Caro Tito, in occasione della imminente “Giornata della Memoria” del 27 gennaio 2023, vorrei sottoporre brevemente all’attenzione tua e dei nostri lettori una riflessione circa l’eugenetica e la disabilità da Hitler ai nostri giorni, utilizzando un’interessante annotazione della scrittrice Margherita Lao a margine del suo romanzo “Il mare di Marsiglia” che qui ripropongo nella sua terza edizione, aggiornata al 15 gennaio 2023 rispetto alle due precedenti da noi diffuse in questi ultimi due anni.
Infatti, puoi rivedere la prima edizione dell’8 dicembre 2020 Lettera a Tito n. 312. Come regalo di Natale “Il mare di Marsiglia” bel romanzo di esordio di Margherita Lao e la seconda edizione di aprile 2022 Lettere a Tito n. 397. Intervista a Margherita Lao e in omaggio la seconda edizione del suo romanzo “Il mare di Marsiglia” tra seconda e terza guerra mondiale.
Per il termine “eugenetica” puoi consultare <<https://www.treccani.it/enciclopedia/eugenetica/ >>.
LA BIBLIOTECA VINCENZIANA DI DAVOLI MARINA (CZ)
Poiché tutta la storia vera (anche se romanzata) descritta da Margherita Lao parte dalla Marina di Davoli (sul nostro Jonio catanzarese) nel settembre 1943 mentre l’esercito tedesco è in ritirata, incalzato come era dagli Alleati, ho pensato bene di inviare copia web de “Il mare di Marsiglia” (terza edizione) alla Biblioteca Vincenziana di Davoli. Ho pregato il Presidente prof. Aldo Marcellino di esaminare la possibilità di realizzare un’apposita conferenza-dibattito (proprio per il 27 gennaio) sui temi dell’eugenetica presenti nel romanzo, magari attualizzandoli nel contesto odierno. Inoltre, se viene ritenuto opportuno, tale romanzo potrebbe essere dato alle stampe, sia come elemento letterario e sia come documento di storia locale. Vedremo se tali proposte avranno un qualche seguito; nel qual caso ti terrò aggiornato.
Intanto, nel seguente paragrafo 2 riporto per intero la nota con cui Margherita Lao ha voluto accompagnare l’invio della terza edizione del suo romanzo “Il mare di Marsiglia” allegato a questa lettera n. 445 proprio in occasione del 27 gennaio. La parola alla scrittrice.
LA RIFLESSIONE DI MARGHERITA LAO
Il 27 gennaio si celebra la “Giornata della memoria” per ricordare le atrocità commesse nei confronti degli ebrei e di altri da parte dei nazisti. La sensibilità verso questa tematica è molto sentita ed emerge nel romanzo “Il mare di Marsiglia”. In questa terza uscita, tuttavia, vorrei sottolineare un aspetto della storia narrata che riguarda la disabilità. Le problematiche delle persone con disabilità psichica, dal nazismo alle rivoluzionarie idee di Franco Basaglia (1924-1980), costituiscono, infatti, uno dei nuclei fondanti del romanzo.
Quando si parla di crimini nazisti, perpetrati in nome della razza pura, il nostro pensiero va allo sterminio degli ebrei mentre con qualche remora riusciamo ad affrontare la questione che riguarda il piano di eliminazione delle persone con disabilità. Perché se ne parla di meno? L’argomento è molto difficile da trattare sia per gli esperti sia per chi si trova a leggere le testimonianze e tutto ciò che documenta questa aberrante pagina di storia. Anch’io ho visto dossier televisivi e letto documenti che mi hanno scioccata per l’orrore dei crimini commessi e non è stata superficiale la decisione di trattare la questione, sia pure in forma romanzata. Credo che niente vada nascosto e tutto vada ricordato, anche se straziante, e sempre perché non accada mai più.
L’eugenetica è nata molto prima del nazismo il quale ci costruì sopra la giustificazione delle proprie scelte. Infatti, negli ultimi decenni dell’800, Francis Galton (1822-1911), cugino del noto naturalista Charles Darwin (1809-1882), dalle teorie evoluzionistiche sviluppò le teorie sull’evoluzione della razza fondando nel 1883 la dottrina eugenetica che divenne una disciplina insegnata nelle università. Tra il 1921 e il 1930 si tennero in Inghilterra e in America conferenze di eugenetica. L’opinione pubblica ne subì l’influenza e dalla diffusione al grande pubblico all’emanazione delle leggi razziali il passo fu breve. Diversi Paesi come Brasile, Canada, Giappone, Usa, Belgio, Svezia emanarono delle leggi che vietavano il matrimonio ai malati di mente e imponevano la sterilizzazione forzata. Migliaia di persone vennero sterilizzate.
Con l’avvento del nazismo, questa linea prese vigore con un apposito piano che prevedeva l’eliminazione dei disabili. Nel 1920 Karl Binding (1841-1920) e Alfred Hoche (1865-1943) scrivono il libro “La liberazione della soppressione della vita senza valore” dove appaiono due termini che il nazismo ha fatto propri “annientamento” e “vite indegne di essere vissute”. Inoltre i due suggerivano un metodo indolore e pulito: provocare lenta e graduale asfissia dei disabili mediante gas mortali.
Nel 1925 Adolf Hitler (1889-1945) aveva elogiato le idee eugenetiche poi incorporate nel suo libro “Mein kampf” (La mia battaglia) e nel 1933 emana la legislazione eugenetica volta all’eliminazione dei “difettosi” per la protezione del sangue e dell’onore tedesco ovvero la legge sulla sterilizzazione dei disabili. Nel 1935 venne avviata la propaganda, utilizzando anche foto ripugnanti, contro i malati psichici, la cui vita era considerata indegna di essere vissuta pertanto erano necessari sacrifici per salvaguardare l’unità e l’igiene della razza.
In un primo tempo si ricorse alla morte per asfissia in appositi camion a gas, poi il piano di eliminazione venne strutturato con “Aktion T4”, quando nel 1939 Hitler diede l’incarico a Philipp Bouhler (1899-1945) e Rudolf Brandt (1909-1948) di attuare la soppressione di persone affette da malattie genetiche incurabili e disabili mentali. Il tutto avveniva in istituti, dove addirittura medici e infermieri cambiavano nome per non essere identificati. Quando l’opinione pubblica tedesca, le famiglie e la Chiesa protestarono, l’operazione proseguì in segretezza.
Anche in Italia nel 1943 si verificarono episodi di prelevamento di pazienti psichiatrici ebrei da strutture ospedaliere per essere deportati e uccisi nei campi di concentramento. L’adesione della società italiana di psichiatria all’ideologia fascista facilitò l’aumento di ricoveri nei manicomi e della mortalità dei disabili in queste strutture.
Il processo che ha portato a riconoscere “la persona” nel paziente e a valorizzare le sue abilità in una società inclusiva è stato lungo e complesso ed è passato attraverso le rivoluzionarie idee di Franco Basaglia. La legge 180 del 1978 (legge Basaglia), le tappe della deistituzionalizzazione, la legge 104 del 1992 e tutta la legislazione attuale hanno posto l’Italia come modello di civiltà, in Europa e nel mondo, nella considerazione della tematica della disabilità.
Nel romanzo viene trattata la folle teoria sull’eliminazione dei disabili e la stessa applicazione nel periodo nazista, attraverso un flashback nel passato dei personaggi. Inoltre, l’esperienza rivelatrice del protagonista, vissuta a Trieste secondo i metodi sperimentali di Basaglia, accompagnerà il lettore a riflettere sulla necessità di non fermarsi all’apparenza e di rispettare e valorizzare le diverse abilità, i sentimenti e i pensieri di chi non possiede il modo “normale” di comunicare. Spero di essere riuscita in questo intento, nonostante la narrazione mista di elementi fantastici e reali che rendono impegnativa la lettura e la ricostruzione della vita dei vari personaggi.
GUERRE ED EUGENETICA CON GENOCIDIO
Ritengo che non sia affatto azzardato affiancare le guerre all’eugenetica. Non fosse altro perché qualcuno se ne esce spesso con la battuta che “di tanto in tanto ci vuole una guerra per ripulire il mondo” oppure per “levare di mezzo troppi esseri inutili” o anche “per alleggerirlo di troppi abitanti”. In tale ottica bisogna inserire pure i “genocidi” che non avvengono mai per caso. L’annientamento dell’altro è una prassi anche quotidiana, specialmente in politica, con la delegittimazione dell’altro. Infatti, la “democrazia pura” non esiste poiché c’è sempre una parte che tende a prevalere sull’altra in modo completo e definitivo, neutralizzando o eliminando il più possibile il concorrente. Ed ecco che avvengono i “colpi di stato” preceduti o seguìti da terrorismi e stragi più o meno recanti l’uomo solo al comando, l’etnia o il partito egemone, ecc. Oltre alla Storia, basta seguire bene i telegiornali.
Ritengo altresì che l’attuale guerra contro l’Ucraina da parte della Russia possa essere inserita nell’eugenetica dal momento che il principale pretesto formale dell’invasione di uno Stato sovrano come l’Ucraina è ancora sbandierato come quello pretestuoso della “denazificazione” (o sterilizzazione) del Paese invaso (quasi come in una Crociata di annientamento) il 24 febbraio 2022. E non a caso vengono bombardati (oltre ad ovvi obiettivi militari) soprattutto vitali strutture civili e persino case e condominii come crimini contro l’umanità. Infatti le vittime civili, in particolare bambini ed anziani, sono davvero troppi ed intenzionali, non il risultato di “effetti collaterali” di una guerra che (come mostrano i servizi televisivi) sta facendo terra bruciata in un’intera nazione rasa al suolo. E ciò accade adesso, nel 2022-23, quando ormai si pensava che la guerra, almeno in Europa, fosse stata bandita, dopo le terribili esperienze del secondo conflitto mondiale. Inoltre, in questo tipo di guerra si nota l’intenzione da parte della Russia di “annientare” l’identità ucraina, persino razziando e deportando (assieme alle persone, in particolare bambini cui cambiare l’identità nazionale) tutte le opere della propria cultura (statue, quadri, libri, icone, simboli, ecc.). Per tale tentativo di massima “sterilizzazione” identitaria puoi leggere << https://www.ilpost.it/2023/01/22/russia-ucraina-furti-opere-darte-razzia/ >>. Ecco pure perché la cultura è assai importante ed irrinunciabile per un qualsiasi popolo.
E, se poi vogliamo essere “sottili” nell’analisi, persino l’abolizione o il severo ridimensionamento del “Reddito di Cittadinanza” in Italia potrebbe rientrare nell’eugenetica … poiché un conto è far sì che non ci siano sprechi o appropriazioni indebite (forse lasciate correre o addirittura provocate per dimostrare che il provvedimento non vale) e un conto è riconoscere alle persone deboli socialmente e fragili economicamente il diritto ad un’esistenza minima dignitosa. Ovviamente, non bisognerebbe lasciare la gente sul divano, se abile al lavoro; ma bisognerebbe sempre e comunque farle fare (pure per sana pedagogia) qualcosa di utile socialmente. Lo dico per esperienza, poiché nel 1989 sono stato “tutor” dei giovani disoccupati dell’art. 23 che era una specie di “Reddito di Cittadinanza” di 33 anni fa con un sussidio mensile (“lavorato” però) di 500mila lire (pari a 250 euro attuali). Quei risultati sono stati positivi, poiché quei giovani di allora (dai 18 ai 29 anni) hanno imparato qualcosa di utile per il futuro (come posso ancora oggi constatare incontrando qualcuno di loro).
L’ATTUALE E SEMPRE PIU’ DIFFUSO NEO-NAZISMO INODORE
Caro Tito, viviamo tempi in cui, più che in altre epoche, il paradigma nazista dell’annientamento sta prendendo piede, sebbene sotto altre forme, più nascoste e subdole. “Pochi ma buoni” soleva dire, ad esempio, un preside calabrese di scuola media che falcidiava i figli dei contadini e degli operai, costringendoli, in pratica, a ritirarsi dagli studi o a non proseguire oltre la scuola media dell’obbligo, poiché – secondo lui – il figlio del contadino avrebbe dovuto fare il contadino e così via. In pratica non doveva esistere il famoso “ascensore sociale”. Infatti, attualmente tale “ascensore sociale” è quasi bloccato. E non è un’annotazione marginale il fatto che tale preside fosse, a sua volta, figlio di un modesto artigiano e che fosse addirittura ex-comunista molo attivo. Un vero ed eclatante paradosso. Dimostrazione palese che, al di là delle ideologie (più o meno contrapposte, reazionarie o progressiste), esiste l’innato istinto degli esseri umani di neutralizzare coloro che sono ritenuti dissimili. Quasi come i gatti che uccidono i cuccioli per potersi accoppiare con la loro madre! Ed ecco perché dovrebbe intervenire la cosiddetta “Cultura valoriale” e “l’etica” per sensibilizzare, umanizzare e raddrizzare le storture che sono contro la vita, la felicità e l’Armonia.
Qualche giorno fa ho letto l’articolo << Da Nietzsche a Bill Gates, intervista al professor Paolo Ercolani: il nuovo nazismo è cyborg ed eugenetica >> ( https://gazzettadellemilia.it/cultura/item/39987 ) che conferma la tendenza della società attuale nello scivolare verso forme di sottile annientamento o forte emarginazione delle persone o delle classi socialmente fragili ed economicamente deboli. Un esempio è la città di Milano (emblema del modernismo) la quale (per i costi degli affitti e del caro vita) tende ad espellere dalla sua cinta urbana le persone non ricche, persino quelle che sono utili a mandare avanti i servizi, specialmente quelli più umili. Non c’è nemmeno la “dignità ancillare” potremmo dire. Si va quindi verso nuove schiavitù?… Ne è dimostrazione l’aumento dei poveri (che in Italia – dice l’Istat – sono addirittura 6 milioni, pari al 10%) e dei troppo poveri che ricorrono alle mense sociali per poter solo “sopravvivere” in modo alimentare (centinaia di migliaia, persino provenienti dai taluni ceti medi in crisi o devitalizzati).
D’altra parte, soffriamo tutti (o quasi) la deregolamentazione del sistema sanitario nazionale a favore dei privati e l’impoverimento progressivo persino della classe media che era l’asse portante della democratizzazione della società negli ultimi 70 anni. Penso che ce ne siamo accorti un po’ tutti del peggioramento generale della qualità della vita. Ciò si traduce in un maggiore numero di morti. Ad esempio, da quando l’ospedale di Agnone del Molise è stato praticamente chiuso (come migliaia di altri ospedali montani o periferici in Italia) sono aumentate le morti che avrebbero potuto essere evitate con un ospedale attivo ed efficiente come lo era prima. Un tradimento della Costituzione Italiana?… Pare proprio di sì. Inoltre, il fatto stesso che i giovani non vogliono procreare o limitarsi ad un solo figlio … è la dimostrazione che qualcosa non va nella nostra società che rischia, così, di fallire anche demograficamente. E non vale nemmeno l’immigrazione, poiché (è dimostrato) pure gli immigrati adesso, vivendo da noi, proliferano di meno. Insomma, il quadro è davvero troppo fosco e ancora non s’intravede nemmeno una vera presa di coscienza delle persone e dei gruppi sociali che prima erano attivi nelle rivendicazioni della dignità esistenziale. Noto paura e rassegnazione. Quasi come essere in attesa di qualcosa ancora di peggio. Del sacrificio finale?…
NON SOLO HITLER O PUTIN – LA LUNGA LINEA NERA DELLA MORTE
Caro Tito, nella Storia c’è una lunga linea nera di morte te tiene collegati ed uniti protagonisti ed epoche. Margherita Lao, nella riflessione riportata sopra (al paragrafo 2), sostiene che << … niente vada nascosto e tutto vada ricordato, anche se straziante, e sempre perché non accada mai più >>. Quindi “non solo Hitler”. Bisognerebbe fissare (anche in un apposito libro, come molti anni fa proponevo a tante case editrici, alla Feltrinelli per prima) gli innumerevoli “annientamenti” perpetrati nel corso della Storia umana. Come non ricordare, ad esempio, l’annientamento degli schiavi superstiti della “rivolta di Spartaco” (la più imponente del mondo antico), crocifissi nel 71 a.C. in oltre seimila lungo la via Appia da Capua a Roma (190 km)!?… Come non ricordare, altro notevole esempio, i milioni “Martiri dell’Inquisizione” (che la Chiesa ha annientato in tanti secoli di persecuzioni e che adesso dovrebbe proclamare Santi)!?…
Ma oggi l’annientamento ha forme forse meno eclatanti e visibili ma egualmente tragiche. Pensiamo a quanti muoiono per l’inquinamento, persino al di fuori dei territori dove le industrie creano pseudo-ricchezza, e con i galoppanti e drammatici cambiamenti climatici che soffriamo pure noi in Italia. E tutto ciò è tra le più evidenti cause delle convulse migrazioni dei popoli poveri verso territori più vivibili e ricchi. Come, ad esempio, dimostrano innumerevoli documentari, tra cui quello straziante “La città di sabbia” Chinguetti in Mauritania, visto alle ore 09.30 di ieri domenica 22 gennaio 2023 per come trasmesso da Rainews24 nella rubrica Spotlight.
A questo proposito mi viene da dire che il ricco mondo arabo-musulmano (come il Qatar) spende una grande quantità di soldi per i Mondiali di calcio o altre manifestazioni effimere ma non riesce a salvare questa città ritenuta sacra che, patrimonio Unesco dell’Umanità, conserva testi fondamentali ed unici per la religione islamica in antichissime biblioteche. Puoi vedere i 28 minuti di tale drammatico filmato a questo link << https://www.rainews.it/video/2023/01/ spotlight—la-citta-di-sabbia-chinguetti-la-citt-sacra-che-rischia-di-essere-inghiottita-dal-deserto-della-mauritania-9ab6a0ed-7083-4ddd-8e3b-68f7a6973ef6.html >>. Vedi anche << https://www.youtube.com/watch?v=hCgdZyvctDU >> sulla “Grande Muraglia Verde”.
Tale progetto prevede il rimboschimento di 11.662.500 ettari distribuiti lungo una fascia della larghezza di 15 km per una lunghezza di ben 7.775 km dall’oceano Atlantico all’oceano Indiano verso Gibuti. Un’impresa colossale che, purtroppo, sta andando troppo a rilento e che, comunque, per il lavoro già fatto, ha dato buoni risultati per fermare l’avanzata del deserto. Bisogna fare di più ed è pure interesse dell’Europa impegnarsi in tale grande progetto di salvaguardia ambientale e antropologico. Anche da noi un ampio rimboschimento non farebbe altro che bene, specialmente nelle regioni meridionali in via di maggiore desertificazione. Un’altra “grande muraglia verde” viene realizzata in Cina, pure là per cercare di fermare il deserto del nord ( https://ecobnb.it/blog/2019/07/cina-alberi-fermare-deserto/ ). In tale contesto potrebbe essere inserito il mio motto “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (nato alla Certosa di Serra San Bruno nel settembre 1967 durante un breve ritiro spirituale, assieme agli altri amici degli “Euro Universal” e voluto da Padre Nicola Criniti). Ognuno di noi ha il proprio deserto da fecondare!
Inoltre come non pensare alla lenta distruzione dell’Amazzonia che sarebbe un colpo mortale per il clima del nostro pianeta. E i nuovi Hitler “antropofagi” pensano a scatenare guerre tragicamente distruttive di interi popoli e territori, come quella in atto in Ucraina o altrove. Tutti le ingenti risorse impegnate in questa come in altre guerre sarebbero sufficienti almeno a ritardare la desertificazione o, comunque, a porre rimedio a tantissime situazioni di morte umane e ambientali. Andiamo verso il “suicidio collettivo”???…
DIAMOCI UNA REGOLATA SALVIFICA
La cosiddetta civiltà industriale è riuscita a distruggere in due secoli (e specialmente negli ultimi decenni) un equilibrio della natura che era andato avanti, in modo abbastanza armonico, per milioni di anni. La smania di progresso, la smodata cupidigia e le prepotenze imperialiste continuano ancora, nonostante i loro innumerevoli disastri, a devastare i popoli ed il pianeta. Persino lo spazio attorno alla Terra. Ormai questa folle corsa non sembra avere intenzione di rallentare e le generazioni future si troveranno a dover affrontare una realtà al limite del “suicidio planetario”. Dobbiamo darci, volenti o nolenti, una regolata salvifica, prima di giungere al limite del “non ritorno”. E’ assolutamente necessario ripristinare l’etica dell’Armonia. Altrimenti, persino la proverbiale forza rigeneratrice del pianeta non riuscirà a recuperare e a sanare le devastazioni e l’annientamento di questo essere troppo perfido ed irragionevole che è l’essere umano.
SALUTISSIMI
Caro Tito, non vorrei essere o apparire pessimista oppure essere tacciato di “procurato allarme” … però ho l’impressione che stiamo respirando un “gas inodore” di un nuovo tipo di “annientamento” globale o di forte distruzione ed emarginazione sociale. Cosa fare?… La problematica è troppo complessa ed io non ti saprei dire, poiché la responsabilità non è soltanto individuale ma è soprattutto collettiva. E la posta in gioco è innanzitutto “culturale” in senso lato. Ecco perché in tutte queste mie lettere insisto sempre sulla buona sensibilizzazione culturale, umanistica ed etica, che sembrano valori superati (o, meglio, combattuti) ma che invece sono gli unici “salvifici”. Non vedo altra via se non quella salvifica della “Cultura” come consapevolezza e come autodifesa di sé stessi e del genere umano. Pure per questo la “Cultura” vera è osteggiata da chi invece intende proseguire con le prevaricazioni, le distruzioni e l’annientamento.
Purtroppo la nostra voce è in pratica quasi del tutto inesistente e certo ininfluente, poiché la lotta è troppo troppo ìmpari tra noi che difendiamo la vita e coloro che, con i loro potentissimi mezzi planetari, orientano e condizionano il pensiero e le scelte della massa. Tuttavia, voglio sperare che sia in qualche modo utile la nostra testimonianza di vita e di pensiero. E, magari, più siamo e più potremmo avere peso persino contro i giganti dell’annientamento.
Grazie per pubblicare questa “Lettera n. 445” su un tema così importante. In attesa di scegliere, tra i tanti, l’argomento più attuale per la “446” ti saluto, sempre con tanta cordialità e stima. A presto! Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 23 gennaio 2023 ore 04.58 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (frase-missione che è in linea con questa “Lettera n. 445” sulla desertificazione e l’annientamento sociale ed ambientale). Le foto sono state prese dal web.
Link per scaricare il “IL MARE DI MARSIGLIA” di Margherita Lao (terza edizione)
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