Lettera a Tito, Pasquale Andreacchio e la sua prima edizione scaricabile del vocabolario dialettale di Badolato

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Pasquale Andreacchio
  09 aprile 2024 10:45

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, il super-badolatese prof. Pasquale Andreacchio (Catanzaro 16 gennaio 1952) è sicuramente una delle menti più acute e geniali che abbia avuto modo di incontrare nella mia vita. Laureato in Fisica all’Università degli Studi di Roma (oggi Roma 1 La Sapienza), ha avuto una molto significativa esperienza al CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) di Ginevra (Svizzera) dove avrebbe potuto realizzare una brillante carriera tra gli scienziati provenienti da tutto il mondo e, magari, vincere pure un Premio Nobel. Ha preferito, invece, tornare nella nostra Badolato, dedicarsi all’insegnamento nelle scuole pubbliche ed avere una vita semplice e pacata, tra veri amici. Domenica 27 maggio 2001 ha aperto (e gestito in modo molto accurato fino al settembre 2005) uno dei primi e più importanti quotidiani web della nostra zona, quel << www.gilbotulino.it >> che ha fatto epoca per la ricchezza dell’offerta in molteplici categorie e sezioni informative e documentarie, per la puntualità e la nitidezza del racconto giornalistico e per il coraggio nella denuncia delle cose che non andavano a livello di cosa pubblica. Per tale coraggio (pagato a caro prezzo) Gli ho dedicato le pagine 144-146 del sesto volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (stampato nel maggio 2007).

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Ci siamo conosciuti quando, nell’autunno del 1967, il “mio” complesso musicale pop-rock aveva bisogno di un tastierista ed un’altra voce portante oltre a quella poderosa di Nazzareno Audino il quale aveva una così alta estensione da destare l’attenzione della RCA Italiana, a quel tempo la maggiore casa discografica del nostro Paese. Ti ricordo, oltre me, gli altri componenti il gruppo: Giuseppe Naimo (voce, chitarra solista e bakyr), Enzo Spasari (chitarra basso e voce), Vincenzo Serrao del Vescovo (chitarra ritmica e flauto) e Franco Serrao del Vescovo (batteria e altre percussioni). Nel 1973 sono subentrati Andrea Naimo e Mario Gallelli (Calonna) al posto di Audino e Spasari. Il tanto versatile Pasquale Andreacchio è stato pure un ottimo e prolifico cantautore, iscritto alla SIAE, e per la sua bravura avrebbe potuto benissimo avere un considerevole successo come artista singolo.

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IL VOCABOLARIO DI ANDREACCHIO … UNA GUIDA

Ovunque si sia messo e misurato, Pasquale Andreacchio ha fatto sempre molto bene. Non poteva mancare, quindi, che fosse un piccolo-grande capolavoro pure questo suo vocabolario badolatese “A PARRATA E NANNAMA” (la lingua di mia nonna) cioè “Come si parla, come si scrive, come si legge badolatese” … ufficialmente pubblicato e dato alle stampe qualche settimana fa, nel mese di marzo 2024, in 186 pagine (formato cm 15 x 21). In verità, più che un vero e proprio “vocabolario” possiamo considerare tale lavoro una specie di “GUIDA” alla lingua badolatese. Una GUIDA per capire meglio, apprezzare ed amare la nostra “lingua madre” o natìa che è appartenuta a tutte le generazioni precedenti alla nostra e che adesso si sta cercando di valorizzare, pure per non farla dimenticare. Infatti, l’associazione culturale LA RADICE ha lavorato tanto nel fissare per iscritto i vocaboli in uso a Badolato (riportandone etimologia, significati e modi di dire).  

In questo prezioso documento realizzato dal prof. Andreacchio (con la collaborazione di numerosi amici e conoscenti), alla pagina 3 dei ringraziamenti è evidenziata la dedica “a Totò ‘u Pirri la cui saggezza ci sarebbe stata di grande aiuto”. Il compianto Totò ‘u Pirri (prof. Antonio Garretta) era parte della nostra ristretta compagnia di amici d’infanzia, di rione e di vita. Da notare che il testo descrittivo di tale libro è espresso quasi tutto in lingua badolatese attuale (non è dialetto stretto antico, tanto per intenderci). Quindi è abbastanza comprensibile … altrimenti possiamo aiutarci con la consultazione del Dizionario Andreolese – Italiano che il prof. Enrico Armogida del vicino paese di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, ha pubblicato in 1302 pagine dall’editore Rubbettino nel 20­­­­­­­­08. Oppure con i suoi due più recenti volumi del Dizionario (enciclopedico) Italiano – Andreolese (totale 2032 pagine) auto-edito nell’ottobre 2022. Un’Opera davvero monumentale, preziosa quanto irripetibile. Come Opera super-monumentale è quello del prof. Michele De Luca che già raggiunge e forse, alla fin fine, oltrepasserà i dodici volumi su uno titanico studio dei dialetti calabresi (forse alla ricerca di una “coiné” ovvero una lingua comune).

Tornando alla GUIDA di Andreacchio, alle pagine 4-6 c’è l’elenco delle 62 persone che (riportate più avanti al paragrafo 2) hanno partecipato attivamente alla ricerca delle parole, dei significati e di altri termini ed espressioni in uso nella lingua di Badolato. Alla pagina 7 il libro si apre con i CANTI. La comunità badolatese è una delle più poetiche e canterine della Calabria. Ogni badolatese è poeta, poiché è capace di comporre un testo adatto alla cosiddetta “canzone di testa” (cioè composta e inventata proprio mentre la si canta … “un work in progress” poetico-musicale). Le serenate d’amore o di dispetto, i canti matrimoniali o religiosi fanno parte del corredo di ogni badolatese. Chi (come lo scrittore prof. Nicola Caporale 1906-1994) si è avventurato a raccogliere per primo i canti popolari badolatesi, si è trovato davanti ad una grande mole di composizioni. Sicuramente alcune migliaia; ed io stesso mi sono dovuto arrendere dinanzi a tale montagna creativa continua, inarrestabile e non ancora codificata. Perciò, Pasquale Andreacchio si è dovuto limitare a presentare soltanto 20 esempi da pagina 8 a pagina 16. Un assaggio breve ma significativo.

Alla pagina 17 inizia il capitoletto sui SOPRANNOMI (A ngiurja vadulatisi) fino alla pagina 27. Questo dei soprannomi (presenti in tutte le comunità italiane, specialmente del meridione) è un settore assai importante per la conoscenza di un popolo.

Nel 1973 avevo cominciato ad effettuare uno studio accurato, con la collaborazione della guardia municipale Vincenzo Criniti che conosceva vita, morte e miracoli di tutte le famiglie e di ciascuno dei nostri concittadini badolatesi. Però, giunti alla lettera C, ho dovuto desistere per lavorare più alacremente alla tesi di laurea su Badolato (1973-77).

Altro capitoletto assai interessante è quello dedicato alle IMPRECAZIONI e agli ANATEMI (A jestima e i mìndaci vadulatisi) alle pagine 29-33; mentre alle pagine 35-45 sono riportati alcuni modi di dire badolatesi … I DITTERI. La maggior parte di questi “dittèri” o “modi di dire” (che sono imparentati con i proverbi) sono molto divertenti e sicuramente pedagogici. Da pagina 47 a pagina 51 è la volta (altrettanto divertente) dei “Farzz’amici vadulatisi” ovvero quelle parole nostre dialettali che hanno un altro significato nella lingua italiana (ad esempio, per noi “papa” significa “bàmbola” mentre in italiano è il papa, cioè il Pontefice del Vaticano).

Da pagina 53 a pagina 60 c’è “L’omòfona vadulatisi” cioè termini che significano due cose diverse (ad esempio: “chjova” può significare piove oppure chiodi).

Da pagina 61 a pagina 68 vengono trattate le parole “I màsculi in a vadolatisi” vale a dire le parole di genere maschile che finiscono in a (falso femminile) come “u barra” (il bar). Dalla 69 alla 116 troviamo “Paroli VOPA” cioè le parole presentate nella loro pronuncia secondo schemi internazionali con la sillabazione e, per gli animali, la definizione tecnica latina universale.

Dalla 117 alla 179 viene analizzato << ‘U vadolatisi >> cioè la lingua badolatese dalla fonetica a come si dice, a come si è sempre detto, a come si scrive, a varie forme curiose (come, ad esempio, la lingua badolatese nelle sue espressioni volgari, sporche e scostumate oppure come la “rh” di Badolato un suono unico che fa impazzire i glottologi).

Non poteva mancare un riferimento alle radici latine e greche di alcuni termini; mentre mancano i riferimenti per altre lingue appartenute a popoli che hanno occupato, nei vari secoli, i nostri territori, come gli arabi, gli spagnoli, i portoghesi, i francesi e via dicendo.

ELENCO DEI 62 COLLABORATORI

Alle pagine 4-5-6 c’è l’elenco dei 62 collaboratori che sono stati assai utili a Pasquale Andreacchio per confezionare questo bel regalo al popolo badolatese e a chi è interessato alla nostra lingua locale. Trascrivo i 62 nomi come sono riportati dall’Autore (in ordine “variamente” alfabetico): Andrea Gallelli, Andreacchio Antonio (Lìndana), Antonietta Rudi (de Turi), Assunta Froio, Beppe Coscia, Bruno Criniti, Carrozzerie Fiorenza Vincenzo, Caminiti Francesca,  Caterina Menniti, Caterina Pultrone, Caterina Rudi, Cenzu Piperissa (Nangiu), Cosimo Coscia, Criniti Andrea, Domenico Pizzi, Enrica Menniti, Erica Epifani, Filippo Staiano, Fraietta Mariangela, Francesca Libera Viscone, Francesco Criniti, Francesco Tem Cossari,  Frascà Carmela, Gino Scoppa, Giovanna Garretta, Giulio Verne, Guerino Nisticò, Katia Caporale,

Laura Guarna, Letizia Gallace, Luisetta Caporale, Massimo Bressi, Mimmo Procopio, Nicolina Menniti, Olga Sàraco, Ornella Caporale, Pascal Andreacchio, Pasquale Carella, Pasquale Piròso, Pasquale Rudi, Pietro Còssari, Pietro Frasca, Piròso Jim, Pultrone Caterina, Pultrone Flavio, Rosetta Gallelli, Rosa Bressi, Rosa Còssari, Rosa Racheli, Rosanna Gallelli, Simona Garretta, T.S., Teresa Caporale, Teresa Larocca, Tota Gallelli (‘a Pica), Turi Caminiti, Valentino Paparo, Vincenzo Epifani Liberto, Vincenzo Femìa, Vincenzo Piperissa, Vincenzo Serrao (del Vescovo), Vittoria Pultrone. Tale elenco è evidenziato pure nella quarta di copertina del libro cartaceo, dove viene pure precisato il periodo di maggiore raccolta delle informazioni (dal 19 febbraio al 19 giugno 2023).

VOCABOLARIO SFOGLIABILE E SCARICABILE

Alla pagina 185 è evidenziato il seguente indirizzo web dove trovare altre informazioni su tale Vocabolario:  << www.vadulatu.it/apen.html >>.   In pratica, tale libro può essere SFOGLIATO, SCARICATO IN PDF, SCARICATO in EXE per Windows e anche acquistato nel suo formato cartaceo al prezzo di 15 euro più spese di spedizione. Altra possibilità è quella di acquistarlo in Badolato Marina, alla Cartolibreria PRISMA – Via Nazionale 7D tel. 0967-814199 lungo la statale jonica 106.

Il prof. Pasquale Andreacchio ha espresso il desiderio di continuare il discorso con alcuni periodici aggiornamenti per poi (magari) giungere ad un’altra auspicabile e preziosa pubblicazione. Intanto annoto che la copia (stampata nel marzo 2024) inviatami in omaggio direttamente dall’Autore appartiene alla “Edizione Limitata Esclusiva” peri Coautori del Gruppo Vadulatu ed è stata personalizzata con mio nome e cognome, riportando il numero progressivo n. 79/100. Insomma cose fatte davvero per bene e nel modo più puntale possibile.

ALTRE PUBBLICAZIONI NELLA LINGUA DI BADOLATO

La comunità badolatese è particolarmente sensibile ed affezionata alla propria lingua. L’Opera di Pasquale Andreacchio nasce in un contesto (attuale ma anche precedente) di grande interesse per quello che in genere viene definito “dialetto” rispetto alla lingua nazionale ma che, ad ogni effetto ed affetto, è una vera e propria lingua con una propria personalità. Che io sappia, il primo a mettere penna in tale “mare magnum” (grande mare) della lingua scritta ma soprattutto parlata di Badolato è stato il prof. Nicola Caporale (1906-1994) il quale, già negli anni quaranta, stava lavorando ad un Vocabolario Badolatese, rimasto ancora inedito ma che ho visto nell’estate 1973 dalle sue proprie mani. E non a caso l’Istituto Scolastico Comprensivo “Tommaso Campanella” di Badolato Marina partecipa ogni anno con grande entusiasmo alla Giornata nazionale dei dialetti.

Ha fatto bene il prof. Andreacchio a ricordare (alla pagina 118 di questa sua “Guida”) alcuni autori badolatesi che già si erano espressi nella nostra lingua con i loro scritti pubblicati a stampa. Come i Poeti Antonio De Rosi “U Medicu Tropianu, 1951; Antonio Paparo, Calabria Mia, 1961; lo stesso Nicola Caporale, ‘A Catarra, 1973; Tota Gallelli (‘a Pica) con Pajisi meu n. 1, n. 2  e n. 3 dal 2006 al 2020; Nicolina Carnuccio << ‘A parrata e mama >> 2009 seguìto da “Parole e ppalori” nel 2014.

L’Associazione culturale LA RADICE ha sempre curato, fin dalla nascita del suo periodico omonimo, la rubrica “Come parlavano i nostri padri” divenuta opuscolo con il medesimo titolo, aggiornato nel 2019 a cura dello stesso prof. Andreacchio, e “Raccolta di vocaboli nel dialetto di Badolato” edito in 66 pagine nel gennaio 2023. Inoltre, a testimonianza della grande sensibilità badolatese su tale tematica, domenica 14 luglio 2002, in Badolato Marina (davanti alla scuola elementare) su proposta dello scrittore Giovanni Balletta di Catanzaro, il Comune di Badolato (in collaborazione con “La Radice”) ha intitolato una piazza importante della Marina al grande glottologo tedesco Gerhard Rohlfs (1892-1986) alla presenza dei suoi due figli, intervenuti appositamente dalla Germania.

UN CONTRIBUTO DEL PROF. MICHELE DE LUCA

Caro Tito, come ricorderai, venerdì 21 luglio 2023 abbiamo pubblicato << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-476-una-splendida-pagina-del-prof-michele-de-luca-sui-dizionari-dialettali-di-enrico-armogida/ >> . Alle ore 08.51 del giorno precedente, giovedì 20 luglio, ho avuto una conversazione telefonica di oltre 21 minuti con il prof. Michele De Luca, il quale, sebbene laziale, ha radici calabresi molto profonde, specialmente a Pargheria (VV), paese del padre. Qui di sèguito come ALLEGATO i nostri lettori possono trovare una scheda su Badolato tratta da un titanico Vocabolario sui dialetti calabresi in ben 12 volumi che il prof. De Luca è in procinto di dare alle stampe. Tale scheda mi è stata inviata (via email) domenica 15 ottobre 2023 alle ore 07.39 dallo stesso prof. De Luca per essere da me pubblicata come suo omaggio a Badolato. Trovo adesso il contesto giusto per proporla, ringraziando davvero tanto il suo Autore e scusandomi per il ritardo di circa sei mesi.

 

Il prof. De Luca per Ferrari Editore aveva pubblicato nel 2016 una “Guida allo studio dei dialetti calabresi”. Sarà pure utile agli appassionati della lingua calabrese il suo saggio “Conoscere il calabrese” (Grammatica e sintassi per imparare a scrivere i dialetti calabresi)  che può essere letto e studiato al seguente link  << https://www.bagnaracalabra.biz/wp-content/uploads/2023/iQuaderni%2054%20DeLuca%202023.pdf >>. Tale Autore è molti amico de LA RADICE di Badolato, che Gli ha pubblicato alcuni suoi scritti assai significativi.

SALUTISSIMI

Caro Tito, più o meno, siamo tutti molto legati alla propria “lingua madre”. Quella che – come spesso diciamo – abbiamo imparato al “focolaru” cioè attorno al braciere o al camìno, dove è più bello e rilassante conversare, specialmente nelle fredde serate d’inverno.

“Parra comu ti parrava mammata ayhu focularu” (parla, esprimiti come ti parlava tua madre davanti al camìno o attorno al braciere). In particolare, io ho ammesso (nelle “Lettere su Badolato”) che la mia lingua madre (comunemente ed erroneamente detta “dialetto”) ha condizionato, spesso in bene. tante situazioni della mia vita.

Infatti, è preponderante ed assai salutare, pure come identità personale e comunitaria, la “parlata” natìa, così come tanti altri aspetti per il benessere complessivo della nostra esistenza. Pure per questo, spero che la presente “Lettera n. 528” giovi, oltre me, pure ai nostri lettori, che ringrazio e saluto così come ringrazio e saluto te. Alla prossima n. 529 e tanta cordialità. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, martedì 09 aprile 2024 ore 06.29 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web e talune mi sono state fornite dal prof. Pasquale Andreacchio.

 ALLEGATO – SCHEDA SU BADOLATO DI MICHELE DE LUCA

 

 

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