Lettera a Tito, la pinacoteca e la biblioteca comunale di Badolato tra dispersioni e futuro

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images Lettera a Tito, la pinacoteca e la biblioteca comunale di Badolato tra dispersioni e futuro

  05 aprile 2023 11:06

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, il nostro gentilissimo collega Franco Polìto (creatore e direttore del prezioso sito giornalistico << www.preserreedintorni.it >> di Squillace) mi gira spesso alcuni articoli che Egli pubblica su comunicati-stampa che Gli provengono da Badolato. Sa che mi sono molto graditi. Stamattina (martedì 04 aprile 2023) alle ore 07.40 mi ha inviato << http://www.preserreedintorni.it/ceilings-badolato-edition-le-opere-dellaba-catanzaro-donate-al-museo-diffuso-del-borgo/ >>. In pratica, nella scorsa estate 2022 l’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro ha realizzato nel mio paese natìo una “Summer school” i cui elaborati diventano adesso patrimonio comunale e verranno collocati in uno dei palazzi nobiliari ristrutturati per accogliere Cultura a Badolato borgo. Probabilmente, faranno parte di una vera e propria “Pinacoteca” come ho cercato di fare io già nel 1982, cioè 41 anni fa.

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PIONIERE DI CULTURA DAL 1967

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Infatti, questo articolo (trasmessomi dall’amico direttore Franco Polìto) mi ha fatto venire in mente il mio tentativo di realizzare a Badolato un progetto culturale plurimo, interdisciplinare e complesso, quando nel novembre 1981 ho avuto il primo incarico di “Bibliotecario comunale”. A quel tempo era andata al governo del Comune una coalizione mista (dalla sinistra ribelle alla destra missina) denominata “Aratro”. I Comunisti, che avevano amministrato Badolato dal 1946 fino al 1980, si sono sempre dimostrati allergici alla Cultura, non facendo quasi niente nemmeno per sé stessi, per la loro Storia e specialmente boicottando nel 1971-73 il Consorzio “Riviera degli Angeli” da Riace a Squillace; poi nel 1974 intralciando il Centro Culturale; nel dicembre 1975 sabotando la “Università popolare badolatese” e nel 1976 non avevano risposto al mio appello pubblico di realizzare una Biblioteca Comunale, a sèguito di una cospicua donazione di libri antichi e una importante emeroteca da parte della famiglia Sgrò-Vitale-Fiorenza. Dicevano NO a qualsiasi e ogni valida iniziativa che non provenisse da Loro i quali si limitavano ad organizzare annualmente soltanto la “Festa dell’Emigrante” oppure “La festa delle donne” (tramite l’UDI). Personalmente, quando ero presente in loco, partecipavo sia all’una che all’altra, spesso collaborando volentieri con UDI e PCI perché entrambe erano manifestazioni utili socialmente, anche per persone indipendenti e spiriti liberi come me. Infatti la mia vocazione libera ed umanista non si fermava davanti a pregiudizi ideologici o partitici. Collaboravo con chiunque, purché si facesse qualcosa di bello e di utile per Badolato: Comunisti, Democristiani, Socialisti, Religioni diverse, Associazioni cattoliche e quanti altri … mi trovavano sempre presente e collaborativo se a beneficiarne fosse Badolato ed anche l’interzona. Resto ancora “patìto” per la nostra “interzona” (vocabolo, dicono alcuni, che ho usato io per primo giornalisticamente fin dal 1965).

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E questa mia vocazione libera ed umanista mi ha portato nell’agosto 1967 (quando avevo appena 17 anni) ad organizzare in piazza Mostre sulle Nazioni Unite e sull’Europa Unita, nonché a realizzare le prime “Olimpiadi badolatesi” (con una corsa podistica Badolato Superiore – Badolato Marina per tenere idealmente e fattivamente uniti i due centri, altri tipi di sport di tipo convenzionale e, novità assoluta, la gara di pesca subacquea). Poi, nel 1970 al Lido il Delfino (inaugurato appena un anno prima nel 1969 nel pieno boom turistico di massa, unico dell’interzona da Soverato a Monasterace) ho organizzato la prima Mostra di pittura, fotografia e altra arte, nonché Gare di ballo (assieme al mio gruppo musicale Euro Universal che animava la stagione estiva). Inoltre, dal 1971 al 1975, ogni estate ho organizzato l’Agosto Universitario con varie iniziative socio-culturali cui partecipavano artisti da Catanzaro a Locri ed artisti anche esteri e di altre regioni presenti per vacanza. Insomma sono sempre stato, per vocazione e diletto, “animatore socio-culturale” (quasi sempre a mie spese) pur di apportare cultura di qualità in Badolato che, piano piano, scopriva quel “turismo intellettuale” da cui trarre un grande ed utile giovamento sotto tutti i punti di vista. Come il turismo degli affezionati e degli Amici di Badolato … una lungimiranza però ancora non completamente e convintamente applicata per l’insensibilità delle varie Amministrazioni comunali!

Era, quindi, naturale che, una volta giunto a creare (dal novembre 1981 al settembre 1982) quasi dal nulla la Biblioteca Comunale, andassi oltre i libri per dotare la nostra Comunità e l’interzona (che non aveva alcuna struttura culturale pubblica) di quante più occasioni culturali laiche possibili (essendo gli eventi culturali soltanto quasi una esclusività cattolica). Così, ho cercato di realizzare, per prima cosa, una PINACOTECA, un DEPOSITO ARCHEOLOGICO, una EMEROTECA, una FOTOTECA. Poi avrei voluto fare un Museo misto di scultura e oggetti della civiltà contadina e quanto altro utile alla crescita e alla memoria collettive. Purtroppo il mio primo esilio del settembre 1982 mi ha impedito di proseguire e completare questo mio discorso organizzativo, fatto con grande slancio ed amore per la mia gente e il territorio.

Dal novembre 1981 al settembre 1982 sono riuscito, comunque, a dotare la Biblioteca Comunale di oltre duemila volumi che si aggiungevano ai mille acquistati a peso dall’Amministrazione Aratro, la quale ha poi speso parecchi soldi  (bisogna ammettere ed evidenziare) soltanto per dare una degna cornice ai 32 quadri donati su mio input da vari artisti, come ad esempio, 4 preziose tele (valore di allora oltre un milione di lire cadauna) da Nicola Caporale, il più importante pittore badolatese allora vivente, alcune altre tele avute da Enzo Frascà (poi architetto a Firenze), una grande tela offerta da Vincenzo Piperissa (u Longu, divenuto sindaco comunista dopo alcuni anni nel 1987) e altri quadri di Artisti non soltanto badolatesi. A spese mie, andavo a Roma per Ministeri ed ovunque possibile, pur di reperire libri di una certa qualità, importanza ed utilità. Il mio entusiasmo era incontenibile e non guardavo ad orari di lavoro e a festività, pur di dare prestigio ed efficacia all’Istituzione culturale affidatami. Come ti ho scritto altre volte, andavo persino in spiaggia per dare in prestito i libri ai bagnanti (specialmente se provenienti da fuori regione); e mi recavo nei paesi vicini pure per dare aiuti e consulenze a professionisti e studenti universitari intenti nelle loro ricerche. Un lavoro a 360 gradi, fatto con passione, dedizione etica e spirito civico; quasi sempre davvero rimettendoci di mio, dal momento che la retribuzione era poca e poi del tutto assente!…

Nell’estate 1982, per incrementare la Fototeca e per censire le opere d’arte locali (pure allo scopo di ottenere una dichiarazione di “Badolato città d’arte” come ti dicevo nella precedente lettera n. 459), sono riuscito, con l’aiuto dell’allora assessore Antonio Carioti e con la professionalità del maestro fotografo Vittorio Conidi, a realizzare circa 120 inquadrature di monumenti (palazzi, chiese, ecc.), di statue e anche di documenti importanti (come una pergamena antica conservata all’Archivio di Stato di Catanzaro). Inoltre, con la collaborazione del maestro sarto e stilista Antonio Russo di Roccella Jonica (che organizzava ogni estate il Defilé di Moda Sartoriale Italiana) e di alcuni maestri sarti locali (come Giuseppe Mantella) stavo per aprire pure un Museo di Moda Sartoriale, dove avrebbero trovato posto le creazioni di alcuni rinomati sarti di Badolato e interzona, con qualche presenza persino interregionale. Come Biblioteca Comunale ho curato la comunicazione (sociale e stampa) e l’opuscolo dell’edizione del 1982 di tale Defilé di Moda che ho trasformato da “italiano” a “mediterraneo” con l’invito a partecipare fatto da me ad una sarta di Malta.

Particolare importanza volevo dare al DEPOSITO ARCHEOLOGICO dal momento che, di tanto in tanto, alcuni contadini trovavano nei loro campi monete o tombe antiche o altro materiale interessante. Primo ingresso in tale deposito furono alcuni resti di una tomba greca ed altri manufatti di secoli seguenti. L’Emeroteca era costituita da articoli pubblicati su Badolato ed interzona; avrei donato pure la mia personale ricca Emeroteca (articoli locali e giornali dall’aprile 1965 in poi), oltre alla mia formidabile Fototeca (ben 6mila immagini badolatesi), se fossi rimasto a fare il bibliotecario. E persino il mio archivio storico e la mia personale Biblioteca. Meno male che ho esitato a fare tali preziose donazioni che mi erano costate tanti soldi e tanta fatica. Sarebbero andate disperse come tantissimo è andato (purtroppo) “disperso” (diciamo così per amor di patria).

LA DISPERSIONE

Dico “meno male” perché l’Amministrazione Aratro ha dimostrato, poi alla fin fine, di credere pure lei molto poco alla Cultura pubblica badolatese, tale e quale l’Amministrazione comunista, sia perché non ha mai dato locali idonei per la Biblioteca, per la Pinacoteca, il Deposito archeologico, la Fototeca, l’Emeroteca e il Museo misto; sia perché a fronte di ben undici mesi di lavoro, mi sono stati riconosciuti, con delibera e con remunerazione, soltanto tre mesi e 16 giorni (dal 01 gennaio al 16 aprile 1982). Una vera vergogna! Basta dire  – e mi addolora molto il solo pensarlo –  che oltre quindicimila copie del volumetto “Badolato 4 dimensioni” (quello scritto da Antonio Gesualdo in 64 pagine a colori e pagato dal Comune) ed il mio omonimo depliant turistico “Badolato 4 dimensioni” (fatto stampare dalla Pro Loco in 8 pagine a colori e in diecimila copie) sono state mandate al macero perché sia l’Aratro che il PCI non sono riusciti a distribuirle né alla popolazione né ai turisti dall’estate 1982 all’inverno 1986. Quanto ho lavorato e quanti soldi pubblici sono costate queste due preziose opere che (primato badolatese, su mia proposta e mia l’idea di “Badolato 4 dimensioni”) nessun’altra Amministrazione comunale dei dintorni aveva fatto e che avrebbero potuto essere assai utili per promuovere il turismo badolatese. Soldi buttati in discarica e bruciati! Questo, caro Tito, ti dà il senso drammatico e irresponsabile di quanto era considerata la Cultura a Badolato per le Classi dirigenti di allora! Un vero crimine contro l’Umanità, potremmo affermare alla luce del valore delle cose!…

Inoltre, basta dire che l’Amministrazione comunista ha agito più o meno al medesimo modo dell’Amministrazione Aratro: senza fornire locali e arredi ideonei, senza remunerazione (poi ottenuta dal Giudice del lavoro) dal primo giugno 1987 al 30 ottobre 1988 (poiché mi era stato pagato soltanto un anno, dal 01giugno 1986 al 31 maggio 1987). Una Cultura sociale, una Biblioteca Comunale (e altri settori) senza futuro per molti anni, finché nel dicembre 1999 l’associazione LA RADICE di Badolato, in modo volontario e gratuito, non ha deciso di prendere in mano la situazione, portando per qualche anno la Biblioteca Comunale ad una valorizzazione impensabile qualche mese prima. Lode ed onore al lavoro volontario specialmente della professoressa Giovanna Durante e delle sue collaboratrici più assidue, insegnanti Franca Carnuccio e Maria Stella Verdiglione.

Purtroppo pure qui, un’altra Amministrazione comunale comunista ha lasciato cadere tutta questa buona volontà e questo grande impegno (proprio come ha lasciato cadere tutta la mia dedizione ed il mio slancio socio-culturale) e adesso da parecchi anni non si sa che fine abbia fatto tutto il patrimonio librario, i quadri, le foto, i giornali, l’archeologia e quanto altro si era cercato di raccogliere per un uso pubblico. Non ho notizie confortanti a riguardo. L’unica notizia buona è che, per merito dell’allora assessore Raffaele Lanciano, qualche decennio fa, la Biblioteca Comunale è stata intitolata allo scrittore e poeta, docente e pittore, storico e fotografo sociale Nicola Caporale (1906-1994), sempre però osteggiato ferocemente dal Partito Comunista perché intellettuale libero come libera deve essere la Cultura. Nicola Caporale, secondo me, è stato il badolatese che più ha amato Badolato, sinceramente e con i fatti! Ma che vale tale intitolazione se la Biblioteca non funziona ed è al momento ancora chiusa?…
 
 

Il mio esilio da Badolato, proprio a causa delle Amministrazioni di ogni colore che si sono succedute dal 1980 in poi (prima nel 1982 e poi nel 1988) ha privato non soltanto la mia comunità ma anche l’interzona di una struttura culturale pubblica di riferimento che avrebbe potuto fare un immenso bene a tutti, specialmente ai giovani scolarizzati ed universitari, ma pure creando un attivismo culturale per gli adulti. Purtroppo, sono in tanti a dover piangere e sentirsi in colpa per tale situazione anomala non soltanto per un paese civile ma anche per quei partiti e quelle forze politiche che strombazzano a destra e a sinistra una Calabria progredita, mentre invece langue in quasi tutti i settori, prima di tutto nella Cultura sociale.

In particolare devono piangere e sentirsi in colpa coloro che hanno contribuito a disperdere buona parte del patrimonio raccolto con tanti sacrifici (anche economici) da me e poi anche da altri. Pare che gran parte dei quadri (specialmente quelli di valore) siano andati, diciamo, “dispersi” (per usare un eufemismo) … così libri di pregio ed altri beni culturali. Sollecitato da me qualche anno fa, un sindaco non è riuscito a capire dove fossero andati a finire. E mi fermo qui, lasciando immaginare a te e ai nostri Lettori quale e quanto “anonimo” e “doloso” scempio sia avvenuto. Altro scempio è stato fatto con la mia operazione “Badolato paese in vendita” che (dal 7 ottobre 1986 in poi) aveva cercato di salvare il salvabile nel borgo spopolato. Pure questa operazione è stata non solo bloccata ma persino rinnegata pur avendo palesemente dimostrato di dare utili risultati, tanto è che è stata una idea imitata sia in Italia che all’estero. Ho sempre cercato di produrre “sinergie” per Badolato e dintorni. Ma invano!…

SINERGIE E SPERANZE PER IL FUTURO

Caro Tito, dobbiamo purtroppo documentare storicamente che nel periodo postbelico (almeno dal 1945 in poi fino al 1994), per circa 50 anni, la Politica italiana espressa dalla partitocrazia è stata assai divisiva, specialmente a Badolato dove personalmente ho sempre cercato di creare SINERGIE, puntualmente bloccate o sabotate da uno o l’altro partito dei due sempre onnipresenti e condizionanti (cioè il Partito comunista, eterna maggioranza, e la Democrazia Cristiana, sempre remissiva minoranza). Dopo “Mani pulite” (1992) e dopo l’avvento del Centro-Destra di Berlusconi (1994) la partitocrazia ha assunto un’altra forma sia in Italia che a Badolato, però la sostanza è rimasta sempre la stessa, anzi ancora più incattivita e inconcludente, con qualche rara eccezione. Pure le persone al potere sono state più o meno le stesse.

In particolare, dal 1945 in poi, il più accanito nella divisione sociale è stato il Partito Comunista Italiano (PCI) anche quando ha preso altre forme e nome (ma con i medesimi personaggi e le stesse politiche sociali). A mio parere (se vogliamo dare un’idea orientativa ed una “pagella”), in Badolato, quando il PCI ha amministrato, ha fatto bene per un 40%  al nostro paese ma anche un pesante 60% di male, specialmente nella disgregazione socio-culturale e persino urbanistica, poiché a tale partito interessavano soltanto i voti (e forse pure i soldi) per restare abbarbicato al potere, indipendentemente se ne avesse avuto merito. Il PCI non ha fatto un lavoro sinergico ma assai disgregatore: questo è ormai indelebile nella Storia, qualsiasi possano essere le opinioni ed anche se è ancora praticamente al potere. Se guardiamo all’altra parte (cioè alla Democrazia Cristiana e al Centro-Destra) la pagella è più disastrosa: 30% bene e 70% male.

Penso che ormai la “società civile” (e parte di quella comunista sincera) non ne possa più di tutte queste divisioni e cerca (specialmente con iniziative socio-culturali e persino religiose) di ricomporre il tessuto sociale enormemente lacerato da questo tipo di partitocrazia devastante. Sono assai lodevoli i tentativi di persone ed associazioni che cercano in ogni modo di ricomporre ciò che è stato disgregato. Ma ci vorrà parecchio tempo, perché il danno è stato davvero enorme, come lo sono stati le alluvioni e i terremoti. Se io sono in esilio, non lo sono a caso (faccio parte di quest’azione di erosione sociale perpetrato da entrambi i partiti DC e PCI). I loro capi sembravano (e ancora sembrano, per alcuni versi) dei veri e propri “Prìncipi del deserto” per come e per quanto abbiano desertificato il territorio, già assai grave per spopolamento dovuto alle politiche nazionali fin dal 1861.

Meno male che ci sono ancora a Badolato (e dintorni) preziose persone e importanti associazioni che, nonostante tutto, credono ancora nella cultura e s’impegnano veramente assai e bene affinché le nostre Comunità non si abbrutiscano come si è abbrutita e alienata la Politica. Grazie, perciò, ad associazioni come “La Radice”, come la “Nicola Caporale”, come la “Antonio Gesualdo”, come La Pro Loco, come le tre Congreghe religiose del borgo ed altre situazioni molto attive! Grazie a Loro Badolato si mantiene vivo ed esprime la volontà e la gioia dello stare insieme per spirito di comunità e non di partito! Un esempio recentissimo è costituito dalla rappresentazione teatrale-religiosa “Passione di Cristo secondo Pietro” andata in scena nel borgo di Badolato nel pomeriggio-sera della domenica delle Palme 02 aprile 2023 … Una sana aggregazione che ci onora tutti e che tanta eco ha avuto in tutta la Calabria come puoi seguire nel servizio di Rai 3 – TGR calabrese: << https://www.facebook.com/1556923876/videos/buongiorno-mattina-rai-3-calabria-dedicato-a-badolato-antonio-lagan%C3%A0-eleonora-ma/169097579359645/ >>. Una diretta trasmessa stamattina verso le ore 07.40 su “Buongiorno Regione” con due ampi collegamenti.

Nutro, insomma, la speranza che le nuove generazioni (specialmente quelle che non sono state duramente politicizzate, strumentalizzate e ideologizzate nel periodo ferocemente comunista) possano e vogliano avvalersi delle SINERGIE utili per riportare la società badolatese alla collaborazione pre-partitocratica tra elementi vari del popolo badolatese, crudelmente snaturato. Tra l’altro, qui si tratta di doversi salvare dalla disgregazione socio-economica e dallo spopolamento e, quindi, è in pericolo addirittura l’esistenza stessa della nostra comunità. Infatti, come numero di abitanti, Badolato sta perdendo sempre più singole persone ed interi nuclei familiari, portandosi in posizione statistica di un “punto di non ritorno” e rischiando così l’insignificanza sociale e territoriale. In fondo in fondo, era l’allarme che ho voluto lanciare nel 1986 (con la vicenda del “paese in vendita”) agli stessi miei concittadini badolatesi (e per esteso a tutto il mondo spopolato dalla feroce ed inumana globalizzazione).

PROSPETTIVE SOCIO-CULTURALI

Caro Tito, ho appena saputo che probabilmente l’attuale Amministrazione comunale abbia intenzione di far funzionare finalmente la Biblioteca Comunale ( https://it-it.facebook.com/people/Biblioteca-Comunale-di-Badolato/100064481663331/ ) trasferendola a Badolato borgo, in uno dei palazzi nobiliari acquisiti al bene pubblico e destinati alla Cultura. Va bene a Badolato borgo un Museo (tra cui lo spazio dedicato a quella che potremmo definire “Pinacoteca” e al Museo diffuso) ma non una Biblioteca, la quale è davvero buon “pane quotidiano” e deve stare là dove abitano le persone e cioè a Badolato Marina, pure perché possa essere utilizzata da cittadini dei paesi vicini. Una Biblioteca a Badolato borgo sarebbe un errore ed un insuccesso colossale. A Badolato borgo può bastare la Biblioteca privata gesualdiana “Charles Baudelaire” che può comunque rispondere ad esigenze sia generali che particolari di approfondimento; mentre in Badolato Marina è bene che sia utile la Biblioteca Comunale. La Cultura deve essere facilmente raggiungibile e fruibile!… Altrimenti sarebbe come trasferire in Marina la tradizione del “catojo” che è caratteristica del borgo! … La Biblioteca Comunale a Badolato Marina potrebbe essere inserita in un vero e proprio “Caffè Letterario” multiuso. Intanto puoi rileggere << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-444-perche-a-davoli-si-ma-a-badolato-no-una-biblioteca-locale-utile-a-tutto-il-comprensorio/ >>.

Come ti scrivevo nella precedente  << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-459-badolato-citta-darte/ >> al borgo sarebbe utile concentrare quel “Museo diffuso” per raccontare la nostra Comunità attraverso i secoli, tra cui un piccolo museo dell’emigrazione e tutto ciò che i turisti (ma anche gli stessi badolatesi di nuova generazione) hanno necessità di apprendere e conoscere. Come ho più volte sostenuto, al borgo andrebbe bene un “Museo o mostra delle Congreghe” e la rappresentazione di un “Torneo del ballo dello stendardo” o la “Gara del tamburo e dello stendardo” o altri eventi legati alla sua storicità e alle sue tradizioni. Sarebbe pure opportuno realizzare al borgo una lieta “Sagra della bruschetta” anche per promuovere l’olio d’oliva locale ed altri prodotti attinenti la natura agricola del territorio.

Insisto, inoltre, sul fatto che assolutamente Badolato deve produrre il marchio del << VINO DI SCOGLIO >> una unicità che può vantare soltanto questo nostro territorio jonico. Non a caso i palmenti sono scavati nella roccia da qui fino a Capo Sud come è stato dimostrato da vari autori (come il prof. Orlando Sculli di Ferruzzano – RC) ed associazioni molto attive come “Italia Nostra” di Soverato (presidente Angela Maida). A Badolato è risaputo che il miglior vino è proprio quello di scoglio. E’ il re del catojo.

In passato ho esposto e distribuito ai più interessati tantissime idee produttive per Badolato. Finora con poco successo. E parecchie le ho descritte in queste “Lettere a Tito” fin dal 04 ottobre 2012. Una idea- proposta voglio qui ribadire con tutta la passione e lo slancio, l’amore ed il sentimento più autentici: in Badolato deve assolutamente svilupparsi un << POLO DOLCIARIO >> per parecchi motivi che cercherò di descrivere in una mia prossima corrispondenza, ma che qui, alla vigilia di Pasqua, voglio porre come utile “promemoria” ed augurio di buonae “dolce” festività!

SALUTISSIMI

Caro Tito, come ho accennato, le Amministrazioni comunali badolatesi dal 1946 ad oggi non hanno brillato nella promozione della Cultura e, paradossalmente, nemmeno nella valorizzazione della propria storia politica e sociale (nonostante i miei frequenti solleciti). Anzi, hanno piuttosto cercato di distruggere ed ostacolare. Così Badolato si trova a dover recuperare (speriamo il più velocemente possibile) tutti questi fortissimi ritardi, sia per essere degna “città di arte e di cultura” e sia per l’elevazione individuale e sociale di ogni cittadino e della comunità nel suo complesso. Personalmente, nell’ottobre 1975, in sede di Congresso in Badolato Marina, ho sollecitato lo stesso Partito Comunista a scrivere la propria Storia (in particolare quella delle Lotte contadine ed operaie) e mi ero proposto di collaborare, avendo raccolto già tanto materiale per la mia tesi di laurea. Stessa proposta alla Democrazia Cristiana. Ma il PCI di allora è stato sprezzante nei miei confronti personali nonché sordo ed indifferente persino verso il suo stesso vissuto, il suo stesso significato, la sua stessa ragione d’essere. Ciò che poi altri hanno scritto molto approssimativamente è indegno di un grande Partito locale (quale ritiene d’essere). Stessa proposta all’UDI, unione donne italiane di Badolato, la quale però – bisogna ammettere – ha almeno prodotto una degna stele monumentale su cui riflettere. Personalmente, senza alcun pregiudizio, sono stato vicino alla Cultura di ogni presenza individuale e sociale in Badolato; e, quanto ho potuto, ho valorizzato come meglio mi riusciva, quasi sempre a mie spese. Lo scopo è sempre stato fare rifulgere Badolato!

Infatti, personalmente, fin da bambino (avevo appena undici anni e frequentavo la prima media), dal 1961 in poi ho pensato alla Cultura in tutte le sue forme e ho sempre voluto vedere Badolato splendente come e più del sole. Per tanto amore che ho sempre sentito per Badolato, ho cominciato, appunto, nel 1961 (ben 62 anni fa) con il raccogliere esempi di rocce e di pietre del nostro territorio con l’idea ed il desiderio di realizzare un “Museo” per quanto erano belle e significative per la conoscenza del nostro habitat. Adesso non ho più la forza e il tempo per dedicarmi ad una cosa del genere; quindi, spero che qualcuno realizzi una tale esposizione e collezione pure come studio, oltre che per curiosità ed attrazione turistica. Significa voler e poter conoscere il proprio territorio a cominciare dalle pietre, molte delle quali hanno contribuito, nel corso dei secoli, ad edificare Badolato borgo, le case rurali e buona parte di Badolato Marina.

Vorrei tanto che a Pasqua in Badolato si possa brindare con autentico << VINO DI SCOGLIO >> e che nei “catoja” possa tornare alla grande questo “re dei vini” tanto da poterlo esportare (sebbene ancora come prodotto di nicchia). Comunque sia, con o senza << VINO DI SCOGLIO >> auguro a te e famiglia, ai nostri Lettori (in particolare a quelli più affezionati) UNA SERENA E SANTA PASQUA secondo i migliori desideri di ognuno. Un particolare e caloroso saluto ed augurio ai siti web amici che ci pubblicano puntualmente: da www.soveratoweb.com a www.lanuovacalabria.it, da www.ilreventino.it a www.preserreedintorni.it, da www.agenziacalabrianotizie.com a www.gazzettadellemilia.it, da www.calabriadirettanews.com a “calabria.live” tanto per citare le principali testate che ci vogliono bene più frequentemente.

E, a proposito di voler bene, permettimi di formulare per domani 05 aprile 2023 gli auguri per il suo ottantottesimo compleanno a mio fratello Antonio che abita a Catanzaro Lido, nel rione Casciolino. Mentre io, dandoti appuntamento alla “Lettera n. 461”, ti ringrazio per l’uscita di questa, che diffonderò immediatamente appena pubblicata. Cordiali e fraterni saluti, Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, martedì santo 04 aprile 2023 ore 21.47 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web e quella di mio fratello Antonio è del figlio Antonio Fernando.

 

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