di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, qualche giorno fa, lo scorso mercoledì 30 agosto alle 09.09 hai pubblicato https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-478-auspicabile-libro-fotografico-su-badolato-cz-e-per-ogni-altro-paese/. Nella stessa giornata ho avuto numerosi riscontri di vario genere. Uno di questi proveniva dal dottore giornalista Santo Strati il quale (oltre ad essere fondatore e direttore del quotidiano digitale “Calabria.Live” ) è anche editore di libri web e cartacei.
Mi ha telefonato per propormi di dare alle stampe, gratuitamente, l’auspicato libro fotografico su Badolato che potrebbe avere notevole successo dal momento che questo mio paese è ormai molto conosciuto e frequentato da turisti e viaggiatori, specialmente dopo i clamorosi eventi legati al “paese in vendita” (1986-88) e all’accoglienza ai profughi curdi della nave Ararat (1997-2002), ma anche per l’intraprendenza delle nuove generazioni di giovani imprenditori locali che riescono ad attirare visitatori e curiosi da ogni parte del mondo. Tra tanto altro, tale fotolibro sarebbe un utile strumento di maggiore e migliore attrazione turistica e conoscitiva di uno dei paesi più belli d’Italia del cui circuito fa parte. Oltretutto, un libro fotografico è una preziosa testimonianza storico-sociale come poche altre al mondo. Con un fascino, una suggestione ed un’emozione del tutto particolari. Un libro da tenere nelle famiglie e studiare pure nelle scuole ed ovunque possibile.
Da quando la breve “Lettera n. 478” è apparsa in internet, si sono fatti avanti altri editori disposti a pubblicare in cartaceo il fotolibro, però a condizioni meno vantaggiose del tanto gentile e signorile Santo Strati, il quale si è sempre mostrato disponibile ad evidenziare i miei e gli altrui comunicati-stampa su Badolato e dintorni e ha anche sostenuto la mia recente manifestazione “Prima Festa del Nome Italia” con il conseguente “Premio Prima Italia 2023” (evento che ha avuto luogo con vero e lusinghiero successo in Davoli Marina lo scorso mercoledì 21 giugno, nel solstizio d’estate).
Inoltre ho avuto tantissimi messaggi whatsapp di amici (sia badolatesi che di altre regioni) interessati ad acquistare l’auspicabile libro. Di conseguenza, posso ritenere che i tempi siano maturi per dare alle stampe e diffondere nei migliori dei modi un bel libro fotografico su Badolato. Chi fosse interessato e volesse contattare Santo Strati, questi sono i recapiti riservati al pubblico: santo.strati51@gmail.com – redazione.calabrialive@gmail.com – calabria.live.news@gmail.com – whatsapp n. 339-4954175. Spero che si possa realizzare questo sogni, magari evidenziando foto di vari autori (come già auspicato): da Giocondo Rudi a Vittorio Conidi, da Pino Codispoti a Gori Campese (che sono professionisti) fino a numerosi fotoamatori che hanno in archivio tantissime foto di particolare pregio, significato, suggestione, emozione e storia (come, ad esempio, il poeta Nicola Caporale).
Santo Strati
Inoltre, come sempre, ho fatto girare molto la “Lettera 478” (specialmente verso tutti i miei contatti). Ed ho proposto a tanti sindaci e amministratori che conosco e ad altri operatori sociali (di ogni parte d’Italia) di esaminare la possibilità di realizzare per i propri paesi e borghi un pregevole libro fotografico, adeguato e promozionale alla propria realtà. In tanti si sono resi disponibili. In particolare il dottore Giorgio Di Domenico, direttore del mensile “Vastodomani”, il quale ha preso in seria considerazione la mia proposta, cosciente e convinto che un libro fotografico sulla città abruzzese di Vasto potrebbe interessare turisti e locali, persino le scuole. Interessato pure il sindaco molisano di Sepino (CB) e altri amici che operano nel sociale. Sono lieto adesso di sollecitare così come fui lieto, a suo tempo, quando dall’opuscolo “Badolato 4 dimensioni” (1982) hanno tratto spunto altre realtà comunali e di Pro Loco. Quando ci si muove, è scontato un qualche buon effetto ed affetto (nonostante invidie e negatività varie). E noi lavoriamo sempre, ovunque e comunque perché le nostre azioni positive producano e ispirino altre azioni positive. La realtà di questi quasi miei sessanta anni di attività e “buon esempio” sociale mi confermano ciò. Ho visto generare altre idee ed opere partire da mie idee ed opere. Come ad esempio il fatto che Antonio Gesualdo abbia deciso di realizzare i suoi libri storici su Badolato dopo aver letto i tre volumi della mia tesi di laurea su Badolato (luglio 1977) mentre prima era tutto concentrato su Firenze e gli studi altomedievali. Questa di Gesualdo è una delle tantissime soddisfazioni che ho avuto, mentre ne continuo ad avere in abbondanza … non mi hanno mai portato economia o alcuna agevolazione sociale, però mi hanno dimostrato che, alla lunga, il proprio buon lavoro produce altro buon lavoro! Ed è questo il migliore significato etico per la propria Wita. Ti assicuro che tale atteggiamento porta tanta autentica felicità. Non di solo pane vive l’uomo.
UNA FOTO-LIBRO DI PIU’ AUTORI
Al direttore Strati e ad alcuni amici che mi chiedevano di realizzare tale libro, ho però fatto presente che non sono più personalmente disponibile ad impegnarmi in una nuova avventura socio-culturale ed editoriale poiché (come ho più volte detto e scritto) non ho più forza sufficiente per produrre libri od eventi che esigono notevoli o particolari risorse generali (anche psico-fisiche oltre che organizzative ed economiche) quali ho dimostrato di avere in altri contesti, fino a qualche anno fa, quando ero un po’ più giovane. Adesso mi limito a dare alle stampe piccoli opuscoli (massimo 64 pagine) in formato A5 (cm. 21.0 per 14.8) da affidare alle principali biblioteche nazionali o locali. Cosa che farò in forma molto ridotta (sempre se, nel frattempo, avrò sufficiente salute ed economia) pure con il mio sempre agognato libro fotografico su Badolato con le immagini tratte prevalentemente dal terzo volume della mia tesi di laurea sul mio paese (1977).
PRINCIPALI SODDISFAZIONI
Intanto, mi accontento delle piccole e grandi soddisfazioni avute con questo mio grande lavoro profuso (solo in parte) nella mia tesi di laurea che, dal 1977 in poi, è stata e continua ad utile a parecchie persone, principalmente a studenti universitari. Quando si produce un’opera nuova, questa riesce a promuovere altre opere. Non tutti, finora, hanno riconosciuto come e quanto abbiano utilizzato il mio lavoro intellettuale; però è evidente che la mia cospicua e incessante attività socio-culturale abbia avuto notevoli influenze di progresso in Badolato e ovunque abbia agito (come, ad esempio, in Agnone del Molise, mia residenza di esilio).
La soddisfazione più grande in assoluto è avere fatto scoprire o riscoprire agli stessi comunisti di Badolato non soltanto le fotografie dello “sciopero a rovescio” (opera di Giocondo Rudi) ma anche tutte le altre lotte contadine, operaie e sociali profuse nell’immediato dopoguerra (1944-1960). Tutte cose che il Partito Comunista badolatese aveva quasi dimenticato, impegnato come era nelle lotte interne ed esterne per il potere e l’egemonia locale per l’accaparramento della supremazia inter-familiare, specialmente nel possesso del Comune. Tanto è che ho coniato l’espressione di “comunismo tribale” riferito proprio a quello di Badolato, intervenuto dopo la generazione epica delle grandi lotte per la sopravvivenza sociale … tanto da guadagnarsi il titolo di “Roccaforte rossa della Calabria”. Adesso è una rocca alquanto diruta, sicuramente irriconoscibile (dopo quasi 80 anni di egemonia quasi esclusiva e non tanto degna, nonostante le diverse e trasformiste generazioni).
Ha prodotto parecchi effetti ed affetti la mia ricerca fotografica effettuata nello studio di Giocondo Rudi (tra il 1973 e il 1977) per evidenziare i più importanti eventi sociali badolatesi. Tra questi mi piace ricordare la venuta dell’allora Capo del Governo Alcide De Gasperi in Badolato il 24 marzo 1952, data che segna la nascita ufficiale di Badolato Marina. Inoltre nel 1975, quando ero ancora studente universitario, al congresso del Partito Comunista di Badolato (che amministrava ininterrottamente il Comune dal 1946) ho proposto ufficialmente di realizzare tutta una serie di opere culturali che facessero emergere la Storia locale e le iniziative promozionali per un paese, come Badolato, impegnato non soltanto a rafforzare e gestire un sempre più consistente turismo di massa ma anche a dover rispondere adeguatamente ad una sempre crescente ed esigente popolazione di studenti e di professionisti. Avevo messo a disposizione gratuitamente la mia opera di ricercatore e tutto il mio archivio. Però, il PCI locale, impegnato in lotte egemoniche interne, non era interessato a fare rifulgere il nostro paese che è in precedenza era sempre stato leader interzonale … Infatti, per tale continuata inerzia sociale ed amministrativa, Badolato ha perso la sua vocazione di capoluogo comprensoriale e si è reso sempre più insignificante persino rispetto ai paesi vicini che prima erano apparsi poco significativi mentre adesso hanno preso così tanto vigore da sopravanzare Badolato che ormai appare l’ombra di sé stesso, nonostante tutta la sua ostentata prosopopea e pubblicizzata acclamazione (più economica che sostanziale e duratura) prevalentemente o esclusivamente estiva.
Insomma, come paradossale risultato di tutto il mio alacre ed incessante lavoro concreto e lungimirante a favore di Badolato (realizzato a mie spese e con la mia intraprendenza personale ed intellettuale), ho avuto un immeritato esilio, quando Badolato avrebbe potuto utilizzarmi bene per il suo progresso generale, senza particolarismi. Però il comunismo tribale (che ancora esiste immutato in Badolato, sebbene sotto altre forme) continua ad essere deleterio non soltanto per questo Comune, ma anche per i territori circostanti. E tutto ciò nonostante le apparenze trionfanti. Le grandi potenzialità di Badolato (che io avevo scoperto e che gli stessi badolatesi non conoscono ancora del tutto) restano perciò inutilizzate. Il comunismo badolatese, da eroico ed epico quale si è espresso nel primo decennio, è diventato man mano populista e monofamilistico, quasi dittatoriale nelle sue espressioni amministrative e reali. Ciò ha prodotto la chiusura sociale quando non la disgregazione del tessuto comunitario. Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti o almeno di chi sa vedere, dal momento che, spesso, “con gli occhi non si vede” come ha affermato ironicamente il grande scrittore badolatese Nicola Caporale in un suo omonimo libro del 1966 edito da Interlisano in Parma. C’è chi come me ha amato Badolato eticamente più di sé stesso (fino a patìre l’esilio) e c’è chi si occupa di Badolato per sé stesso, esclusivamente per i propri vantaggi socio-economici (individuali e familiari) com’è noto a tutti. Altro che libro fotografico su Badolato!!!!…
SALUTISSIMI
Caro Tito, quando si ama veramente, le soddisfazioni etiche sono enormi (evidenti o nascoste). Vitali comunque. Ed io posso dire di avere avuto e di continuare ad avere enormi soddisfazioni (indirettamente persino da coloro che mi hanno osteggiato per loro reconditi fini e non sempre onesti motivi). Anche se apparentemente sono stato sconfitto socialmente, tanto da essere costretto a lasciare il paese natìo tanto amato. Non mi importa più d tanto, anche se la sofferenza è sempre notevole (è ovvio). Tuttavia, come è legge naturale-universale e realtà per ognuno di noi, non apparteniamo soltanto alla nostra famiglia o al nostro paese natìo, ma apparteniamo anche al resto del mondo!!!… Ciò che importa è la coscienza etica, civile e sociale (sempre, ovunque e comunque). Potrei fare un lungo elenco di tali soddisfazioni. Le più grandi e goduriose sono quelle che mi provengono da persone che mi hanno persino offeso pubblicamente e che (per paradosso o “nemesi storica” o compensazione morale) poi hanno utilizzato le mie idee e il mio lavoro per farsi belli e arricchirsi (ben sapendo di lavorare su miei idee o progetti). Purtroppo, il mondo va avanti così e non dobbiamo meravigliarci che, in mancanza di un minimo di giustizia sociale, non ci sia pace (interiore e sociale) nei nostri paesi come per l’intera Umanità. Ho sempre sostenuto che ci meritiamo le guerre, proprio per tale insistente e troppo diffusa ingiustizia e cattiveria storica e quotidiana. Dovremmo riflettere bene tutti, nessuno escluso. Personalmente posso ribadire ancora una volta (per quel che vale) la mia testimonianza: quando si ama si è sempre e comunque felici, nonostante le sofferenze inflitte dai troppo mediocri e da coloro che non sanno o non vogliono amare. Ed io, ti assicuro, sono veramente molto molto felice nel mio essere uomo di grande Amore sociale. Ed ho sempre verificato che tutto questo è profondamente vero. Da ciò pure le mie grandi soddisfazioni esistenziali.
Tu mi potrai dire, cosa c’entra tutto ciò con un libro fotografico?… C’entra c’entra, poiché un buon libro fotografico dovrebbe fare intravedere proprio tutto ciò. Soltanto così potrebbe essere un libro etico, pedagogico e storico. Altrimenti è soltanto una rassegna estetica di immagini belle, uno spot turistico-pubblicitario ma senza anima e privo di quella vita interiore e sociale che dovrebbe esprimere. Insomma, un libro d’Arte. Umana, soprattutto. Come stava tentando di fare il sempre compianto poeta (anche della fotografia) Vito Maida, di cui qui riporto “Vico Speranza” una immagine di Badolato degli anni ottanta che io ho utilizzato alla pagina 287 a chiusura del mio libro “Prima del Silenzio” (edito nel giugno 1995). E con questa piccola annotazione d’indirizzo (che potrà forse essere utile a chi un giorno farà un buon libro fotografico su Badolato o in altri paesi), ti saluto, caro Tito, ringraziandoti ancora e sempre per la gentilezza di pubblicare queste “Lettere”. Alla prossima (480). Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, venerdì 01 settembre 2023 ore 06.44 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web.
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