di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, è disponibile su “youtube” (con sottotitoli per i non udenti) il film “Badolato amata terra mia tra cielo e mare” (durata 66 minuti) realizzato e prodotto da Imelda Bonato, regista veneta, innamorata di questo antico borgo, fin da quando ci è arrivata nel giugno 1999 per studiare l’inedita accoglienza alle centinaia di profughi curdi della nave Ararat giunta sulle nostre coste joniche il 27 dicembre 1997. Ed esattamente dopo venti anni da quel suo approdo, la signora Bonato, nell’agosto 2019, ha presentato al numeroso pubblico (intervenuto al borgo da ogni dove) il suo faticato lavoro, lungamente atteso ed enormemente apprezzato. Ne ho riferito qui domenica 25 agosto 2019 e in altre sedi nei giorni seguenti << https://www.costajonicaweb.it/badolato-cz-regista-veneta-imelda-bonato-ovvero-badolato-borgo-come-nessuno-lha-mai-raccontato-davvero-in-un-film/ >>.
Ieri pomeriggio ho inviato questo link << https://www.youtube.com/watch?v=SX4e3mR0zGo >> a tutti i miei contatti whatsapp ed email (familiari, parenti, amici o semplici conoscenti) in ogni parte del mondo. In molti mi hanno risposto con gioia e commozione (specialmente i badolatesi che vivono fuori-confini). I superlativi sono numerosissimi e variegati di stupore. Ti trascrivo qualche commento, tra i più significativi. “Mi è piaciuto tantissimo” oppure “Veramente commovente”. Un poeta molisano così si è espresso: “Mah… che dire … video meravigliosissimo. Non ho e non trovo, al momento, parole per commentare poiché è tantissima l’emozione nel vedere le immagini che mi accomunano e mi fanno rivivere momenti di vita vissuta. Mi fermo qui. Commenterò meglio dopo averlo rivisto. Sono profondamente emozionato ed abbagliato dalle scene viste, sono mie, mi ci vedo benissimo, mi hanno coinvolto in tutto. Per adesso non mi resta che ringraziarti”.
Un mio amico fin dalle scuole medie a Catanzaro Lido (primi anni sessanta): “Da brividi, grazie Mimmo!” … E una gentile architetta di Vasto: “Ciao Mimmo, film molto interessante. Una cittadina ricca di chiese e di cultura contadina. Grazie!”. Così un’altra professionista abruzzese: “Paese molto attivo e con una storia ricca di avvenimenti importanti. Non so perché immaginavo un paesino, invece mi sbagliavo!”. E Vanessa nata in Australia, nipote di un mio primo cugino: “Mio nonno parlava spesso di Badolato. Non vedo l’ora di visitarlo e di conoscervi tutti!”. Una signora tedesco-polacca: “Magnifico! E’ sempre bello rivedere il tuo paese così tanto splendido!”.
“Stupendo questo video, Mimmo. I Badolatesi sono un popolo forte e determinato! Quante persone ho riconosciuto! Un po’ di nostalgia è venuta pure a me” scrive su whatsapp una neo-ottantenne completandola con una marea di applausi e di altri “emoticon”. Ed una giovane professionista che vive altrove: “Sono stata a Badolato alla presentazione di questo film che ho rivisto stasera con un po’ di magone per le persone che non ci sono più come mia zia Teresa, la signora Giuseppina, Ciccio u Solesi. Molte persone le conosco, alcune sono mie parenti. Con Caterina, la signora americana che vive al borgo abbiamo fatto anche qualche gita insieme. Ama molto i gatti e si prende cura della colonia del rione Santa Maria. Nell’occasione della presentazione hanno parlato pure di te >>. Sarebbe troppo lungo riportare tutti i commenti, più o meno di tale tenore ed emozione. Noi torniamo a ringraziare, tanto e di vero cuore, ancora e sempre, la signora Imelda Bonato per quanto fatto per Badolato (pure con altri video di struggente bellezza e di particolare importanza storico-culturale). Adesso, a tutti coloro che hanno apprezzato la sua ventennale permanenza e le sue molteplici opere che ci onorano grandemente, la film-maker “veneta-badolatese” (per la quale avevo chiesto, già molto tempo fa, il conferimento della “cittadinanza onoraria” che oggi ribadisco) così risponde …
IL GRAZIE DI IMELDA BONATO
Grazie Mimmo. Grazie a Voi tutti. Mi sono emozionata nel sentire la vostra appassionata partecipazione. Mi sono identificata con il popolo badolatese, nonostante la mia provenienza veneta. Ma, essere stata figlia di contadini, mi ha fatto sentire riconoscenza e vicinanza con la civiltà contadina badolatese. Ma ciò che più di tutto mi ha catturato di Badolato e di questi paesi aggrappati davanti al mare è stata la meravigliosa socialità che questo paese ha espresso, sentimenti di appartenenza e di condivisione di vita. Questi sentimenti umani (che io considero universali poiché appartengono al profondo di ogni uomo) in questo paese, magico triangolo sul mare, si sono pienamente espressi.
Mi commuove principalmente l’orgogliosa coscienza sociale e politica, l’alta coscienza dello sfruttamento, delle ingiustizie subìte. Le determinate proteste per i diritti democratici. La coralità di un popolo in un recente passato. Questo mi ha coinvolto profondamente. Incantato. Valori condivisi. GRAZIE BADOLATO … amata terra mia tra cielo e mare. GRAZIE A VOI TUTTI di questi emozionanti apprezzamenti.
UN FILM PROTOTIPO PER ALTRI BORGHI
Non mi sono limitato a partecipare il film della Bonato a centinaia tra familiari, parenti, amici e conoscenti. L’ho inviato pure a parecchi Sindaci e Amministratori di borghi simili chiedendo loro se non sia il caso di realizzare qualcosa del genere pure per le loro Comunità. Infatti non è scontato che tutti i Comuni abbiano un simile film così come non hanno ancora una Storia che ne fissi memoria e significato esistenziale. Badolato, da questo punto di vista, è abbastanza fortunato poiché ha il tracciato storico dal 1080 (anno di probabile fondazione del borgo, anche se in effetti è molto più antico) al 2009 fatto da Antonio Gesualdo; cui bisogna aggiungere le mie ricerche storiche e sociologiche (pure i miei articoli giornalistici dal 1965) nonché tutto ciò che sta facendo l’associazione e il periodico LA RADICE negli ultimi trenta anni. E ciò che fanno tanti altri, innamorati di questo borgo e di questa gente. Un film così vale pure come utile ed efficace promozione turistica, oltre che dispensatore di impressioni ed emozioni. E tanti altri buoni sentimenti.
Un vice-sindaco molisano così mi ha risposto: “Sì, ci stiamo attivando in questa direzione. Alcuni mesi fa ho inoltrato domanda a Rai 3 Regionale di farci avere tutti i servizi già trasmessi sulle chiese della mia città per farne un filmato unico. Purtroppo manca ancora il nulla-ostia della Curia diocesana”. Altri Amministratori meridionali (pure calabresi) mi hanno detto che ci sono brevi o mediometraggi amatoriali ma nulla di veramente professionale e sistematico nella panoramica storico-sociale come ha fatto Imelda Bonato, certamente un esempio ed un prototipo per tutti i borghi non soltanto italiani. Merita davvero un Premio a livello istituzionale!… Mentre a livello di associazioni, l’Università delle Generazioni le ha assegnato il “Gran Premio delle Generazioni” il primo maggio 2020.
UN FESTIVAL DI DOCU-BORGHI A BADOLATO?
Via whatsapp l’ho proposto ieri sera alle ore 19.15 al Sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta. Anzi, a dire il vero ho rilanciato la proposta già fatta più volte agli Amministratori comunali degli ultimi 4 lustri. Sarebbe utile realizzare, proprio a Badolato borgo, un “Festival dei docu-borghi” fosse anche per la sola Calabria! Importante è che il borgo di Badolato sia “capitale” di qualcosa, dal momento che non è riuscito a mantenersi punto di riferimento come lo è stato per i borghi spopolati nel biennio 1986-88 durante la vicenda del “paese in vendita” oppure come “paese d’accoglienza” dopo il boom dei curdi del 1997-2002.
Ne può approfittare adesso che, appena dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia, avrebbe più titoli per realizzare questa come qualche altra iniziativa di respiro nazionale. Ci sono paesi che pur con minore consistenza ed abitanti di Badolato, riescono a realizzare importanti manifestazioni persino a livello internazionale. Badolato avrebbe l’imbarazzo della scelta per il solo attingere alle proprie tradizioni (ad esempio, il già proposto “Trofeo degli Stendardi” o la “Corsa del tamburo” oppure la “Marcia dei Borghi Spopolati” Badolato Marina – Badolato Superiore già realizzata il 7 ottobre 2011 nel venticinquesimo anniversario dell’inizio del “paese in vendita”).
SALUTISSIMI
Caro Tito, non era ancora successo l’immane naufragio dei migrati davanti al mare di Steccato di Cutro (nel crotonese) quando lo scorso venerdì 24 febbraio 2023 ore 21.12 ti ho inviato la precedente “Lettera n. 453” che tu hai pubblicato come << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-453-la-riflessione-scioccante-dello-scultore-su-scuse-e-perdono/ >> il giorno seguente sabato 25 febbraio 2023 alle ore 22.57 quando a quel momento eravamo inconsapevoli della immane tragedia che si stava quasi sicuramente già consumando e che ha provocato decine e decine di morti e immenso strazio (pure mediatico). Ma forse il titolo di tale lettera 453 aveva una qualche attinenza al grande dolore dei poveri del mondo e all’indifferenza colpevole dei Paesi ricchi. Infatti, la riflessione “scioccante” dello scultore su scuse e perdono potrebbe essere stata in inconsapevole sintonia con il dramma in essere. E, purtroppo, non soltanto a Steccato di Cutro.
Credimi, avevo tanta voglia, quasi come un’esigenza, di scrivere la presente “Lettera 454” su tale naufragio davvero “scioccante”. Ma, sinceramente, sono ancora troppo traumatizzato, indignato e fremente per ciò che è successo sulla costa di quel nostro mare Jonio crotonese, così come spesso in tutto il Mediterraneo e là dove ci sono persone (ripeto “persone” e intere famiglie) che fuggono dai tiranni e dalle calamità naturali e sociali, alcune delle quali prodotte dal nostro esuberante egoismo. Sono talmente indignato e amareggiato che non avrei la lucidità di scrivere. Però avrei scritto iniziando col dire che è forse lecito uccidere i tiranni che provocano le piccole come le grandi tragedie storiche (come, ad esempio, in Ucraina, nel Mediterraneo e altrove). Ho preferito attenermi al film della Bonato, che tra le altre pagine mostra con evidenza il dramma dei Curdi di fine secolo ventesimo. Quindi simo egualmente in tema di migrazioni.
Ancora e sempre sensibile al grande dolore della nostra gente (ampiamente descritto e documentato da Imelda Bonato) e del mondo, per la cui necessaria attenuazione invoco un’etica salvifica, ti ringrazio per voler pubblicare questa “Lettera 454”. Tanta cordialità e fraterno affetto,
ITER-City, martedì 28 febbraio 2023 ore 18.06 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736