Lettera a Tito, i trent’anni del periodico “La Radice” nella lunga tradizione giornalistica di Badolato

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images Lettera a Tito, i trent’anni del periodico “La Radice” nella lunga tradizione giornalistica di Badolato

  22 aprile 2024 09:23

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, nell’imminente 30 aprile, il periodico giornalistico-culturale “La Radice” di Badolato (CZ) compie trenta anni d’ininterrotta, benemerita, preziosa e gloriosa attività. Una pura combinazione ha voluto che ai 30 anni de “La Radice” corrisponda anche questa lettera n. 530 (con il 30 finale) ed anche la ricorrenza del 30 aprile 2024, data appunto del suo numero di esordio. Non potevamo, quindi, non celebrare insieme questa insostituibile presenza, questo organo d’informazione e di cultura davvero assai importante e necessario non soltanto per il nostro territorio comunale e per l’immediata interzona, ma per tutta la Calabria, anche dal momento che risulta essere una delle più longeve, ponderose, qualificate e partecipate riviste della nostra regione. Infatti, nel corso degli anni, sempre più firme autorevoli non solo calabresi hanno animato le pagine di questa pubblicazione, originariamente …  “scritta per tutti i Badolatesi soprattutto per i tanti sparsi per le vie del mondo” (come è chiaramente evidenziato sotto la testata) … ma poi divenuta patrimonio e punto di riferimento persino internazionale, così come lo stesso “genius loci” medievale di Badolato, prototipo di tutti i borghi dell’area euro-mediterranea per tematiche simili e adesso, purtroppo, per un sempre più accentuato e doloroso spopolamento. Non poteva essere altrimenti, viste pure le note vicende che (partite con l’SOS “Badolato paese in vendita” del 1986 e proseguite con l’accoglienza ai profughi curdi della nave Ararat nel 1997-2000 e ad altri utili e clamorosi eventi, pure recenti) hanno reso tale Luogo uno specchio dei tempi e del mondo corrente. E il periodico “La Radice” (prima trimestrale poi quadrimestrale) ha registrato tutto ciò, per cui un qualsiasi storico o giornalista o curioso, se volesse o dovesse capire questi ultimi 30 anni (con una eco al passato), dovrebbe necessariamente consultare i numerosi fascicoli (formato quaderno) pubblicati dal 1994 fino ad oggi. E anche quelli che saranno pubblicati in avvenire. Lunga Wita a “LA RADICE” sia come associazione (conferenze, museo diffuso, ecc. ecc.) che come editoria (rivista e innumerevoli libri, musiche, video-documentari già pubblicati e da pubblicare) … !!! … Lunga Wita a Vincenzo Squillacioti che da sempre ne è direttore ed anima cogente! …

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A proposito del riferimento internazionale, vorrei ricordare che ricevono e leggono “La Radice” famiglie che (provenienti pure dall’estero specialmente tra il 1986 e il 1990 ad anche oltre) hanno acquistato casa al borgo semi-disabitato, diventando “neo-badolatesi”; come, ad esempio, il medico svizzero Peter Zentner di Berna, il quale, in una mia intervista del 06 ottobre 2011, mi mostrava sorridendo una copia di tale rivista, tutta contrassegnata di annotazioni e con foglietto con appunti, poiché – mi diceva orgogliosamente – “… sto persino imparando e studiando le parole dialettali di Badolato”. Zentner (il quale sicuramente è stato uno dei “neo-badolatesi” che più ha amato la gente e il borgo di Badolato, tanto da acquistare e restaurare per i figli un intero isolato di case nel rione Bastione – Jusuterra) ci teneva a dirmi che custodiva gelosamente tutta la raccolta dei fascicoli ricevuti de La Radice. Non soltanto; affermava che (proprio grazie alla lettura e allo studio de “La Radice”) egli si sentiva veramente e fieramente pure “badolatese” oltre che svizzero. Pure qui … è sempre e solo questione di “anima cogente”.

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LA RACCOLTA DEL PERIODICO LA RADICE DAL 1994

A parte le famiglie, in quale istituzione pubblica si potrebbe trovare la raccolta completa di questi trenta anni de “La Radice”? … Sicuramente almeno nella Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro (VV) oltre che, ovviamente, nella sede dell’associazione omonima produttrice di questo prezioso organo di informazione e di cultura locale. Comunque, ritengo che quasi tutti coloro i quali ricevono tale periodico tendano a conservare gelosamente ciascun numero, che, di volta in volta, ha quasi sempre superato abbondantemente la tiratura di 1500 copie (a volte persino oltre duemila). Pure io ho l’intera raccolta che ho anche ben rilegata in annate per il primo decennio (almeno finché le due tipografie di Agnone hanno mantenuto il servizio di rilegatura).

Ma, per capire come si è giunti al periodico “La Radice”, mi sembra utile volgere uno sguardo al passato anche remoto.

Quando a Badolato nella prima metà del Novecento c’era un notevole fervore culturale (in particolare letterario, giornalistico e fotografico, rappresentato principalmente da don Peppino Sgrò, già ricco di famiglia) il quale (oltre a leggere la stampa anche internazionale, i cui fascicoli faceva rilegare e custodiva molto diligentemente ed ordinatamente) amava essere fotografo e comunicatore sociale, documentando vari aspetti della comunità badolatese, come potrebbe fare oggi un fotoreporter giornalistico, producendo pure cartoline, alcune delle quali memorabili come, ad esempio, la foto-cartolina del panorama (lato destro) di Badolato borgo nel 1935 con la storica torre campanaria del 1539 (poi decapitata) e una solenne processione religiosa dell’aprile 1940 in “Ricordo delle Missioni” (cantate e fissate in ironica e iconica poesia dal maestro artigiano Antonio Corea).
 
 

Suo erede ideale è stato il fotografo sociale Giocondo Rudi (1928-2006), dalla fine degli anni quaranta in poi. Inoltre, Badolato ha sempre avuto corrispondenti-stampa sui maggiori quotidiani fin dai primi decenni del 20° secolo appena trascorso: da Nicola Caporale (Il Giornale d’Italia e altri quotidiani e periodici) ai vari giornalisti amatoriali (non-professionisti) della Gazzetta del Sud, Il Tempo, Il Messaggero, il Giornale di Calabria, Oggi Sud (poi il Domani, il Quotidiano della Calabria poi divenuto Quotidiano del Sud) e così via, come il compianto e onnipresente Franco Laganà (1945-2024) giornalista anche televisivo. Ed io stesso (fin da metà aprile 1965, a quindici anni appena compiuti) ho dato molto all’informazione locale con i miei frequenti dispacci “fuori-sacco” pubblicati su Il Tempo, Il Messaggero, la Gazzetta del Sud e il Giornale di Calabria e altri fogli regionali e locali. Rivedi in particolare << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-378-dal-fuori-sacco-a-internet/ >> di martedì 28 dicembre 2021.

I PRIMI TENTATIVI STAMPA PERIODICA A BADOLATO

Però per capire come e quanto si sentisse in Badolato l’esigenza di avere un proprio e autonomo mezzo-stampa di informazione, comunicazione culturale e testimonianza anche storica, bisognerebbe fare riferimento ai primi timidissimi tentativi di realizzare un giornalino locale. Cosa che è avvenuta a Badolato Marina, in àmbito parrocchiale, verso la fine degli anni sessanta (cioè oltre cinquanta anni fa) con la diffusione di un settimanale ciclostilato intitolato “K elevato K” che (su mia idea, iniziativa e spesa quando avevo 18 anni ed ero studente) … Purtroppo, però non è andato oltre i cinque numeri. Non poteva essere altrimenti senza un deciso appoggio da parte degli adulti e delle locali aziende produttive con un minimo introito pubblicitario che ho cercato inutilmente. Evidentemente i tempi non erano ancora maturi ed io sono stato sempre molto precoce e anticipatore. Sobillatore, come dirò nel 2020, con un apposito libro web. Poi, pur di fornire una minima ma costante informazione locale, ho cercato di agganciarmi al quindicinale “Sentiero Calabro” di Soverato (promosso e diretto dal commercialista Gianni Pitingolo, originario di Isca sullo Jonio) che mi riservava un significativo spazio badolatese. E andavo in giro per il paese a diffondere e vendere copie di questo giornale, assai importante per tutto il comprensorio. Tuttavia, nemmeno “Sentiero Calabro” è stato capìto abbastanza per poter avere lunga vita. E’ il destino dei precursori. Da quella scuola di Pitingolo, decenni dopo, Soverato ha prodotto mensili comprensoriali (a forma di rivista) come JONIO STAR e PUNTO & @ CAPO dove Badolato era sempre presente. Chi farà la “Storia del giornalismo badolatese”???… Pasquale Andreacchio? … Salvatore o Pietro Cossari?… o altri?…

Bisognerà, quindi, attendere un altro mio tentativo nel marzo 1986: la proposta del settimanale “Chi resta” (Informazione e dialogo tra i Cittadini residenti e i Cittadini emigrati nel Mondo) che avrebbe dovuto essere finanziato dall’Amministrazione municipale di Badolato e curato da me, che allora ero nella mia seconda ed ultima esperienza di bibliotecario comunale incaricato. In un primo tempo, il Sindaco e la Giunta (in particolare l’assessore alla cultura) erano concordi nel realizzare questo necessario strumento di “informazione e dialogo” tra badolatesi che erano rimasti in paese e tra i badolatesi che vivevano oltre i confini comunali. Purtroppo, in un secondo tempo, non venne sentita più tale necessità di tenere i contatti pure con i badolatesi extra-territoriali … contatti amministrativi tenuti da sempre in modo più individuale e politico-elettorale che in popolare e diffuso. Inconsapevolmente, però, avevo “inventato” la RESTANZA (Chi resta) un concetto poi meglio elaborato antropologicamente e sociologicamente dal prof. Vito Teti del vicino paese di San Nicola da Crissa (VV) e docente all’Unical.

Questo per quanto riguarda il cartaceo, che ha una sua comodità di lettura e di archiviazione, ma anche un intrinseco fascino legato appunto alla carta, evocativa di libri scolastici e di giornali freschi di tipografia. Invece, per quanto riguarda le nuove tecnologie, bisogna annoverare le esperienze di RADIO PULSAR a cavallo degli anni settanta – primi ottanta. Pure tale esperienza andava aiutata e sostenuta, se non altro per la sua grande utilità ed anche per l’importanza e la visibilità che dava a Badolato a livello regionale e anche oltre. Ma è naufragata, come tante cose di Badolato, della Calabria e del Sud in genere. Così come è naufragata la pur ottima esperienza del primo giornale internet badolatese << www.gilbotulino.it >> durato poco più di cinque anni (dal 27 maggio 2000 al settembre 2005) e boicottato persino in modo rude. Adesso Badolato è sprovvisto di vera informazione sistematica quotidiana. Così come è privo di altre cose che, in epoche precedenti, avevano dato al nostro paese (già capo Mandamento) alcuni primati nell’interzona. Comunque, possiamo dire che tra il mio tentativo di “Chi resta” e l’esperienza di <> c’è la fulgida realtà dell’associazione culturale LA RADICE e del suo omonimo periodico che ha avuto più fortuna, battendo record e primati. Ciò grazie al sacrificio, la costanza di un ristretto gruppo di volenterosi, coordinati dal super-stakanovista direttore Vincenzo Squillacioti, ormai ben noto ovunque in Calabria e altrove, proprio per aver creato e mantenuto questo “capolavoro” socio-culturale destinato a garantire sufficiente memoria pure per i posteri.

“LA RADICE” UNA DICHIARAZIONE DI ESISTENZA IN VITA

Tra i primati conquistati e battuti resta già la durata di esercizio e di presenza. Trenta anni non sono affatto pochi in questo Sud discontinuo dove è raro avere organi di stampa duraturi come, qui in Agnone, “L’Eco dell’Alto Molise” altra presenza volontaria continua dal marzo 1981 (ormai da ben 43 anni è il mensile regionale più longevo). Certo, dietro questo brillante risultato c’è una squadra ben coordinata da un apostolo (nel caso de “la Radice” il prof. Squillacioti, nel caso de “L’Eco” Giorgio Marcovecchio e da qualche anno Maurizio d’Ottavio). Il lavoro e i sacrifici sono davvero tanti tanti; e sempre e comunque in modo volontario e non affatto retribuito. Anzi, ci si rimette sicuramente la salute (intanto si consumano di certo gli occhi al computer) ed anche qualche soldino di tasca propria. Lo può capire, in particolare, chi ne ha piena e diretta conoscenza o chi è del mestiere e si misura in attività analoghe. Per pura passione civile e sociale, culturale ed etica. Pensa, caro Tito, che “La Radice” in 30 anni ha raggiunto (e forse superato) i cento fascicoli dal 1994 (con in più gli “Speciali” e gli “Allegati”). E L’Eco, in 43 anni, si aggira attorno a 500 edizioni, tra numeri ordinari, straordinari, e speciali (con inserti, molti dei quali miei). Ci collaboro dall’autunno 1983, a volte in modo assiduo.

Tra i tanti altri intuibili meriti dei giornali locali (come La Radice e/o L’Eco dell’Alto Molise) c’è che sono un ATTESTATO DI PRESENZA IN VITA della comunità che lo produce e lo sostiene in qualche modo. E tale DICHIARAZIONE DI PRESENZA IN VITA è importantissima specialmente in questa intensa fase di progressivo ed inarrestabile spopolamento dei nostri Comuni che vedono un’anagrafe sempre al negativo, di residenze trasferite altrove. Pure io stesso sento che ogni mio articolo è un ATTO DI ESISTENZA IN VITA non solo personale ma comunitario. Ogni iniziativa sociale che i singoli Cittadini, le Associazioni e le Amministrazioni comunali riescono a fare sono assai preziose pure perché è un reciproco incoraggiamento contro lo spopolamento e il rischio di restare insignificanti. Quindi, pure per questo, tali esperienze vanno incoraggiate al massimo possibile da ciascuno di noi, poiché si fondano sul volontariato di individui ed associazioni senza fini di lucro. Generosità e altruismo sociale.

ALCUNI NOSTRI LINK SU “LA RADICE”

Come appare evidente, non basterebbe un intero grosso volume solo per elencare sinteticamente quanto fatto da “La Radice” sia come Associazione culturale e sia come periodico cartaceo e, in parte, anche web. Come ho detto e ripetuto spesso per “L’Eco dell’Alto Molise” (e lo stesso Cenacolo francescano che lo produce), dico e sollecito qualcuno de “La Radice” a scrivere e pubblicare la STORIA dell’Associazione e della Rivista. E’ necessario che resti qualcosa di quanto fatto, pure come strumento di maggiore e migliore conoscenza ma anche di incitamento alle presenti e future generazioni a fare sempre cose utili, belle e soprattutto etiche.

Personalmente ho scritto parecchio su “La Radice” (come associazione, giornale e promotori). Invito chi vuole saperne di più a leggere almeno queste due Lettere (la 368 del 24 novembre 2021 e la 484 del 16 settembre 2023) ai seguenti link:  << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-368-grato-omaggio-allassociazione-e-al-periodico-la-radice-di-badolato-cz/ >>  e  << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-484-due-nuovi-libri-editi-da-la-radice-di-badolato-cz-sui-giochi-e-sui-modi-di-dire-tradizionali/ >>. Nei miei articoli non manco occasione (quando attinente) per evidenziare l’operato e i meriti de “La Radice” e in particolare del troppo stakanovista direttore Vincenzo Squillacioti e dei suoi più stretti collaboratori (in particolare la moglie prof.ssa Giovanna Durante che lo sopporta e lo supporta, collaborando pure come curatrice di una interessante rubrica locale, Lei che è proveniente da Pizzo Calabro VV). Ho dedicato un significativo spazio ai coniugi Vincenzo Squillacioti e Giovanna Durante alle pagine 144 – 153 del settimo volume (colore viola) del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (2007).

SALUTISSIMI

Caro Tito, il mio interesse per tutto ciò che fa “La Radice” è sempre grande fin dagli inizi. Quando posso collaboro in varie occasioni. Pur da lontano e non essendo socio tesserato (non ho alcuna tessera né di associazioni né di partito) cerco di sostenere le attività sociali di tale prezioso sodalizio. Devo riconoscenza per tanti passaggi esistenziali. Intanto sabato 04 novembre 1995, “La Radice” ha molto ben curato la presentazione e la vendita in Badolato e dintorni del mio libro “PRIMA DEL SILENZIO” (fresco di stampa). A detta del prof. Squillacioti, è stato il primo libro presentato in assoluto in Badolato; e ciò non può che renderci assai lieti. Inoltre, quando posso e quando è occasione giusta, invio qualche mio scritto per la pubblicazione. Certo, vorrei fare molto molto di più. Tuttavia, visto le tante limitazioni logistiche ed esistenziali, cerco sempre di dare il massimo possibile, come quasi per tutti e per tutto. La foto di copertina di questa “Lettera n. 530” mostra appaiate: la prima pagina del primo numero o “numero unico” de “La Radice” del 30 aprile 1994 e l’ultima in ordine di tempo del fascicolo del 31 dicembre 2023. Sicuramente il numero in uscita, quello del 30 aprile 2024, tratterà di questo primo trentennale.

Concludo formulando i miei più sperticati elogi, le più convinte congratulazioni e i più fraterni complimenti a tutta l’Associazione “La Radice” (che produce una infinità di cose per valorizzare la cultura in generale e quella badolatese in particolare); specialmente alla sua “anima cogente” Vincenzo Squillacioti e alla moglie Giovanna Durante, all’attuale Presidente prof. Mario Ruggero Gallelli e al sempre gentile e disponibile aiuto factotum pure amministrativo Aldo Gallace dell’edicola-libreria IDEA PIU’ di Badolato Marina che, tra l’altro, è uno dei più immediati punti fisici di riferimento per tutto ciò che concerne le attività associative. Tanti auguri e di vero cuore. Noi, caro Tito, ci diamo appuntamento alla prossima “Lettera n. 531” che è già pronta e si occupa di accennare ad un tema molto attraente e accattivante … << COME NASCE UN AMORE >>. Una puntata da non perdere. Cordialità e BUONA VITA A TUTTI. A presto! Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, lunedì 22 aprile 2024 ore 07.25 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.

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