di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, sabato 8 e domenica 9 giugno 2024 noi italiani saremo chiamati, nel contesto continentale, ad esprimere il nostro voto per la elezione dei nostri 76 sui 720 rappresentanti nel Parlamento europeo. Potremo recarci ai seggi dalle ore 15.00 alle ore 23.00 di sabato 8 e dalle ore 07.00 alle 23.00 di domenica 9. Cerchiamo di ricordarci che si possono esprimere tre preferenze; una deve comunque essere di genere diverso (almeno una donna se si votano due uomini e viceversa) altrimenti una delle preferenze verrà annullata. Questo è molto importante (pure per la cosiddetta parità di genere). Forse è superfluo ricordare che è fin troppo prezioso ogni appuntamento elettorale, qualunque esso sia. Per capirlo meglio, basterebbe guardare cosa succede nei Paesi dove i cittadini non votano e non hanno voce e anche nei Paesi dove ci sono elezioni-farsa o funzionali al dittatore o al regìme di turno.
MEGLIO ANDARE A VOTARE SEMPRE E COMUNQUE
A mio modesto parere, disertare le elezioni può significare “boicottare” noi stessi, pure dal momento in cui attualmente non ci è data alternativa: o proseguine nel difficile ma liberatorio cammino della democrazia oppure rischiare di essere preda di ogni tipo di tirannide (forse più o meno accattivante nella forma ma non nella sostanza). Tutto ciò ricordando che storicamente sono le dittature e gli imperialismi che scatenano le guerre. Quindi, se non siamo ancora stanchi del nostro lungo periodo di pace e di un più o meno relativo benessere (comunque da perfezionare e migliorare), siamo chiamati a difendere, proprio con il voto (uno dei pochi mezzi che abbiamo veramente), i valori fondanti della nostra Repubblica nel contesto dell’Unione Europea (e dell’ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite). Abbiamo qualche settimana per riflettere bene su tutto ciò. Cerchiamo di essere precisi e attenti. Cerchiamo, intanto, di privilegiare chi vuole la pace in Europa e nel Mondo, non soltanto a parole. E poi anche chi è più vicino ai nostri problemi quotidiani e di prospettiva (anche inter-generazionale). E’ ovvio che, oltre al voto, la Democrazia ha bisogno di molta partecipazione, altrimenti può essere sterile.
In queste nostre corrispondenze ho più volte evidenziato che dalle Elezioni Politiche del 1972 non ho mai saltato una consultazione elettorale (comunale, provinciale, regionale, nazionale, europea, referendaria). Sono dunque ben 52 anni di partecipazione attiva come cittadino-elettore. Ne vado orgoglioso e fiero. Pure perché, a volte, recarmi alle urne nel luogo di residenza (provenendo anche da molto lontano) mi costava denaro e fatica; però non ho mai mancato ad una chiamata ed appuntamento elettorale. Ho fatto la mia parte in piena coscienza. Pure questa volta, se non avrò un insormontabile impedimento, farò il mio dovere sabato 8 o domenica 9 giugno 2024.
NON BASTA ASTENERSI DAL VOTO
Per mandare un segnare chiaro e forte alla classe politica di qualsiasi partito o nella sua globalità, sono del parere che non basta astenersi dal voto, disertando le urne. I partiti e i politici, in particolare (specialmente quelli eletti), hanno bisogno di un costate “puntolo popolare”. Un pungolo assolutamente costruttivo, non polemico e (ormai sempre più spesso) offensivo. La democrazia si costruisce insieme, nel rispetto reciproco. Anche perché le sfide attuali (nazionali e mondiali) esigono un popolo il più possibile unito e coeso.
Purtroppo (come ho notato in questi 52 anni di assidua partecipazione elettorale da cittadino libero e non legato ad alcuna formazione politica) è il rispetto che manca verso i cittadini, specialmente verso coloro, come me, che non sono schierati e non rinunciano al diritto-dovere di contribuire, pur criticamente, alla vita sociale e civile. Ritengo che i politici, specialmente quelli eletti (e privilegiati), debbano scendere dai loro piedistalli ed essere più umili e vicini ai cittadini, specialmente al loro elettorato. La tentazione dell’oligarchia e dell’aristocrazia negli eletti è un veleno per la democrazia e, quindi, per l’affetto degli elettori. Pure per questo, buona parte dei cittadini si allontana dalla politica, dai politici e dalle urne.
SUPERARE IL 50% PIU’ UNO O COMMISSARIAMENTO
Caro Tito, la mia lunga esperienza e attenzione sulla vita sociale (e quindi politica) mi porta a dire che i politici (specialmente quelli eletti) puntano a mantenere ad oltranza i loro privilegi, allontanandosi dalla base che li ha mandati a fare il bene pubblico nei posti decisionali (dove hanno modo di acquisire potere e ricchezze). E questo è un danno per tutti, alla lunga. I partiti e i politici vanno sicuri che andranno al potere anche se alle urne va il 10% degli elettori aventi diritto.
Invece non dovrebbe essere così. Le elezioni non dovrebbero essere considerate valide se a votare non ci sia andato almeno il 50% più uno degli elettori, così come è legge della democrazia vera. Quindi, dovrebbe subentrare un Commissario dopo che, ovunque (persino nelle Elezioni nazionali ed europee), alle elezioni non si sia recato, appunto, almeno il 50% più uno degli aventi diritti al voto. Il Commissario, dopo un congruo periodo di tempo, chiama ad altro turno elettorale, sperando che vada a votare, appunto, almeno il 50% più uno dei convocati. Con tale metodo i partiti e i politici dovrebbero impegnarsi non soltanto a procurarsi più elettori ma anche a comportarsi in modo tale da guadagnarsi il libero consenso dei cittadini. Ritengo che sarebbe più giusto così, altrimenti non si dà valore all’assenteismo (spesso di protesta) dei cittadini, che hanno pur sempre un peso in democrazia anche quando non vanno a votare.
IL SINDACATO DEGLI ELETTORI
Questi ed altri temi fanno parte di quel SINDACATO DEGLI ELETTORI che ho cercato di fondare ed avviare (senza adeguato sèguito) nell’aprile 2006 (18 anni fa). Eppure è necessario partecipare più attivamente alla “cosa pubblica” anche tramite associazioni di controllo etico della Politica e delle Istituzioni. Si sa che è molto faticoso l’esercizio della Democrazia vera. Altrimenti non dovremmo lamentarci se poi paghiamo le dure conseguenze del nostro assenteismo dalla vita sociale, nella quale bisogna essere soggetti attivi e non certo indifferenti o condizionati (a volte persino ricattati).
Nella mia vita ho sempre partecipato, fin da ragazzino, molto lealmente alla vita sociale. Ovviamente, ne ho ricavato persecuzioni fino all’attuale esilio. Tuttavia ne sono eticamente assai felice, perché nel mio piccolo non ho mai lasciato nulla di intentato nella pedagogia sociale. Se non fossi stato lasciato pressoché solo, forse sarebbe sicuramente migliore l’ambiente sociale dove ho lottato con tutte le mie forze. La Democrazia non è un dono dei politici o della Politica, come molti credono. La Democrazia è conquista quotidiana (possibilmente di tutti) essendo pienamente consapevoli che la corruzione è la ruggine della Democrazia. La quale ha bisogno di una costante ed attenta manutenzione per poter funzionare al meglio.
SALUTISSIMI
Caro Tito, personalmente già all’età di diciotto anni ho deciso di non avere figli. Non ho quindi generazioni future da difendere. Eppure ho speso la mia intera vita a lottare per i valori etici, individuali e sociali, per tutte le generazioni. Non avendo figli, potrei permettermi persino di essere autolesionista o, come si dice dalle nostre parti, di pensarla alla capràra “Dove va il mare va la marina” o “Dove è buio è mezzanotte”. Eppure il mio impegno è tenace, come avrai potuto osservare in questi 12 anni di corrispondenze continue. Mi meraviglio, quindi, che non si impegnano socialmente a sufficienza proprio coloro i quali hanno deciso di avviare proprie generazioni (divenendo padri e poi nonni e poi ancora bisnonni) … tanto – sento dire – posso acquistare con i soldi o con il voto ciò di cui avranno bisogno i miei figli o i miei nipoti. Abbiamo ridotto a “commercio” la Democrazia (così come alcuni persino la Religione). Non lamentiamoci, perciò, se le cose vanno male come vanno … dal momento che stiamo facendo poco e niente per far funzionare bene le Istituzioni e, quindi, la vita sociale dall’economia ai servizi sanitari (che restano basilari per la nostra salute e la durata della nostra stessa vita).
Ritengo che possa concludere qui questa “Lettera 540” poiché ho fiducia che il messaggio sia stato chiaro e sincero tanto che possa essere inteso da chiunque abbia un minimo di buona fede e di onestà verso sé stesso e i propri cari. Mi auguro che l’animo umano, in scienza e coscienza, possa migliorare sempre di più e a tal punto da rifiutare le negatività personali e sociali. In particolare mi auguro, pure per le generazioni future, che le Potenze e gli Stati del mondo possano giungere, piano piano, ad un disarmo generale. Questo grazie pure alle nostre insistenti proteste. Mai più armi, poiché la pace, assieme alla vita, è il bene più prezioso che abbiamo. Così, ti ringrazio per questa 540ma possibilità di esprimere il mio pensiero e di colloquiare con i nostri lettori, specialmente con coloro che, più affezionati, mi riscontrano. Alla prossima 541. Un abbraccio e tanta cordialità a tutti, Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 27 maggio 2024 ore 05.15 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.
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