di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, proprio un anno fa (domenica 23 gennaio 2022 alle ore 23.23 nell’imminenza della “Giornata della Memoria” di quel 27 gennaio) hai pubblicato << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-382-ricevuta-dopo-78-anni-una-lettera-scritta-dal-fronte-di-guerra-nel-1943-dal-prof-rinaldo-rovito-di-isca-sullo-ionio-cz/ >>. Infatti, abbiamo ricordato la prigionia in Germania del “caporale universitario” Rinaldo Rovito di Isca sullo Ionio (classe 1920) catturato dai tedeschi a Rovereto il 9 settembre 1943. E’ poi rimasto internato in campo di concentramento per quasi due anni (fino al 6 giugno 1945). Adesso, in occasione della “Giornata della Memoria 2023” il Presidente della Repubblica Italiana Gli ha voluto assegnare, alla memoria, una << Medaglia d’onore ai Cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945 >>.
LA MEDAGLIA D’ONORE
Tale “Medaglia d’onore” destinata a Rinaldo Rovito è stata consegnata, alle ore 12 di oggi venerdì 27 gennaio 2023, dal Prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci, ai figli del compianto “caporale universitario”, Domenico e Myriam Rovito con una sobria ma intensa cerimonia in Prefettura, alla presenza del Sindaco di Isca sullo Ionio, Vincenzo Mirarchi (come testimonia la foto di apertura di questa “Lettera n. 446).
Hanno partecipato alla consegna di tale “Medaglia d’Onore” pure le famiglie al completo di Domenico (noto odontoiatra di Soverato – CZ) e di Myriam (docente nelle scuole) domiciliata all’Ina-Casa genitoriale di Badolato Marina (CZ).
E cioè: Rinaldo e Dalila Rovito con mamma Anna Migliano; Francesca, Giuseppe con papà Nicola Marino. Omettendo le foto (che in parte inserisco qui io), riporto integralmente al seguente paragrafo 2 il testo della cronaca dell’evento di stamani pubblicato alle ore 14.36 dal notissimo quotidiano << https://www.catanzaroinforma.it/cronaca/2023/01/27/giorno-della-memoria-prefetto-catanzaro-consegna-medaglia-donore-alla-memoria/275296/ >>.
GIORNO DELLA MEMORIA, PREFETTO DI CATANZARO CONSEGNA MEDAGLIA D’ONORE ALLA MEMORIA A RINALDO ROVITO NATO AD ISCA SULLO IONIO MORTO A BADOLATO 64 ANNI DOPO. LA SUA STORIA.
Nella mattinata odierna, nell’ambito delle iniziative commemorative in occasione del “Giorno della Memoria”, è stata consegnata dal Prefetto di Catanzaro Enrico RICCI la Medaglia d’Onore, riservata ai “Cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto e per l’economia di guerra”, che il Presidente della Repubblica Italiana ha concesso, alla memoria, al Sig. Rinaldo ROVITO nato ad Isca sullo Ionio (CZ) il 14 aprile 1920 e deceduto in Badolato (CZ) nel 1984.
Nel corso della sobria ma sentita cerimonia, svoltasi in maniera ristretta alla presenza del figlio Domenico, del Sindaco di Isca sullo Ionio e di alcuni altri familiari, sono stati ricordati i momenti salienti della vita dell’insignito, profondamente segnati dai tragici eventi che hanno accompagnato parte della sua esistenza. In particolare, il Caporale del 34° Fanteria di Fossano (CN) Rinaldo Rovito, ha subìto un periodo di prigionia in Bassa Sassonia, dal 9 settembre 1943 al 6 giugno 1945.
Il Sig. Rovito, chiamato alle armi il 30 dicembre del 1942, fu destinato a Fossano per poi essere trasferito nel 1943, al 178° Gruppo Contraereo “Vicenza” di stanza a Rovereto (TN). Il 9 settembre dello stesso anno fu catturato dai tedeschi e deportato in un campo di prigionia e lavoro in Germania, dove rimase fino all’8 maggio del 1945, costretto a vivere in condizioni precarie, tra lavori forzati e inadeguate condizioni igieniche ed alimentari. Ancorché liberato, fu trattenuto dalle Forze Armate Alleate fino al giugno dello stesso anno e nel mese di novembre del 1945 venne definitivamente congedato dal Distretto Militare di Catanzaro. E’ stato insignito della Croce di Guerra per internamento in Germania e del distintivo di liberazione.
Nei suoi racconti è sempre emersa la grave sofferenza patita anche per il rientro in patria, avvenuto affrontando un lungo ed estenuante viaggio verso la Calabria, utilizzando mezzi di fortuna e percorrendo anche molti chilometri a piedi. Giunto finalmente a destinazione il suo peso corporeo non superava i 35 Kg.
Tornato finalmente alla vita civile, al termine del secondo Conflitto Mondiale, si è sposato ed ha avuto due figli, ha insegnato per molti anni nelle scuole elementari, avendo precedentemente conseguito la Maturità Magistrale, poiché la guerra aveva interrotto gli studi universitari intrapresi. E’ prematuramente scomparso all’età di 64 anni.
IL SILENZIOSO E MOLTO DISCRETO VICINO DI CASA
Caro Tito, permettimi di dare una mia breve testimonianza sul prof. Rinaldo Rovito, come mio vicino di casa a Badolato Marina dal 1956 al 1984 anno in cui è deceduto molto prematuramente. Ne ho già descritto qualcosa al paragrafo n. 19 “In ricordo di Giuseppina Caporale” (sua moglie, sposata il 07 novembre 1953) nella << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-322-miscellanea-n-1-di-fatti-e-personaggi-al-18-marzo-2021/ >> che hai pubblicato alle ore 22.12 di venerdì 19 marzo 2021.
Traggo da quel paragrafo il questo passo: << Per me entrambi i coniugi Rinaldo e Giuseppina sono stati assai importanti e significativi perché vivevano una bella e grande storia d’amore anche familiare e mi sono stati di immenso e bell’esempio. Erano assai intensi e felici. La mia adolescenza ha avuto come sottofondo il canto lieto e continuo della signora Giuseppina, quasi una colonna sonora che mi ha fatto riflettere assai sulla natura dell’amore e sull’amore coniugale in particolare. Non ti nascondo che li ritengo i miei primi insegnanti di dolci sentimenti, di tenerezza e di forte attaccamento verso la persona amata. E spesso ho tratto da loro ispirazione nel rapportarmi con delicatezza alle donne dei miei amori. Tuttora mi torna in mente il loro corteggiarsi con gli occhi e con i gesti, tanto che il signor Rinaldo le faceva compagnia pure in cucina, quando la signora Giuseppina era impegnata ai fornelli. Mi davano la bella impressione che non sapessero stare un minuto distanti l’uno dall’altra, nemmeno in casa. Vorrei che i figli scrivessero qualche loro testimonianza, pure in merito a questo, sui loro genitori e in particolare sulla signora Giuseppina che era protagonista di una socialità assai affettuosa e luminosa, sincera ed empatica con tutti, mentre il signor Rinaldo era persona assai riservata. Sembravano proprio gli opposti che si compensavano meravigliosamente >>.
Infatti, il prof. Rinaldo Rovito era un uomo assai mite, silenzioso e molto discreto. Andava ad insegnare nella sua amata Isca sullo Ionio, che distava da casa nostra appena tre chilometri. Avrebbe potuto benissimo trasferirsi nella scuola di Badolato Marina, ma, evidentemente, non ha mai voluto lasciare del tutto il proprio ambiente natìo, dove amava parlare il comune dialetto. E questo la dice lunga sul suo amore verso le proprie radici. E’ stato assai amato dai propri alunni, che lo ricordano ancora con tanta stima e riconoscenza. Come mio padre, ho visto sempre il prof. Rinaldo Rovito come uomo della ricostruzione sociale e civile dell’Italia disastrata dall’immane seconda guerra mondiale, quando ancora non si era del tutto riavuta dalla ancora più disastrosa “Grande Guerra” 1915-18.
Tornato dal servizio militare e dalla prigionia che pesava appena 35 kg, ha dovuto darsi da fare poiché si è trovato così tanto giovane capo di numerosa famiglia per l’immatura morte del padre.
E non è stato affatto facile in anni di grande crisi, con ben cinque sorelle da sistemare.
Eppure, non l’ho mai visto o sentito lamentarsi. Né ha mai voluto parlare dei due anni di patimenti nei campi di concentramento nazisti. Credimi, Tito, pochi uomini ho conosciuto, in tutto il corso dei miei 73 anni, così onesti, pacati, garbati e cordiali come il prof. Rinaldo Rovito. E’ una delle pochissime persone che continuo ad avere sempre nel cuore.
L’IPNOSI DI MASSA, ORIGINE DI DITTATURE E GUERRE
Lo scorso 25 gennaio 2023 ho letto la seguente riflessione appena pubblicata dal medico-pediatra e psicoterapeuta calabrese (ma anche collega giornalista) Ernesta Adele Màrando che esercita la sua missione-professione in Roma << https://www.radiocivetta.eu/index.php/archivio/1423-covid19-il-male-e-l-eclissi-di-dio >>. In tale breve commento sui fatti storici e recenti del nostro sempre più difficile mondo, la dottoressa Màrando fa riferimento all’ipnosi di massa che, immancabilmente, dà origini alle dittature e alle guerre. E’ un tema assai strategico già affrontato da tanti pensatori, nel corso dei secoli, dal momento che c’è sempre stato il tentativo da parte dei regnanti (specialmente di coloro che soffrono di “delirio di onnipotenza” come, ad esempio, prima Hitler e adesso Putin) di impadronirsi della mente e dell’anima dei popoli per poi strumentalizzarle e farne scempio. Tra i regnanti è da inserire pure lo strapotere e l’invadenza del cosiddetto “Mercato” (fatto prevalentemente di industria, tecnica, economia, finanza ecc.). E’, sempre e comunque, un tema da tenere sempre presente e da approfondire, proprio per evitare assolutamente che ciò succeda, poiché l’ipnosi di massa porta sempre a immensi disastri per tutti. La sana critica può difenderci.
SALUTISSIMI
Caro Tito, lo spettro della guerra è tornato in Europa per ben due volte dal 1945 e in modo assai straziante (come sono tutte le guerre antiche e moderne). Molti di noi hanno già rimosso dalla propria mente la guerra balcanica nella ex Jugoslavia, svoltasi in varie fasi dal 1991 al 2001 pure con tentativi di genocidio e di annientamento collettivo. E, adesso, con la tanto nefasta aggressione della Russia verso l’Ucraina sovrana (letteralmente rasa al suolo), il vecchio continente rischia di incendiarsi nuovamente e in modo tale da superare persino le efferatezze naziste.
Purtroppo, non si vede alcuna mobilitazione massiccia e decisa dei popoli contro questa guerra; né si ribellano le madri (sia russe che ucraine e anche del resto d’Europa) contro la perdita dei propri figli. Mentre i governi sembrano giocare con il fuoco che potrebbe bruciare tutti in una probabile terza guerra mondiale dagli esiti catastrofici per tutto il pianeta già troppo sofferente per altre nostre troppo grandi offese. E i giovani, dove sono i giovani?… La nostra generazione almeno ha contribuito, con i tantissimi cortei in ogni parte del mondo, a far cessare la guerra in Viet Nam … Che generazione è quella attuale?…
Sembrano persino inutili le liturgie dell’annuale “Giorno della Memoria” voluto 18 anni fa dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) il primo novembre 2005 per ricordare lo sterminio di 6 milioni di Ebrei e di altra gente o categorie sociali, ad esempio i disabili come ci ha descritto Margherita Lao nel suo bel romanzo “Il mare di Marsiglia” che abbiamo riproposto nella precedente “Lettera n. 445” nella sua terza edizione << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-445-eugenetica-e-disabilita-da-hitler-ad-oggi-secondo-margherita-lao-per-il-giorno-della-memoria-2023/ >>.
Concludo qui, con tanta, troppa amarezza per come vanno le cose nella nostra società. Tu sai benissimo come e quanto da sempre mi stia a cuore cercare di contribuire almeno a lenìre il grande dolore del mondo! … Ti ringrazio davvero tanto per pubblicare questa “Lettera n. 446” e, in attesa, della 447 ti saluto, sempre con fraterna cordialità. Ciao, Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, venerdì 27 gennaio 2023 ore 15.58 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state fornite dalla famiglia Rovito oppure sono state prese dal web.
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