Lettera a Tito, lode ai volontari di Corfinio d’Abruzzo che cercano di salvare la prima e l’ultima Italia

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images Lettera a Tito, lode ai volontari di Corfinio d’Abruzzo che cercano di salvare la prima e l’ultima Italia

  06 agosto 2025 15:05

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito (mentre a Bologna e in altre parti d’Italia si commemoravano gli 85 morti e gli oltre 200 feriti della strage alla stazione ferroviaria di 45 anni fa – sabato 02 agosto 1980 – che allora ho vissuto in diretta, minuto per minuto, tramite una radio privata nazionale) sabato scorso 02 agosto 2025 sono stato in visita a Corfinio d’Abruzzo, assieme a mia moglie. Strana coincidenza?… Forse no. A ben vedere, il suolo italiano è intriso di sangue (quasi come la terra di Israele, della Palestina e di tantissime altre parti del mondo) poiché noi umani non riusciamo ancora a risolvere i problemi con i ragionamenti, il dialogo, la diplomazia, ma quasi sempre e soltanto con il sangue, con la forza, la sopraffazione, gli egoismi lasciando poi strascichi di odio per intere generazioni, per lunghi secoli, addirittura per millenni. Italia è terra di stragi e di assassinii, più di tante altre. Non c’è alcun dubbio. Quante se ne contano soltanto dalla fine della seconda guerra mondiale (25 aprile 1945)?… Stragi di tutti i tipi … segno che c’è chi si vuole imporre su tutti gli altri soltanto con il terrorismo, le armi, il sangue. C’è un filo rosso tra tutte queste stragi?… Un filo rosso come il sangue?… Pare proprio di sì. E generalmente, in Italia, questo filo rosso (come tutte le strade) conduce a Roma, la sanguinaria! Ieri come oggi …

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E ventuno secoli fa (tra il 91 e l’88 avanti Cristo) a Corfinio e dintorni è avvenuta una delle stragi più sanguinose ed epocali della Storia d’Italia. Centinaia di migliaia di morti che si sarebbero potuti evitare. Con un minimo di lungimiranza e di diplomazia. Così come pure oggi, tutti i conflitti potrebbero essere superati ed appianati con lungimiranza e diplomazia. Specialmente pensando che la guerra costa molto molto di più della pace, sia in termini di vite umane che in termini economici e di distruzioni. Ho sempre sostenuto che, come appare ovvio, con quanto si spende nelle guerre (in energie umane e in denaro), si potrebbero realizzare d’oro persino le strade!… Tuttavia, ancora adesso, dopo millenni e millenni di violenze, il cervello umano non ha ancora capito il valore del benessere reciproco e collettivo e si illude di poter risolvere tutto con l’uso della forza, delle armi e degli eserciti. La Storia non insegna nulla e si va dritti dritti verso l’autodistruzione.  E, a tutt’oggi, abbondano gli esempi di questa follìa egemone. In tantissime parti del mondo. Più ricorrentemente in talune aree geografiche come il medio Oriente. E spesso paradossalmente proprio a causa delle religioni fratricide o con l’appoggio di esse!

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PURTROPPO LE NAZIONI NASCONO ANCORA DAL SANGUE

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Sembra che non ci siano alternative. Solitamente le Nazioni nascono con il sangue e dal sangue. Ad esempio, lo Stato di Israele è nato nel 1948 dopo milioni di morti nei campi nazisti di concentramento e di sterminio degli ebrei. Adesso speriamo che lo Stato di Palestina possa almeno nascere dopo tutti questi morti, queste atrocità e distruzioni che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Infatti, da quel 1948 i morti Palestinesi non si contano ormai più nel rosario di immane martirio che li ha colpiti per far posto (con le buone o con le cattive) agli Ebrei nel loro ritorno alla “Terra promessa” dopo quasi duemila anni dalla loro diaspora. Ripetendo così gli eccidi biblici di Mosè e di Giosuè. Così, pure l’Italia è nata dal sangue sparso soprattutto 21 secoli fa, nella cosiddetta Guerra Sociale tra Roma e gli Italici, i quali combattevano per ottenere la “cittadinanza romana” cioè la pari dignità (dopo tanti servigi resi a Roma e dopo tante promesse). Una guerra per i diritti umani e i diritti politici di appartenenza, contro gli egoismi di casta. E di … Capitale.

Sembrano temi di grande attualità, pure adesso. Allora, appunto 21 secoli fa, dopo l’immenso oceano di sangue della Guerra Sociale, Roma riconobbe quei diritti che avrebbero potuto essere riconosciuti senza spargimento di così tanto sangue … in pace ed amicizia …  proprio come faceva Re Italo (circa 1400 anni prima) il quale, attraverso i “sissizi” (cioè i “pasti comuni”) e la diplomazia è riuscito ad esprimere 3500 anni fa (senza spargimenti di sangue) quella unione di popoli che oggi definiamo “Calabria Prima Italia”. E (attorno al 340 a. C.) Aristotele così testimoniava nella sua opera Politica (VII, 9, 2) << Per questa ragione ancora oggi (cioè, dopo ben 1200 anni circa, ndr) alcune delle popolazioni che discendono da lui praticano i sissizi e osservano alcune sue leggi >>. Re Italo non soltanto ha dato il nome all’Italia, ma anche il prezioso dono del primo nucleo di “democrazia etica” che poi Atene ha trasformato in “democrazia mercantile” quale ancora abbiamo adesso e che spesso sfocia in guerre atroci.

RICERCHE E VALORIZZAZIONE SULLA << PRIMA ITALIA >>

Come ho più volte detto e scritto, è dalla prima media (frequentata in Catanzaro Lido nell’anno scolastico 1961-62) che mi portavo dietro la curiosità di sapere cosa ci fosse stato in Calabria prima della tanto decantata “Magna Grecia” (ottavo – secondo secolo avanti Cristo). Per vari motivi, ho dovuto attendere aprile 1982 (dopo quasi 21 anni) per ottenere una risposta precisa e definitiva. E un anno dopo, nel 1983, all’antica e fornitissima Biblioteca dell’Abbazia benedettina di Montecassino (FR), ho potuto leggere i testi originali (greci e latini) in cui era chiaramente e ripetutamente confermata la verità che è la Calabria il luogo dove è nato il nome “Italia” che (secolo dopo secolo, tappa dopo tappa) duemila anni fa si è esteso fino alle Alpi e poi anche alle isole (Sicilia, Sardegna e Corsica). Man mano che andavo avanti in queste mie ricerche, in questi miei pellegrinaggi, dialogavo con il mio amico eccellente, Vito Maida di Soverato (1946- 2004), con il quale ho condiviso pure questa mia passione per la “Calabria Prima Italia” che era pure la denominazione dell’associazione culturale informale da me fondata nell’aprile 1982 a Badolato Marina e di cui Vito era primo entusiasta aderente, assai convinto e attivissimo collaboratore.

Fu proprio Lui che poi nel 1995 mi indicò in Salvatore Mongiardo (nato nel vicino Comune di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio CZ nel 1941) l’autore dell’illuminante libro “Ritorno in Calabria” e colui che ha ripristinato i “sissizi” (i pasti comuni di Re Italo). Da 30 anni con Mongiardo (oggi autore di tanti altri fondamentali libri e fondatore della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone) sono in frequente contatto per lavorare ai temi della “Calabria prima Italia” e dintorni. Poi, via via, ho acquisito altri amici, cultori del medesimo tema fino a realizzare una rete di appassionati e di studiosi che ho radunati a Davoli Marina (CZ) nel pomeriggio di mercoledì 21 giugno 2023 (emblematico ed evocativo solstizio d’estate) con la “Prima Festa del Nome ITALIA” ed il “Premio Prima Italia” … manifestazione da me interamente preparata e sostenuta organizzativamente ed economicamente, con un piccolo e indispensabile aiuto logistico da parte della locale Biblioteca Pubblica Vincenziana e del Comune. La cerimonia, durata due ore e dodici minuti, è stata trasmessa in diretta da Tele Mia di Roccella Jonica (RC) (vedi in << https://www.youtube.com/watch?v=ewcFGBQp52U >> Davoli – Premio Prima Italia 2023). E vasta è stata la rassegna-stampa regionale (con qualche significativa eco nazionale e persino estera). Ma dall’aprile 1982 al 21 giugno 2023 innumerevoli (e purtroppo vani) sono stati i ripetuti ed insistenti tentativi di coinvolgere le Istituzioni nazionali, regionali e locali che si sono dimostrate insensibili alla valorizzazione del periodo e dei valori di questa “Prima Italia” che precede la tanto (ancora oggi) strumentalizzata “Magna Grecia” come se non ci fosse altro di importante e glorioso prima!…

In precedenza, nel luglio 1989, questo mio viaggio verso la maggiore conoscenza e valorizzazione della “Prima Italia” mi ha portato pure a Corfinio d’Abruzzo, dove da Agnone del Molise (assieme a mia moglie Bambina Mastronardi) mi sono recato (con una Ford Escort 1400 appena acquistata). A parte la stele non ho avuto forse tempo né saputo o potuto capire di più, come primo sopralluogo. Tuttavia, cosciente dell’importanza del sito, da allora ho scritto ripetutamente ai sindaci di Corfinio e a vertici provinciali e regionali abruzzesi sulla necessità di valorizzare questa importante tappa della “Prima Italia” dal momento che proprio in questo luogo risulta essere stata utilizzata ed evidenziata la parola ITALIA durante la Guerra Sociale contro Roma dal 91 all’88 avanti Cristo.

Non ho avuto mai alcuna benché minima risposta. Tuttavia, se non hanno cestinato tutte le mie numerose sollecitazioni inviate per Raccomandata postale, nell’Archivio comunale si dovrebbe trovare almeno qualche traccia delle mie frequenti lettere.

Finalmente, l’ultima raccomandata postale (datata lunedì 28 aprile 2025 ore 18.00) mi è stata riscontrata (a voce) dal vicesindaco Francesco Di Nisio nel nostro incontro di Davoli Marina di sabato pomeriggio 21 giugno 2025 in occasione della ratifica ufficiale del gemellaggio con la Biblioteca Pubblica Vincenziana proprio per una Alleanza sulla Prima Italia.

Nel novembre 2002 ho conosciuto Guerino Caporale (classe 1944), allora assessore al turismo del Comune di Lanciano (Chieti), che mi ha aiutato in modo determinante a realizzare il “Lanciano Day” del 30 e 31 agosto 2003 (ovvero il raduno di coloro che, come me, hanno cognome Lanciano nella città di Lanciano). L’anno seguente 2004, Guerino Caporale è diventato consigliere della Regione Abruzzo.

Non potevo non incaricarlo di aiutarmi a realizzare a Corfinio la FESTA DEL NOME ITALIA. Purtroppo nemmeno Lui è riuscito a convincere qualcuno in quella Regione a realizzare un evento di valorizzazione della Storia italiana e del territorio abruzzese.

Tuttavia, periodicamente, dal 2004 non ho mancato di sollecitare le Istituzioni sia calabresi che abruzzesi a fare qualcosa per valorizzare il nome ITALIA e il periodo storico della “Prima Italia”.

Fin quando, appunto il 21 giugno 2023, pur con i miei esigui mezzi economici ed organizzativi, ho voluto realizzare da me stesso una manifestazione in tal senso e, direi, con lusinghiero successo e persino clamore mediatico.

Poi, come ho appena accennato, esattamente due anni dopo, sabato 21 giugno 2025, ho conosciuto il dottore Francesco Di Nisio, vice-sindaco di Corfinio intervenuto a Davoli Marina a ratificare con la sua presenza il gemellaggio della “Prima Italia”, già siglato a Corfinio domenica 08 ottobre 2024, con la Biblioteca Pubblica Vincenziana, la quale nel frattempo ha realizzato (senza nemmeno informarmi) il sito internet << www.calabriaprimaitalia.it >> costringendomi a distinguere la mia associazione culturale “Calabria Prima Italia” con la nuova dizione “Calabria Prima Italia 1982”. Purtroppo, accade pure questo nel lungo percorso di valorizzazione della “Prima Italia”. Con il vice-sindaco Di Nisio ci siamo ripromessi di incontrarci a Corfinio attorno a domenica 03 agosto 2025 in occasione della rievocazione storica dell’alleanza (avvenuta nel 91 a. C.) tra i popoli italici contro Roma per la rivendicazione della cittadinanza romana. Scontro oggi ricordato come “Guerra Sociale” (che, seppure persa militarmente, è risultata poi una grande vittoria politica, poiché la cittadinanza romana è poi stata ottenuta e il nome ITALIA è stato esteso da Roma stessa fino alle Alpi). Così è nata quell’Italia-Nazione all’interno dell’Impero Romano che, pur con alterne e drammatiche vicende, è giunta fino ad oggi.

L’INCONTRO IN CORFINIO DI SABATO 02 AGOSTO 2025

Così, come promesso lo scorso 21 giugno a Davoli e poi preventivamente avvisando giorni prima, sabato 02 agosto 2025, verso le dieci circa di mattina, sono arrivato (assieme a mia moglie) alla piazza principale del paese (comunemente detta Piazza Corfinio o piazza del Teatro Romano ma dal 2017 intitolata ai magistrati martiri Falcone e Borsellino) dove ho trovato ad attendermi assai gentilmente il vice-sindaco Francesco Di Nisio e la presidente della Pro Loco, Angelica Luccitti. Ai quali ho portato come semplice ma sentito dono ospitale (a proposito della “Prima Italia) una bottiglia cadauno del vino “Re Italo” (un ottimo “primitivo” prodotto dalla Cantina dei Sirìti di Antonella Latronico a Nuova Siri, in provincia di Matera ma con alcune vigne anche al di là del confine con la Calabria) … con l’ipotesi-suggerimento di far produrre proprio a Corfinio un “Vino Prima Italia” o altra dizione similare, riconducibile a questo preciso evento fondamentale della Storia d’Italia. E, provenendo da Agnone, non potevo esimermi dal donare loro pure una targa personalizzata in rame, opera dell’artista Filippo Catolino, che sono solito regalare per il “Premio della Gentilezza” ogni 13 novembre ma anche a ospiti di riguardo come “Università delle Generazioni”. Poi, con esemplare disponibilità, Di Nisio e Luccitti ci hanno accompagnato a visitare (con il privilegio della loro stessa guida) il locale Museo Civico Archeologico intitolato ad Antonio De Nino (1833-1907) uno studioso e scienziato della zona che ha fatto molto per scoprire e valorizzare la storia italica, romana e medievale di Corfinio così come di altre località abruzzesi le quali gli hanno riconosciuto i grandi meriti.

F.Di Nisio e Angelica Luccitti a Corfinio

Nonostante i saccheggi dei vari eserciti stranieri (durante la seconda guerra mondiale, come in tanti altri Musei, chiese e case private) e le vicissitudini dislocative ed organizzative, tale Museo resta davvero assai ricco di reperti degni di una Capitale, la quale, ribadisco, è stata assai importante (come anti Roma o come l’altra Roma) durante la Guerra Sociale. Ovviamente, la nostra attenzione maggiore è andata alla famosa moneta che riporta il nome ITALIA, ma anche a tutta la vasta collezione, tra cui le numerose statuine di Ercole, personaggio legato pure alla nascita (favolistica – mitologica) del nome ITALIA per l’episodio della razzia della mandria di buoi di Gerione (quindi, forse non a caso, la sua presenza è copiosa a Corfinio, per il diffuso culto). Notevole la statuina che immagino sia del (casto) “bacio coniugale” o degli amanti e che potrebbe dare il pretesto per produrre e commercializzare un piccolo dolce denominato “Bacio di Corfinio” (similmente al Bacio Perugina o al Bacio di Cuneo o ai Baci di Dama di Tortona). Anzi, poiché la vicina Sulmona è famosa per i confetti (usati in ogni occasione, tra cui i matrimoni), tale figura del casto bacio potrebbe essere una speciale bomboniera o, addirittura, l’emblema trainante per la festa degli innamorati del 14 febbraio o per gli anniversari matrimoniali. Ci sarebbe da lavorare e da significare! E’ assai utile abbinare cultura e promozione socio-economico-turistica.

La visita è proseguita nel poco distante e nuovo edificio del “Lapidarium” (museo delle pietre istoriate o riportanti iscrizioni) accompagnati dal vicesindaco Di Nisio, il quale ci ha spiegato, pietra per pietra, il valore di quella importante collezione archeologica. Così, tra tanto altro, abbiamo appreso (con piacere ed interesse, dalla iscrizione su una di tali pietre) che era originaria proprio di Corfinio la famiglia del grande poeta latino Publio OVIDIO Nasone (ufficialmente nato nel 43 a.C. nella vicina Sulmona, distante appena 15 km, e deceduto in esilio a Costanza, odierna Romania, sul Mar Nero). In giro per l’Italia, ho visitato tanti “Lapidarium” (greco-romani, medievali e più recenti) ma – devo essere sincero – questo di Corfinio mi ha emozionato di più. Ogni pietra conteneva una storia. Come una “Antologia di Spoon River” (Edgar Lee Masters 1868 – 1950) di duemila anni fa.

E, a proposito di Amore e di Erotologia (di cui Ovidio fu maestro), sai bene, caro Tito, quante iniziative ho realizzato un po’ ovunque (persino a livelli internazionali) in decenni e decenni di alacre lavoro socio-culturale volontaristico. E, a tale proposito, nell’estate 1989 (dopo avere visitato Corfinio e Sulmona) ho anche scritto pure al Sindaco della Città di Ovidio per proporre una qualche manifestazione internazionale che, inerente il libro sull’arte amatoria del grande Poeta, si potesse realizzare a Sulmona. Alla lettera era allegata la documentazione del Convegno internazionale di Erotologia “Amore e Religione” che (assieme ai medici dell’Ospedale di Agnone) ho organizzato il 4-6 ottobre 1985 con clamore nazionale ed anche estero. Ovviamente, non ho avuto nemmeno l’onore di un riscontro. Ma … andiamo avanti!…

F.Di Nisio e E.Presutti a Corfinio

Ringraziandolo ancora per avermi dedicato ben quattro ore del suo prezioso tempo, il vicesindaco Di Nisio ha voluto condurmi pure al “Parco Archeologico don Nicola Colella” di Via Quinto Poppedio Silone (uno dei comandanti in capo dell’esercito italico nella guerra sociale contro Roma 91-88 a. C.) dove ci attendeva il simpaticissimo prof. Enzo Presutti che si era reso disponibile a farci visitare i pochi resti (specialmente i mosaici) di quella ampia e ricca “Domus” romana, con annesse terme, una strada urbana ed altre pertinenze. Durante l’interessante e dotta narrazione, il prof. Presutti ci ha spiegato (pure con ipotesi e significati) per filo e per segno, e nei minimi articolari, le figure espresse dai mosaici (quasi sempre rappresentazioni esclusivamente geometriche, tranne un piccolo mosaico che evidenzia tralci di una vite con due foglie stilizzate ma senza uva). L’occasione è stata utile pure per accennare alle geometrie di Pitagora di Crotone ed anche a probabili congetture esoteriche e misteriche. Non potevano mancare, seppure stilizzati, simboli legati alla fecondità, alla solarità e alla rigenerazione della vita come le “svastiche” di origine prevalentemente orientale, pervenute (in vari tempi e modi) nel bacino del Mediterraneo come il cammino stesso del sole che ruota nel cielo (da oriente ad occidente) e di cui spesso sono chiara rappresentazione non soltanto qui a Corfinio ma in numerose sedi archeologiche antiche, specialmente greco-romane.

PARTICOLARE LODE A ENZO PRESUTTI GENEROSO AMANTE DELLA CULTURA

Il prof. Enzo Presutti (nato nella vicinissima Pratola Peligna AQ il 24 aprile 1948 e residente a Corfino dal 1976) abita proprio davanti a questa piccola area archeologica della “Domus” romana coperta da una tettoia metallica ma esposta alle intemperie ai suoi lati. E questa sua vicinanza è una garanzia di sicurezza per tale sito archeologico, pure per la tanta devozione ch’Egli porta per la difesa e la valorizzazione di tale preziosa eredità ultra-millenaria …  come soltanto i veri e convinti amanti della Cultura possono fare ed essere. Il prof. Presutti è un attento studioso della storia e dei monumenti di Corfinio e dintorni; resta a disposizione dell’Amministrazione Comunale (pure per il Museo archeologico e la Pro Loco), delle varie Associazioni, di altri studiosi e di studenti (specialmente se alle prese con le tesi di laurea) sempre in modo completo e gratuito. Quasi paterno. Possiamo ben dire che Enzo Presutti sia una salda e formidabile colonna del volontariato culturale locale. Non si può immaginare il territorio peligno (e, in particolare, Corfinio) senza di Lui, sempre pronto a valorizzare altruisticamente le persone e a trasmettere le sue conoscenze con autentico entusiasmo e contagiosa gioia (atteggiamento tipico degli uomini dal grande animo e dall’incrollabile idealismo ed ottimismo umanistico). Mi sembra appartenga ad un’ultima stirpe di quei carismatici amanti della Cultura a 360 gradi. Infatti, sono convinto che persone come Lui non abbiano eredi, poiché ci vuole un’etica particolare, una passione inesauribile ed uno spiccato senso civico e di comunità che oggi sono doti e virtù assai assai rare. Speriamo che qualche giovane ne segua l’esempio e le orme; ma sicuramente e purtroppo non più nei termini di dedizione assoluta appartenuta alla generazione di Enzo Presutti. L’ultima veramente eroica!… Comunque non si sa mai. Taluni miracoli possono sempre avvenire e manifestarsi. Certo il prof. Presutti ha fatto di tutto per non risparmiarsi e per dare il buon esempio intergenerazionale.

Costui, tra tanto altro, è specializzato in “Scienze botaniche” (con perfezionamento alla Università La Sorbona di Parigi e all’Università di Neuchatel in Svizzera) e cura altresì in modo assai professionale la conoscenza delle erbe officinali del territorio (soprattutto di quelle medicinali) e ne diffonde la cultura pure tramite conferenze ovunque sia chiamato, esponendo le argomentazioni anche in senso antropologico e delle tradizioni popolari locali, persino come pertinente riferimento al mondo antico.

E’ autore di varie pubblicazioni ed è assai impegnato nella difesa e nella valorizzazione del patrimonio culturale ed archeologico locale.

La sua disinteressata disponibilità mi porta ad accennare ad un discorso fondamentale per i piccoli borghi ricchi di storia come Corfinio in Abruzzo o come la mia Badolato in Calabria. Ecco brevemente la mia riflessione.

UNA NUOVA LEGA ITALICA CONTRO LO SPOPOLAMENTO?

Recentemente (circa due mesi fa) è stato reso noto il cosiddetto “Piano strategico nazionale per le aree interne” (PSNAI) firmato da Tommaso Foti, ministro dell’attale Governo Meloni per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR. In pratica e detto brevemente, a causa dell’inarrestabile spopolamento (ovviamente causato da scellerate politiche precedenti ma anche attuali) migliaia di Comuni italiani montani, rurali e periferici sono destinati a sparire. Così abbandonata persino dai Governi presenti e futuri, col tempo mezza Italia diventerà non archeologia ma addirittura inservibile rudere. La situazione di degrado è ritenuta “irreversibile” come un malato terminale.  Una prospettiva davvero assai allucinante!… Praticamente è prevista da parte dello Stato unicamente un’azione di delirante … “accompagnamento al declino” … alla morte!… L’eutanasia (che si nega alle persone terminali come diritto a voler morire) la si assicura ai borghi che hanno vissuto e significato per millenni rendendo l’Italia la meraviglia che ancora è.

Caro Tito, tu sai che sono oltre cinquanta anni che lotto contro lo spopolamento dei borghi, giungendo persino il 07 ottobre 1986 alla nota vicenda di “Badolato paese in vendita” per non morire, che ha avuto un clamore internazionale, riuscendo a salvare un minimo di rivitalizzazione del mio borgo antico. Adesso, per combattere la cosiddetta irreversibilità al declino, si tratterà di realizzare UNA NUOVA LEGA ITALICA CONTRO ROMA PER SALVARE, CON I PICCOLI COMUNI, TUTTA UNA CIVILTA’ CHE HA RETTO BENE PER MILLENNI. E sarebbe significativo che tale NUOVO PATTO O GIURAMENTO (specialmente per il nostro martoriato Sud) sorgesse proprio a Corfinio!… Una LEGA ITALICA che portasse la propria voce democratica e costruttiva (per la salvezza dei borghi e delle ruralità) pure nelle Istituzioni, come i Comuni, le Province, le Regioni, nei Parlamenti nazionali, addirittura al Parlamento e alla Commissione dell’Unione Europea!…

Insomma, non si può rimanere inerti dinanzi a simile catastrofe territoriale e sociale che non riguarda soltanto l’Italia ma l’intera Europa periferica, il Mediterraneo e ovunque la cosiddetta “globalizzazione” picchia ancora duro e nefasta!

PRECISAZIONE SULLE DENOMINAZIONI DI ITALIA

Colgo l’occasione per esprimere il mio modestissimo parere sulle denominazioni e sulla appartenenza alla PRIMA ITALIA della Calabria e di Corfinio. Mi sembra opportuno e giusto eliminare gli equivoci e le possibili confusioni. Ad esempio, noi in Calabria diciamo semplicemente e chiaramente, inequivocabilmente << CALABRIA DOVE E’ NATO IL NOME ITALIA >> oppure << Calabria qui nacque i nome Italia >>. Invece l’attuale dizione << CORFINIO OVE ITALIA NACQUE >> si presta ad una qualche ambiguità … cioè si può dare ad intendere che qui, a Corfinio, sia nato pure il nome ITALIA e non solo la NAZIONE ITALIA. E, infatti, molti credono che il nome ITALIA sia nato a Corfinio, come si evince pure da numerosa stampa (specialmente molisano-abruzzese). Pure un recente piccolo depliant del Comune declama (in quarta pagina) “Corfinium: la città che inventò l’Italia” … e come si può ben capire … pure tale slogan potrebbe essere assai fuorviante. Quindi, meglio sgombrare dagli equivoci e dare a ciascuno il suo, descrivendo gli slogan e le dizioni nel modo esatto ed inequivocabile. Come in altre situazioni, bisogna stare molto attenti alle parole che si usano e come le si usano. Etica vuol dire pure chiarezza.

Allora proporrei agli amici corfinesi che si occupano di queste definizioni di adottare una delle seguenti inequivocabili dizioni: 1) CORFINIO DOVE ITALIA NACQUE NAZIONE. 2) CORFINIO DOVE NACQUE L’ITALIA NAZIONE. 3) CORFINIO DOVE NACQUE LA NAZIONE ITALIA. 4) CORFINIO: QUI LA NAZIONE ITALIA NACQUE. Mi sembra una soluzione equa e fattibile, senza che nulla venga tolto ad altri, ma riconoscendo alla Calabria e a Corfinio il ruolo effettivamente avuto nella nascita sia del nome ITALIA e sia della NAZIONE ITALIA. Infatti, seguendo anche Aristotele e tutti altri antichi storici e scrittori, con le leggi di Re Italo, specialmente con i suoi “sissizi” (primo nucleo di democrazia etica e di diplomazia dell’amicizia e della pace), la CALABRIA HA DATO AVVIO AL NOME ITALIA E ALLA SUA PRIMA ESPRESSIONE POLITICA, mentre Corfinio, con la Lega Italica, ha dato l’impronta della prima forma di Stato con nome ITALIA-NAZIONE e di prima Capitale dell’Italia-Nazione. Tanto è che poi Roma stessa, con l’imperatore Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 d. C.), ha esteso il nome ITALIA fino alle Alpi, mentre la nostra penisola poteva ben chiamarsi Romania, Augustea, Lazio o altro nome imperiale per esaltare la potenza e il dominio di Roma. Invece, con il nome ITALIA si è riconosciuto il valore e la civiltà di questa PRIMA ITALIA Italo-Corfinese (1500 circa – 90 a. C.). Ritengo che con gli Amici di Corfinio potremmo concordare facilmente sulle rispettive e rispettose dizioni. Pure a beneficio della verità e della lealtà cui siamo obbligati per la Storia e il resto del mondo.

SALUTISSIMI

Caro Tito, seppure molto breve (soltanto quattro ore) la mia seconda visita a Corfinio di sabato mattina 02 agosto 2025 (dopo quella del luglio 1989, quindi dopo 26 anni) è stata assai interessante e molto piacevole, persino emozionante. Ringrazio ancora una volta e anche qui il vicesindaco dott. Francesco Di Nisio, la Presidente della Pro Loco Angelica Luccitti, il prof. Enzo Presutti per la gentilissima e signorile accoglienza e per la totale disponibilità dimostrate. Ringrazio altresì tutti i Volontari che si occupano e si preoccupano di valorizzare Corfinio e il suo patrimonio storico-archeologico-culturale. E’ per merito di soprattutto di questi Volontari che piccoli borghi come Corfino (attualmente poco più di novecento iscritti all’Anagrafe comunale e con un territorio di appena 18 kmq) possono ancora significare e avere un ruolo nazionale assai importante e persino internazionale … infatti Corfino sta per gemellarsi con le altre due antiche Capitali: Gniezno in Polonia e Pliska in Bulgaria. Inoltre il PREMIO AQUILA D’ORO dell’associazione culturale CORFINIUM ONLUS (fondata e diretta dal predetto dott. Di Nisio) dà a Corfinio un notevole prestigio anche estero. Ovviamente ci sono tante altre iniziative che sarebbe troppo lungo elencare. Esorto i nostri lettori a cercare in internet ciò che riguarda Corfinio, tra cui i video delle più recenti edizioni della “Rievocazione storica” del giuramento degli Italici riuniti contro Roma nella più volte citata Guerra Sociale (91 – 88 a. C.). Segui, ad esempio, quella del 2023 << https://www.youtube.com/watch?v=6Lw6Pb6hlI0 >> (durata un’ora e cinque minuti)-

Infine, mi tocca ringraziare l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco non soltanto per la gentilissima e commovente accoglienza, ma anche per il piccolo e prezioso dono avuto, durante la visita, dal Museo Archeologico consistente in una fedele riproduzione (su scala 1:1) della famosa moneta che riporta la scritta ITALIA, coniata a Corfinio negli anni della Guerra Sociale. Ho avuto anche numerosi stampati illustrativi del borgo. Passo, quindi, ai rituali ma sempre affettuosi saluti per tutti. E torno a ringraziarti per voler pubblicare pure questa “Lettera n. 625” cui tengo tanto e particolarmente. E ringrazio i nostri gentili lettori, in particolare coloro i quali ci seguono da più tempo e coloro che ci riscontrano (incoraggiandoci e migliorandoci). Non posso chiudere questa Lettera senza rivolgere un pensiero di pace per tutti coloro che stanno soffrendo le ben 56 guerre attive nel mondo, ma anche per tutti coloro che lottano per la propria sopravvivenza e per la dignità, per i sacrosanti diritti umani e sociali … proprio come 21 secoli fa hanno lottato i popoli italici, riuniti a Corfinio prima Capitale della dignità e dei diritti sociali. Alla prossima e un caro saluto a tutti! Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, mercoledì 06 agosto 2025 ore 04.51 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore) – BASTA ARMI – BASTA GUERRE – 80 anni fa nasce l’incubo nucleare con la bomba atomica su Hiroshima (Giappone). –  Alcune foto sono mie e altre mi sono state fornite dagli interessati.

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