. Infatti, ho considerato mio padre quasi un nonno poiché mi passava 45 anni, un’età che allora era propria dei nonni.


Vincenzo Villella

Vincenzo Villella ha un carattere molto mite ed affettuoso sicuramente con tutti, poiché questa è la sua ìndole. Quasi certamente lo è stato con tutte le generazioni dei suoi alunni nei lunghi anni di docenza. Anche se, in verità, è una persona di un carattere assai forte e deciso, tenace e irriducibile con una forza di volontà assai rara.

D’altra parte basterebbe notare la qualità e la quantità della sua produzione intellettuale e i gravosi impegni (pure relazionali) necessari come direttore responsabile e/o editoriale. Non so da dove prenda tutta questa energia, nonostante problemi di salute portati dall’età come per quasi tutti noi.

Non finirò mai di ammirarlo pure per questo. Spero un giorno di poterlo conoscere di persona, magari a Lamezia. Intanto lo ringraziamo per tutto ciò che fa per la Cultura, in particolare per noi calabresi.

Ritenendo di aver dato un orientamento almeno minimo sui suoi scritti e sulla sua personalità, prendo congedo da questa “Lettera n. 534” in attesa della prossima 535.  Per la cui trattazione ho imbarazzo di scelta. Ti ringrazio e ti saluto assieme ai nostri sempre gentili lettori. A presto! Cordialità, Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, domenica 05 maggio 2024 ore 20.28 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.

 

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