di MARIO NICOTERA
"Ai Compagni di qua e di sopra"
Cari ex- compagni (delle abboffate delle desuete Feste dell’unita e delle misere merende di oggi!), non ne posso più.
Sento il bisogno di formalizzarvi un atto d’accusa, forte della mia trascorsa militanza e dell’esperienza maturata nei miei tanti anni di vita.
Vi addebito l’aver disperso un patrimonio di consensi, mortificato speranze e ideali, di aver rubato a intere generazioni gioie e sogni di un futuro migliore, di aver promosso liti fratricide per garantirvi poteri e poltrone, di aver accettato di polverizzarvi, da scissione in scissione, pur di restare vivi - magari in pochi - e partecipare alle gare sulle scalate, sulle nomine a segretari di piccoli gruppi e fino alla Presidenza della Repubblica!
Di aver raschiato il fondo del barile, pur di ottenere consensi, mortificando il merito a favore di insignificanti supporter, promuovendo a vostri rappresentanti in Parlamento vedove, orfani e vittime, digiune - quasi tutti - di cultura politica; di aver finito col cedere il governo del Paese a partiti di destra, uno solo dei quali portatore di una tradizione antica - discutibile quanto vi pare, ma coerente con la propria storia ed origine- e ad altri, espressione di fantasiose “bandiere”(quando mai la c.d. Padania è mai esistita come regione, come provincia, come stato?)e di discutibili mire autonomistiche e, infine, ad un altro, raccogliticcio di transfughi di ogni parte, ma strumento di potere di un solo padrone.
Tuttavia, qualcuno di voi ha pensato - e qualcun altro lo ha apertamente dichiarato- che quella vittoria degli avversari, di ieri e di oggi, rappresentasse una giornata di lutto del Paese. Ma di quale? Del vostro certamente, non certo di quello degli altri italiani, stanchi di assistere al vostro “teatrino della politica”. A proposito, voi che siete arrivati a definire immorali, in Parlamento, alcuni atti dell’attuale Governo, vi sentite, forse, “ Unti dal Signore, per poter affermare questo? Avete dato uno sguardo a quanto sta succedendo nei partiti europei; avete considerato quante manovre interne avete fatto e dovete ancora fare per definire una soluzione alla nomina di una Segreteria e soddisfare il mantenimento del potere degli ancora esistenti “notabili”, mentre l’Italia si agita tra povertà e bisogno?
Quanto, ancora, continuerete a “ballare” , al Centro e alla Periferia della Nazione, il solito valzer (o, meglio, il “balletto”) dei capi corrente che mira al disegno della conquista o della conservazione del loro residuo potere interno? Stante la tragica situazione che vive l’Italia ,e del sempre più inesorabile calare progressivo e inarrestabile del vostro consenso(vedi proiezioni di oggi), non vi sembra questo un’offesa a chi ancora guarda con fiducia a voi?
E, per il momento, “de hoc satis e Buon Anno a tutti “ gli uomini ( e le donne, n.d.r..) di buona volontà”.
- Richiesta 1 e 2, a margine, per il signor attuale sindaco di Catanzaro, anche lui espressione di quello che rimane del P.D.: quando si deciderà’ a far funzionare l’ascensore di Bellavista o, in alternativa, raccomandare al Comandante dei vigili di non riempire di multe i poveri abitanti di Piazza Roma e dintorni muniti, altresì di inutili Pass?
- E quando, chiederà’ i danni erariali e “morali” a quegli amministratori che si sono battuti per costruire quell’obbrobrioso Monumento all’inutilità’ che è il c.d. Parcheggio del Politeama, proprio ora che l’Isola Pedonale sta ancor più gravemente penalizzando i cittadini di questa martoriata parte della città?
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736