di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, prima della vicenda di “Badolato paese in vendita in Calabria” (biennio 1986-88) pare che gli unici studi su questo nostro paese jonico della provincia di Catanzaro siano stati fatti, come tesi di laurea, soltanto attorno al 1940 dall’allora maestro elementare Nicola Caporale (all’Università degli Studi di Messina) e da me nel 1977 all’Università degli Studi di Roma (oggi La Sapienza o Roma 1). Dopo il “paese in vendita” e, in particolare, con l’accoglienza ai profughi curdi della nave Ararat, l’interesse per questo nostro borgo è aumentato enormemente e tante sono le relazioni, le inchieste giornalistiche multimediali, le tesi scolastiche ed universitarie che si sono succedute. Ultima in ordine di tempo è la tesina realizzata da Rosy Audino per una esercitazione assegnatale per il master in “Comunicazione della scienza” al San Raffaele di Milano (insegnamento “long form”). << Badolato, da paese in vendita a slow village. Una cronaca emozionante di un borgo abbandonato in fase di rinascita >> questo il titolo del lavoro che qui l’Autrice, tramite noi, intende gentilmente partecipare ai nostri lettori.
ROSY AUDINO
Padre di Badolato (CZ) e madre di Nardo di Pace (VV), Rosy Audino è nata in Soverato il 05 maggio 1992. Da dieci anni vive a Milano dove si è laureata in Scienze filosofiche e dove è docente nelle scuole. Attualmente è alle prese con un “master di primo livello” in << Comunicazione della Scienza e della Salute”. Non a caso è giornalista il docente che Le ha affidato il compito di fare la tesina che qui stiamo presentando.
Rosy Audino
Rosy intende diventare giornalista-pubblicista iscritta all’Ordine della Lombardia. Cosa che Le auguriamo avvenga dopo la prevista trafila. Pure così, siamo sicuri che vorrà dare un valido contributo alla migliore conoscenza di Badolato e di tutta la Calabria che hanno bisogno di giovani come Lei, anche se vivono altrove ma sentono il valore delle proprie origini personali e familiari.
UN GRANDE PATRIMONIO SEMI-DISPERSO
Saranno sicuramente parecchie migliaia gli scritti e i servizi radio-televisivi su Badolato dal 07 ottobre 1986, da quando cioè è iniziata la “riscossa” di Badolato contro lo spopolamento e per la propria rinascita. Per come mi è stato possibile, ho cercato di raccogliere quanta più documentazione possibile già quando ero bibliotecario comunale incaricato. Ma poi l’essere stato costretto ad andare in esilio il primo novembre 1988 (dopo notevoli traversie locali, soprattutto istituzionali) non mi ha permesso più di essere puntuale in tale raccolta. So che qualcosa ha “La Radice” di Badolato, associazione che continua ad essere molto utile a studenti, giornalisti e studiosi per i loro lavori su questo borgo simbolo della lotta contro l’impoverimento demografico-territoriale ma anche culturale e di civiltà. Nel 1996 lo stesso allora periodico trimestrale (diretto dal prof. Vincenzo Squillacioti) ha realizzato uno speciale molto accurato e prezioso con l’indicazione di tutta la documentazione concernente la vicenda (anche mediatica) del “paese in vendita”.
Qualcos’altro dovrebbero avere coloro che hanno vissuto l’epopea del “paese solidale” tra il 1997 in poi (primo tra tutti l’allora sindaco Gerardo Mannello e la dirigente del CIR Calabria, Daniela Trapasso). Parecchia documentazione è in mano di Antonio Femia, il nostro “maratoneta” più premiato e significativo nella podistica. Spero poi che Guerino Nisticò raccolga la documentazione di questi ultimi decenni, specialmente quella inerente a “Badolato slow village” di cui è primo protagonista. Così come spero che i promotori delle molteplici iniziative non disperdano la documentazione che li riguarda.
Badolato slow village
Sta di fatto, però, che molto è stato lasciato al caso o allo spontaneismo delle persone, mentre le Istituzioni (che storicamente si sono dimostrate allergiche quando non contrarie alla cultura) non hanno fatto nulla o quasi di stabile e di significativo, amministrazione dopo amministrazione comunale, per dotare di strutture di memoria attiva questo paese ricco di tradizioni, scrittori ed artisti vari. Non hanno capito che la “memoria attiva” è assai utile pure a fini socio-economici e turistici così da contribuire alla ricchezza (non soltanto etica-spirituale) della comunità. Paradossalmente, manca un utile e lungimirante raccolta e gestione della propria Storia proprio in tempi in cui i nuovi mezzi tecnologici agevolano moltissimo tale necessario ed utile esercizio sistematico. Un vero peccato!… Una grossa lacuna che si ripercuote poi nella vita sociale, più carente rispetto ad altri comuni calabresi e persino viciniori. Senza solide strutture della memoria ne duole una più accurata e sentita “identità” senza la quale i cittadini sono in forte difficoltà nell’orientarsi nella propria storia sociale.
SALUTISSIMI
Caro Tito, mi rincresce assai, toccando il tasto della Cultura locale, ripetere sempre le stesse cose, quasi come una dolorosa litania … però potrebbe risultare alquanto “scandaloso” (a mio parere) che una comunità come quella di Badolato (molto attiva lungo i secoli sul piano socio-culturale) continui a impoverirsi di strutture capaci di rappresentarla, pur in presenza di un attivismo ancora esistente ma senza il supporto di una sede pubblica documentaria, utile alle presenti e alle future generazioni. Infatti, Rosy Audino non ha potuto, perché inesistente, recarsi presso una “Biblioteca o un archivio comunale” per effettuare le ricerche; ma è stata costretta a rivolgersi alla disponibilità di singole persone o associazioni per poter avere le informazioni che cercava al fine di redigere questa sua relazione. Stesso pellegrinaggio hanno dovuto affrontare tanti altri ricercatori e sarà così per quelli che verranno in un futuro prossimo o remoto a Badolato per sapere e per capire. Che fine farà fra non molto tempo la “memoria collettiva” una volta passate le generazioni che hanno vissuto gli eventi?… Facebook e tutti gli altri “social” non bastano affatto a lasciare traccia di memoria collettiva. Non basta persino “la Radice” e tutte le sue edizioni che pur sono notevoli. Ci vuole qualcosa di più e di più sistematico per raccontare le epopee badolatesi antiche e nuove. Una Biblioteca ed un Archivio storico comunale risponderebbero a tale esigenza, se però gestiti da una o più persone che aiutino ed organizzino la memoria collettiva, il suo arricchimento e la sua valorizzazione. Spopolamento o desertificazione non è, infatti, soltanto la perdita dei residenti ma anche la dissipazione della memoria e dell’identità necessarie per potersi dire “siamo ancora un popolo”.
Ballo degli stendardi
Non c’è più nemmeno un meritorio sito web come www.gilbotulino.it che annotava quotidianamente il vissuto della nostra comunità e i badolatesi devono essere ospitati da organi di stampa internet di altri paesi del territorio, come ad esempio www.soveratoweb.com oppure www.preserreedintorni.it di Squillace o www.ilreventino.it di Soveria Mannelli o, più in generale, da altri siti web disposti ad accogliere i comunicati-stampa emessi da alcuni volenterosi di Badolato, me compreso. Dov’è finito l’orgoglio badolatese?…. Inoltre, ti ricordo che nessuno ha voluto sostituirmi nella corrispondenza giornalistica locale al diffusissimo quotidiano “Gazzetta del Sud” da quando (il primo novembre 1988) sono stato costretto a lasciare Badolato per l’esilio molisano. Né Radio Pulsar (nata negli anni settanta dal lodevole volontariato giovanile di Pasquale Rudi ed alcuni altri) è stata supportata affinché potesse potenziarsi ed essere così maggiormente utile e rappresentativa per Badolato e tutto il territorio, come hanno fatto altre realtà. Insomma, le utili iniziative socio-culturali di spessore nascono, promettono bene, ma poi si dissolvono nell’indifferenza quasi generale, non soltanto istituzionale. Badolato, credimi, avrebbe avuto le potenzialità pure per realizzare una discreta emittente televisiva, come hanno dimostrato altre realtà più o meno simili.
Badolato borgo esperenziale
Caro Tito, sperando che a Badolato, prima o poi, possano riunirsi gli “Stati Generali della Cultura” (cosa che avevo tentato di realizzare nel dicembre 1975 con l’Università Popolare Badolatese) per darsi un’organizzazione ed una strategia più utile ed efficace, con un’unica e lungimirante regìa, ti saluto e ti ringrazio per la pubblicazione di questa “Lettera n. 496” in attesa della 497 già pronta.
Ringrazio assai assai pure Rosy Audino per aver voluto contribuire, anche attraverso la presente tesina, alla migliore e maggiore conoscenza e diffusione della vita e della memoria badolatese.
E passiamo a leggerla, cercando di fare un utile passaparola. Alla prossima e buona settimana di vita e di lavoro a te e a tutti! Infine, mi corre l’obbligo di evidenziare il fatto che questa “Lettera” era già pronta da spedire fin da lunedì 25 settembre 2023 ore 05.24 ma, per vari motivi, ne è stato posticipato l’invio. Me ne scuso con Rosy Audino e con chi ci segue. Cordialità e buona lettura! Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, sabato 04 novembre 2023 – Festa delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Alcune foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web, altre sono state fornite da Rosy Audino.
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