di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, su mia proposta nell’estate 1984, presso un notaio di Agnone del Molise, è stata costituita l’Associazione di Erotologia per lo studio dell’Amore in ogni sua espressione, partendo dal principio che, anticamente, presso Greci e Romani, l’Eros era la forza positiva della vita e dell’universo, contrapposta alla morte (Thanatos). Infatti Eros & Thanatos erano le “classiche” basi con cui misurarsi durante tutto l’arco dell’esistenza. I firmatari dell’atto notarile erano medici, psicologi, docenti, umanisti e professionisti di varie categorie. Nel novembre 1984 è stata pubblicata la rivista “Eros Alta Cultura Erotika” con il primo Numero-Manifesto dell’Associazione. Direttore responsabile di tale rivista mensile (registrata al Tribunale di Roma e che è andata avanti per due anni) è stato il giornalista vibonese Giuseppe De Pietro che ringrazio ancora per la sua squisita sensibilità e generosa disponibilità.
Tra le tante iniziative realizzate dall’EWA – Erotology World Association (questa la dizione esatta) c’è stato il primo convegno internazionale su “Amore e Religione” che ha avuto luogo in Agnone del Molise per tre giorni (dal 4 al 6 ottobre 1985) con vero successo di tematiche, oratori e pubblico, e con la partecipazione di rappresentanti di cinque religioni: Cattolici, Induisti, Valdesi, Greco-Ortodossi e Islamici provenienti pure dall’estero. Da Badolato erano presenti i quattro componenti della famiglia del prof. Vincenzo Squillacioti (oggi direttore della rivista “La Radice”) e la Calabria era pure presente con opere di alcuni scrittori, tra cui il prof. Nicola Caporale con la novella “L’amica d’infanzia” sul celibato dei preti, scritta nel lontano 1935 (poi sceneggiata in forma teatrale dal regista siciliano Renato Fidone, che l’ha data alle stampe nel luglio 2022).
SOVERATO DA ZEUS ERATOS – GIOVE INNAMORATO ?
Nelle mie iniziative, specialmente in quelle socio-culturali, ho sempre pensato alla nostra terra di Calabria. Perciò, dovendo preparare la seconda edizione del convegno di erotologia, ho pensato di realizzarla a Soverato, per due principali motivi … per essere sede del nostro comprensorio jonico e perché volevo lanciare l’idea turistico-promozionale di Soverato come luogo di Giove innamorato (Zeus Eratos).
Infatti, fin dalla seconda metà degli anni sessanta, quando frequentavo il Liceo dai Salesiani, mi ero posto il quesito se il nome “Soverato” non derivasse in qualche modo proprio da quel “Zeus Eratos” che, per conquistare la bella Europa, si trasformò in toro. Questa mia ipotesi poteva forse essere confermata pure dalla presenza del vicino paese di Montauro, cioè “Monte del Toro” (Giove). Non era forse l’antichissima Calabria quella “Terra dei vitelli” da cui deriverebbe addirittura il nome Italia, nato proprio tra il golfo di Squillace e il golfo di Lamezia?… Così, basandomi su tali presupposti, ho convinto i soci dell’EWA a fare il secondo convegno di erotologia proprio a Soverato.
Ottenuto il via libera, mi ci sono dedicato davvero tanto, pure perché volevo fare bella figura. La “Perla dello Jonio” aveva ancora più fascino di adesso nel 1985 ed ero assai fiducioso in questa “location”. Ho parlato con il Sindaco di allora il quale, avendo compreso il valore dell’iniziativa, si era detto disponibile pure a collaborare economicamente alla migliore riuscita di tale evento internazionale. Ho quindi prenotato il Supercinema come sede delle conferenze. Ho trovato sufficienti sponsor per affrontare le spese di ospitalità e persino delle escursioni. Così ho stampato la carta intestata per scrivere le lettere di invito e per l’organizzazione di quei tre giorni. Qualche mese fa, riordinando alcune mie carte, ho rivisto qualche busta e qualche foglio, purtroppo rimasti inutilizzati. Perché inutilizzati?…
Ero a buon punto nel reclutamento dei conferenzieri, tutti di ottimo livello. Ero riuscito a convincere pure il capo dei Veterinari pubblici di una grande ASL di Roma, con l’intento di farlo riferire su tutte le problematiche inerenti gli animali, pure nei loro rapporti affettivi con gli umani. Cominciavo ad essere contento di come andava l’organizzazione dell’evento, quando fui chiamato dal Sindaco il quale, suo malgrado, si diceva costretto a dirmi che il convegno non poteva avvenire a Soverato. Aveva avuto pressioni dalla comunità cattolica. Mi ha fatto intendere pure dai Salesiani e persino dall’Arcivescovo di Catanzaro. Eppure (che io ricordi e come mi ha confermato giorni fa l’amico giornalista Antonio Piperata, ex direttore pure di TeleSoveratoUno) a pensare che Soverato derivasse da “Zeus Eratos” era allora proprio un salesiano del locale Istituto, il prof. don Gnolfo, che è stato pure mio insegnante di Storia dell’Arte al Liceo!
NOVITA’ DAL DOTT. DOMENICO TUCCI DI PETRIZZI
La scorsa primavera 2022, per un quesito culturale, ho avuto modo di conoscere per telefono il medico e psicoterapeuta dottore Domenico Tucci di Petrizzi, un bel paese collinare molto vicino Soverato. Parlando della valorizzazione della Calabria e, in particolare, di questo nostro comprensorio della parte sud del golfo di Squillace, il discorso è caduto su quella mia vecchia idea di “Zeus Eratos”. Concetto che – guarda caso – era già stato evidenziato da un suo antenato, Saverio Tucci, nel libro tascabile “Il mese di maggio nella marina di Davoli” (Napoli 1845) presente nella Biblioteca Comunale di Catanzaro.
In effetti, alla pagina 71 nota 2 ho poi chiaramente letto: << Questa riviera è territorio di Soverato chiamato da’ Greci Zeueratos, cioè Giove amante perché ivi, e propriamente nell’antico Soverato v’era un tempio dedicato a Giove trasformato in toro per lo rapimento di Europa >>. Non solo; il dott. Tucci mi ha pure riferito di essere in possesso di un antico manoscritto della famiglia Carnovale, composto di tre pagine in cui, nella terza, si dà notizia di una moneta, trovata in zona con la scritta greca “Zeuerato”. L’autore di tale notizia era uno studioso di numismatica. Tale manoscritto è databile tra 1600 e 1700.
Molto gentilmente, il dottore Tucci mi ha spedito tale documentazione, assieme ad altri utili libri che, tutti editi in Napoli, qui elenco per dovere di cronaca e che gli interessati possono trovare nella Biblioteca Comunale di Catanzaro. Oltre al già citato volumetto del 1845, di Saverio (o Xaverio) Tucci ho avuto modo di ricevere per Posta il 29 giugno 2022: “De re epigraphica” (1838), “Memoria sul ristoro della Calabria” (1848), “Carmina et Inscriptiones” (1838). Ringrazio ancora e sempre il dott. Tucci per tali preziosi doni di cui farò certamente tesoro.
DAL DOTT. LEO PROCOPIO EX SINDACO DI MONTAURO
Giovedì scorso 19 ottobre per oltre 22 minuti (dalle ore 14.18) ho parlato al telefono con l’ex medico ospedaliero Pantaleone Procopio, già sindaco per due legislature al Comune di Montauro. Ho chiesto pure a Lui, che conosco ormai da 36 anni, come viene percepita nel suo paese la mitica storia di Giove innamorato o amante, per come legata a Soverato, a Montauro e a tutto il golfo di Squillace, detto anche “Golfo della Gioia e della Gloria”.
Mi ha detto, in sintesi: più che a Giove innamorato legato al mito di Europa, Montauro potrebbe essere stata sede di un tempio al dio Toro, come emblema della “Terra dei Vitelli” da cui è nato il nome Italia proprio in questa zona dell’Istmo tra Squillace e Lamezia. Tuttavia non mi sento di escludere del tutto l’ipotesi di Giove e di Europa. Anzi sarebbe veramente bello ed utile una simile versione dei fatti.
Nella serata dello stesso 19 ottobre ho poi provato a digitare su Google il tema di Giove innamorato abbinato a Soverato. E’ uscito fuori il testo che riporto qui per intero, come ulteriore documento di questa ricerca. L’ho immediatamente partecipato al dott. Domenico Tucci, il quale ha esclamato “Che favola meravigliosa!”. Ecco il link, per chi intenda leggerlo in originale e vedere pure la bellissima foto d’epoca (tipo balneare anni Cinquanta). La data di tale post è quella del 26 luglio 2015 – Calabria Mytyca. (https://www.facebook.com/125320017653057/photos/a.125347124317013/439063836278672/?type=3).
IL TESTO DI GIOVE AMANTE A SOVERATO SU FACEBOOK
SOVERATO (CZ). GIOVE AMANTE. In paese si racconta con piacere una vecchia leggenda che riguarda le origini del nome di Soverato. Sembrerebbe che l’etimologia della denominazione derivi dal greco “Zeus erato” (Zeus, Giove innamorato). Pare che il dio greco venisse spesso in questa bellissima baia per incontrare un’affascinante donna chiamata Europa. I soveratesi hanno intitolato alla memoria di questa fanciulla leggendaria il lungomare. E a questa favola d’amore è legata anche la fontana Caramanti che sembra sia stato il luogo d’incontro dei due innamorati.
IL MITO. Europa era una giovane e bellissima principessa, figlia di Agenore re di Tiro e di Telefassa, che viveva in Fenicia. Abituata a recarsi verso la spiaggia con le compagne a raccogliere fiori e tesserne ghirlande di cui incoronarsi, fu subito notata da Zeus che si innamorò di lei, e, per non intimorire la ragazza, ricorse ad una delle sue frequenti metamorfosi, trasformandosi in uno splendido toro bianco con la fronte ornata da corna a mezzaluna. Vedendolo mansueto Europa si mise ad accarezzarlo, poi per gioco gli salì in groppa. Allora il toro si mise a correre verso il mare e, sempre sul mare sul quale galoppava come se fosse sulla sabbia, si diresse sull’isola di Creta.
Dopo diverso tempo giunto sull’isola, Zeus riprese le sue sembianze divine e fece sua la bella Europa, che generò Minosse, Radamanto, i due divini giudici infernali, e Sarpedonte.
Nel frattempo il padre Agenore aveva mandato i fratelli di lei, Cadmo Fenice e Cilice, a cercarla per il mondo con l’ordine di non ripresentarsi in Fenicia senza la sorella.
Ma alla fine anche lui finì per rassegnarsi alla prepotenza del re dell’Olimpo, mettendosi l’anima in pace. Conclusasi l’avventura di Europa con Zeus, la principessa sposò Asterione, re di Creta.
Alla sua morte, Europa fu onorata come una dea e Zeus ricreò la forma del toro bianco nelle stelle che compongono la Costellazione del Toro.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
Non ho i mezzi per poter interpretare correttamente quanto qui sciorinato. Però, in questo caso, come dimostrano sia il Mito che la Storia, sono sempre stati stretti i rapporti tra Creta e la Calabria. Anzi, Giovanni Balletta di Catanzaro ne illustra alcuni del tutto inediti nel suo libro “La Calabria nel suo periodo eccelso” (Rubbettino 2000). Tanto è che, se non sbaglio, c’è stato pure un gemellaggio tra la Sellìa di Calabria e la Sellìa di Creta.
Inoltre, al pari della principessa Nausicaa che incontra Ulisse, pure la principessa Europa viene sorpresa da Giove innamorato mentre gioca con le amiche in riva al mare. Un’ulteriore considerazione: come ipotesi mi sembra una felice coincidenza che il nome Italia e il nome Europa possano essere nati proprio nell’antichissima terra dell’odierna Calabria, in particolare nella provincia di Catanzaro, tenendo presente Creta. E’ risaputo, infatti, che i miti e le leggende nascondono o sublimano fatti realmente accaduti.
Nella telefonata di sabato 22 ottobre 2022 alle ore 11.49 (per 21 minuti e 25 secondi), il filosofo Salvatore Mongiardo, andreolese di Soverato, mi ha detto che pure Cassiodoro (il celebre politico e umanista di Squillace) scrive del promontorio dell’odierna Copanello di Stalettì come “Monte Moscio” (dove “Moscio” significherebbe “Toro” in greco antico).
Inoltre, vicinissimo a Montauro c’è Montepaone, che dovrebbe o potrebbe significare il Monte del Pavone … oppure era Giove stesso che si pavoneggiava per conquistare Europa?… Altro. In Italia, ma specialmente in Calabria, la toponomastica urbana e rurale, presenta numerosi luoghi che evidenziano il termine “toro”. Chiedo: per caso, nel lametino, Soveria Mannelli (CZ) condivide il significato di Soverato, per essere un nome vicino a Giove innamorato e per essere sulle propaggini del monte Reventino che poteva essere l’Olimpo dell’Istmo all’epoca dei fatti (come altra volta ipotizzato in queste nostre Lettere)?…
Qualcuno, poi, ci potrebbe meglio dire o precisare la denominazione della Fontana Caramanti di Soverato: significa Cari Amanti, cioè Giove ed Europa?…. Nel mondo molte delle località turistiche si basano o valorizzano temi del mito (persino improbabili o inventati) per attrarre visitatori (visibilità turistica, culturale e socio-economica). In questa nostra zona mi sembra che ci siano tali e tanti spunti che avremmo l’imbarazzo della scelta. Ma noi fino a questo momento non abbiamo saputo o voluto approfittarne.
IL PACCHETTO COLOMBO DI ALESSANDRO DE VIRGILIO
Così come, negli anni settanta, non abbiamo saputo o voluto approfittare per industrializzare la Calabria con il Centro Siderurgico a Gioia Tauro, con la Liquichimica a Saline Joniche, con la SIR a Lamezia Terme e con altre utili occasioni che, magari, ci hanno scippato o ci siamo fatti scippare, lasciandoci i ruderi arrugginiti delle “cattedrali nel deserto” (un po’ come hanno fatto in tante altre parti del Sud). Infatti, con il titolo “IL PACCHETTO COLOMBO” il collega giornalista Alessandro De Virgilio (direttore dell’Agenzia AGI Calabria di Catanzaro) pone la sua attenzione proprio sulla grande illusione della industrializzazione promessa alla Calabria, con il tentativo di placare i cosiddetti “moti di Reggio” del 1970, dall’allora Presidente del Consiglio Emilio Colombo, il quale – paradosso dei paradossi – non era uomo del Nord ma della Basilicata, regione confinante e sorella da sempre alla Calabria!
Tale importante Opera, appena pubblicata dall’editore Rubbettino di Soveria Mannelli (CZ), è già disponibile nelle librerie e nel web. Può costituire un prezioso strumento di conoscenza per tutti gli italiani (in particolare per quelli del Nord) e (specialmente per noi calabresi) di autocritica ed autocoscienza. “Le quattro giornate di Catanzaro, 25-28 gennaio 1950: la città in rivolta per il capoluogo” è un altro recente libro di Alessandro De Virgilio che ci può essere utile per capire meglio alcune dinamiche sociali e politiche regionali e nazionali che hanno caratterizzato i primi decenni della nostra Repubblica.
CHIUDE L’EDITRICE “QUALE CULTURA” DI VIBO V.
Caro Tito, pure per continuare il discorso sulle problematiche calabresi e meridionali che stanno sempre più aggravando la desertificazione dei nostri territori, ti segnalo che purtroppo, dopo la morte (avvenuta oltre sette mesi fa, il 5 febbraio 2022) del suo fondatore avv. Francesco Tassone, sta per chiudere l’editrice “Quale Cultura” di Vibo Valentia che dal 1971, per oltre cinquanta anni, è stata un essenziale punto di riferimento del meridionalismo, assieme ai Quaderni Calabresi e ad altre utili ed emblematiche esperienze collettive. Giorni fa mi è arrivata la seguente lettera che qui ti voglio riportare integralmente.
LETTERA CIRCOLARE AGLI AUTORI E AGLI AMICI – In concomitanza con la prossima chiusura dell’Associazione Terronia città dell’Uomo e della conseguente chiusura della Casa Editrice “Qualecultura” proponiamo agli Autori, prima del macero dei volumi giacenti in magazzino, l’acquisto di parte delle giacenze delle proprie opere (e/o di opere alle quali possono essere interessati) ad un prezzo molto agevolato. Abbiamo pensato di fissare tale prezzo praticando uno sconto dell’80% più le spese di spedizione per chi non ha la possibilità di ritirare nella nostra sede quanto ordinato. Per ordini e accordi potete telefonare tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle ore 9,30 alle 13,00 al numero 340-7855980 oppure al 328-3719802 o inviare una email a <qualecultura@gmail.com >. Cordiali saluti.
Caro Tito, lancio un appello mio personale: non permettiamo che nemmeno un libro edito da Francesco Tassone possa andare al macero!… Sono tutti importanti, anzi basilari, per la Calabria, per tutti i Sud del mondo!… Vibo Valentia, se è veramente Città della Cultura, dovrebbe acquistare le copie dei libri invenduti e regalarle alle Scuole, alle Università, alle Biblioteche dei nostri paesi e alle Biblioteche italiane più importanti, ma anche a quelle estere più strategiche. La cultura al macero non è un buon augurio! …
Infatti ho saputo di altri Editori che mandano al macero i propri libri invenduti. Mi sembra un delitto culturale! … A costo di venderli ad un euro o di regalarli, i libri non vanno assolutamente mandati al macero! Né famiglie e privati devono buttarli nei cassonetti della nettezza urbana! Spero che il nuovo Ministro della Cultura ponga rimedio a questa piaga, organizzando il riutilizzo dei libri invenduti o scartati. Ricordo che a Roma, in Piazza San Silvestro, negli anni settanta, c’era un grande negozio (il “Remainders Books” cioè i resti di magazzino dei libri invenduti dalle Case Editrici) dove i libri si vendevano a bassissimo prezzo. Ricordo altresì che tale negozio era pieno di gente che acquistava, specialmente giovani. Forse i tempi sono ormai troppo cambiati, ma ciò non giustifica che i libri vadano al macero. Sono come persone!
BADOLATO UNO DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA
Abbiamo letto un articolo firmato da Letizia Varano, in cui si annuncia che il borgo di Badolato dal 05 ottobre è ufficialmente uno dei più belli d’Italia. Lo ha deliberato l’associazione ”I borghi più belli d’Italia” con sede in Roma che dichiara e coordina tale “status”, dopo aver sottoposto Badolato ad un accurato esame il 23 agosto scorso. Mi sono meravigliato che il borgo non fosse già entrato in tale visibilità molto tempo prima. Comunque, meglio tardi che mai. Adesso tutti i badolatesi, nessuno escluso, sono tenuti a lavorare sodo e con entusiasmo affinché tale “riconoscimento” (revocabile) sia ben meritato e ancora di più da adesso in poi. Infatti il predetto esame aveva rilevato che ci sono alcune criticità, che vanno risolte prima possibile. Il sindaco Giuseppe Nicola Parretta, assai lieto perché è stato riconosciuto l’impegno amministrativo di vari anni, ha promesso che cercherà di qualificare ancora meglio e di più il borgo specialmente con i palazzi baronali ristrutturati. Tra le previsioni ci sarebbe pure la creazione del “Piccolo Conservatorio Musicale” da collocare in uno di questi antichi palazzi patrizi.
Personalmente non posso che essere assai lieto, se non altro perché con la vicenda di “Badolato paese in vendita” (iniziata il 07 ottobre 1986) ho dato il primo allarme per la salvezza di questo meraviglioso borgo che, spopolato e trascurato dalle Amministrazioni comunali a favore della Marina, rischiava letteralmente di sgretolarsi nelle sue pietre ultra-millenarie. Da allora ho notato una sempre crescente seppur minima attenzione, grazie pure alla accoglienza ai profughi curdi (sbarcati dalla nave Ararat il 27 dicembre 1997) e a tutta una serie di iniziative (pubbliche e private) che però non sono ancora bastate a rivitalizzare adeguatamente questo borgo antico. Purtroppo vive soltanto nei due mesi estivi. Manca sempre l’interesse decisivo e vero delle istituzioni, anche a livelli nazionali ed europei. Infatti le città scoppiano e i paesi muoiono, ovunque nel mondo. Ad esempio, nel territorio dell’Unione Europea i paesi in agonia sono oltre 15 mila e in Italia sono oltre cinquemila i Comuni che lamentano spopolamento ed abbandono.
Speriamo che l’essere Badolato entrato nel circuito dei borghi più belli d’Italia non sia un contentino su cui cullarsi. Temo, comunque, che Badolato perderà, prima o poi, tale ottima e preziosa opportunità, poiché (salvo qualche eccezione) è conosciuto come il “paese delle occasioni perdute”. E, sotto sotto, ne sono convinti pure gli stessi badolatesi (salvo sempre qualche eccezione) poiché è troppo lungo l’elenco delle storiche e dolorose occasioni perdute sia prima che dopo la nascita della nostra Repubblica. E mi ci metto pure io dentro come vittima, dal momento che proprio sul più bello della vicenda del “paese in vendita” l’Amministrazione comunista dell’epoca (1988) è riuscita a mandarmi in esilio, dopo tutto ciò che ho fatto per Badolato fin da ragazzino e non soltanto per il “paese in vendita” (che avrebbe dato maggiori e migliori risultati con il mio alacre lavoro così improvvisamente e dolorosamente interrotto). Il tempo saprà dirci. Ovviamente auguro che Badolato vada avanti come il sole. Anzi, più del sole! …. Ma ho tanti motivi per dubitare, credimi Tito. E ne sono molto addolorato. Comunque, speriamo davvero bene! Coraggio!!!…
VANNI BORRARO UN MUSICISTA DA SALERNO A BADOLATO
E a proposito del borgo badolatese c’è una piccola-grande novità da evidenziare. Lo scorso 16 ottobre si è trasferito da Salerno a Badolato, per vivere proprio nel borgo, il musicista Giovanni Borraro, detto Vanni (55 anni), che tu hai conosciuto con << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-404-pietro-borraro-1927-1982-uno-degli-intellettuali-piu-esaltanti-del-novecento-europeo/ >> pubblicata l’11 giugno 2022. Vanni era solito venire d’estate sulla costa jonica da tanti anni, pure per fare spettacoli, poiché suona la ciaramella e un suo amico la zampogna; mentre d’inverno, in particolare in dicembre – gennaio, sono chiamati per allietare i Mercatini di Natale sulle Alpi italiane e del centro-Europa. Per il resto dell’anno, il duo ciaramella e zampogna visita scuole, associazioni, parrocchie, enti, famiglie per qualsiasi tipo di evento sociale, dal religioso al culturale, dall’evocativo al ricreativo.
Così quello badolatese (definito anche “borgo degli artisti”) si arricchisce di un validissimo musicista diplomato, maestro di chitarra, clarinetto e sassofono. La pur poca popolazione del borgo, in particolare neo-badolatesi provenienti da ogni dove, lo ha accolto con gioia nella propria comunità, immaginando tutta una serie di iniziative musicali e culturali che avranno come protagonista il maestro Vanni Borraro. Il quale è specializzato in propedeutica musicale, specialmente nell’insegnamento della musica ai bambini e per coloro che ancora non conoscono alcuno strumento. A favore dell’infanzia ha pubblicato pure il libro “Filastrocche sciocche” (2008). Per utili contatti: tel. 328-6194137 (info@zampognari.com oppure gborraro@inwind.it) e sui social Facebook, Instagram e Twitter.
A CROTONE IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA PITTA ?
Caro Tito, venerdì 02 settembre hai pubblicato << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-423-propongo-un-festival-internazionale-della-pitta-magari-a-badolato-cz/ >> che ho inviato come proposta anche all’Ammistrazione Comunale di Crotone, capitale del famoso Marchesato dove si produceva molto grano, tanto è che ci andavano mietitori da tutta la Calabria e, quindi, anche da Badolato, tra cui mio zio Domenico che spesso mi raccontava quel lavoro condotto quasi al limite della sopportazione umana, pure per il caldo eccessivo e per le condizioni padronali. Alle ore 18.35 di venerdì 30 settembre 2022 ho ricevuto una email da parte dell’avv. Maria BRUNI, assessore alla programmazione della Città di Crotone. << Gentile dr. Lanciano, la ringrazio innanzitutto, per aver pensato a Crotone quale possibile tappa di questa iniziativa. Ho provato questa mattina a contattarla per chiederle alcuni dettagli organizzativi e un piano dei costi oltre alla tempistica di svolgimento. Se può fornirmi questi dati, anche via email, l’ente potrà esaminare la proposta e darle riscontro. Cordiali saluti, Maria Bruni >> (per conoscenza a Nicola Bresci, capogabinetto).
Sarei enormemente felice se Crotone divenisse sede privilegiata del “Festival internazionale della pitta” (e quindi del pane e di tutti gli altri prodotti da forno) sia per la sua importanza storica nell’economia del grano, sia perché nel Marchesato c’è stato il sudore (ed anche il sangue) dei lavoratori, ma anche perché Crotone, durante la Magna Grecia è stata come la New York di oggi, con tutto ciò che significa. Inoltre, al Liceo Pitagora di Crotone ho conseguito la maturità classica nel luglio 1970. C’è un altro prezioso e strategico motivo che mi porta a sperare in Crotone capitale della pitta (e quindi del grano e dei prodotti da forno): il grande filosofo Pitagora effettuò un gesto di enorme importanza etica … Offrì agli dei il bue di pane (simbolo della Prima Italia) al posto del cruento sacrificio allora in uso di uccidere e sacrificare gli animali.
Infatti, ho preannunciato all’assessore Bruni, che sarebbe utile avere la preziosa collaborazione del filosofo Salvatore Mongiardo, scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone, proprio per sviluppare la parte storico-etica del Festival Internazionale della Pitta (FIP). Sto lavorando a delineare tale evento, auspicando pure la collaborazione ed il gemellaggio con il Comune di San Vito Lo Capo (di cui è sindaco il prof. Giuseppe Piraino) dove si svolge da 25 anni il Festival internazionale del Cous Cous, molto simile a quello nostro che vorremmo realizzare a Crotone. Speriamo bene. Ti terrò aggiornato.
Intanto ti evidenzio la foto che qualche giorno fa mi ha inviato molto gentilmente la scrittrice Rosa Gallellli di Badolato e che ci fa vedere il tipo di pitta e di pane che è in uso dalle nostre parti. La pitta è un nutrimento semplicissimo, tra i più antichi dell’Umanità e si coniuga in migliaia di modi, quasi uno per ogni comunità … pure per questo sarà assai interessante conoscere, nel contesto del Festival della Pitta, i modi di come si fa e di come si usa la pitta in innumerevoli parti del mondo. Nella stessa Calabria sono tanti e differenti i tipi di pitta che caratterizzano i nostri borghi antichi così come le cittadine più moderne. Per non dire di quelle pitte che si adeguano al gusto o alle aspettative dei turisti. Ne potremo vedere davvero delle belle!… Anche dal punto di vista letterario e della concezione etica di un pasto così antico e coinvolgente. Quanti nostri ricordi di infanzia sono legati alla “pitta” ad ogni infornata settimanale delle nostre mamme!
CURIOSITA’ DALL’ALTO MOLISE PER SOVERATO E BADOLATO
Sabato 22 ottobre 2022 alle ore 11.00, nel centro storico di Agnone del Molise, all’ex Convento dei Filippini, ha avuto luogo la manifestazione-spettacolo “SpartenzeLab – Un paese ci vuole” ovvero Laboratorio d’arte (per piccoli e grandi) sul tema del ritorno nei paesi delle aree interne a cura di Roberto Giglio. Costui è di Badolato e, oltre ad essere un bravo architetto, è un quotato pittore con al suo attivo numerose mostre di grande qualità e risonanza. Nella foto, un momento dell’evento, con le scolaresche e la presenza del sindaco, ing. Daniele Saia, del vice sindaco, dott. Nino Amedeo Di Nucci, della dirigente scolastica, dott.ssa Tonina Camperchioli. L’argomento dello spopolamento dei borghi, specie se nelle aree interne, è una mia preoccupazione fin dall’infanzia (potrei ben dire) e, quindi, condivido l’auspicio ed il lavoro affinché ci sia un ritorno per rivitalizzare tutto ciò che era stato abbandonato per le lusinghe (poi rivelatesi tragici inganni) della civiltà industriale. A tali temi ho dedicato quasi tutta la mia vita. Come ho scritto in un articolo che verrà pubblicato nel numero di dicembre 2022 della rivista “LAMEZIA STORICA” diretta da Vincenzo Villella.
Alcuni anni fa mi ha telefonato il dottore Michele Calabretta, uno dei figli dell’ex celebre sindaco di Soverato, Antonino Calabretta il quale era nato nella “Perla dello Jonio” il 09 novembre 1912 da Giovanni ed Erminia Terreri. Costei era di Pescopennataro (un suggestivo, piccolo borgo che affaccia sulla valle del fiume Sangro, a circa 15 km da Agnone, dove sono in esilio da Badolato). Michele è stato mio compagno di classe al ginnasio e al liceo dai Salesiani di Soverato. Mi aveva chiamato per dirmi se avessi potuto fare alcune ricerche nell’archivio parrocchiale di Pescopennataro per trovare gli antenati, per via della madre. Ricordo che era inverno, perché nevicava. Ho dedicato una mattinata a tali ricerche con l’aiuto del parroco don Antonio Iacovetta. Ma la ricerca si rivelò più difficile del previsto, per cui ho suggerito a Michele di incaricare un esperto di queste cose, il prof. Antonio Arduino di Pescopennataro, autore di numerose monografie storiche. A volte ci sono segreti rapporti tra paesi di diverse regioni, come ad esempio, anni fa ho scoperto che il medico e scienziato Giuseppe Tropeano di Badolato (cui recentemente è stata intitolata una via nella Marina jonica) ha sposato, ai primi del Novecento, una Marinelli della millenaria Pontificia Fonderia di Campane di Agnone (oggi in provincia di Isernia, allora in provincia di Campobasso).
SALUTISSIMI
Caro Tito, e a proposito di campane e campanelle, ieri, domenica 23 ottobre 2022 alle 11.57, a Palazzo Chigi di Roma, c’è stato il passaggio ufficiale delle consegne tra l’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi e il nuovo Capo del Governo Giorgia Meloni, prima storica donna a guidare l’Italia. E proprio per il bene dell’Italia e dell’Europa, per la pace nel mondo e per tanti altri aspetti preoccupanti interni ed esterni (tra cui un maggiore impegno per gli italiani all’estero, affinché siano ancora più collegati alla madre Patria), auguriamo al nuovo Parlamento e al nuovo Esecutivo di lavorare efficacemente ed alacremente alla soluzione dei troppo gravi problemi, in particolare per in nostro Sud e specialmente per la nostra Calabria (perenne cenerentola).
Ringrazio davvero tanto e di tutto cuore l’amico Mimmo Badolato per la foto dell’antica fontana Caramante (evidenziata al paragrafo 5) e per altre immagini su Soverato antica e moderna non potute pubblicare per mancanza di spazio e di contesto. Mentre al Presidente della Pro Loco di Soverato mi verrebbe da dire di realizzare una mostra fotografica della “SOVERATO SCOMPARSA” (se ancora non fatta già) poiché ho notato che non ci sono più scorci e piccoli monumenti, distrutti o rimossi per fare posto alla massiccia espansione urbanistica di questi ultimi settanta anni. Ho frequentato Soverato fin dalla prima infanzia ed ho constatato come e quanto sia stata stravolta da ciò che era negli anni cinquanta e sessanta.
Noi ci diamo appuntamento alla prossima “Lettera n. 430” ringraziando il tempo che ci ha regalato un ottobre climaticamente davvero eccezionale nella sua “magnificità” luminosa e di quiete addirittura estiva. Ne stanno usufruendo soprattutto i lavoratori che hanno bisogno di giornate tranquille, in particolare i contadini e specialmente coloro che si dedicano alla raccolta delle olive e alle ultime vendemmie. Grazie, Tito, per questa ulteriore pubblicazione e tanta cordialità, Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 24 ottobre 2022 ore 02.46 – Da ben 55 anni (cioè dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Oggi si celebra la giornata delle Nazioni Unite per evidenziare l’entrata in vigore dello Statuto dell’ONU il 24 ottobre 1945, appena finita la seconda guerra mondiale. Una data ed un simbolo di pace e di concordia tra tutti i Popoli e le Nazioni della pianeta. Le foto sono state prese dal web o mi sono state fornite dagli interessati.
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