Lettersa a Tito, nel 2025 i primi cento anni della nascita dello scrittore Sharo Gambino di Serra San Bruno

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  31 luglio 2024 12:17

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, ieri sera martedì 30 luglio 2024 alle ore 19.24 ho ricevuto una telefonata da Sergio il figlio scultore di Sharo Gambino (1925-2008) il noto scrittore di Serra San Bruno (VV), considerato uno dei maggiori e migliori esponenti della Letteratura del Novecento non solo calabrese. Tra le tante cose di cui abbiamo parlato per 17 minuti e 39 secondi, è emersa la necessità di celebrare in modo adeguato il primo centenario della nascita del padre, avvenuta a Vazzano (comune del Vibonese) mercoledì 07 gennaio 1925. Postuma, nel 2021, a Serra San Bruno, è stata inaugurata la “Casa della Cultura” a Lui intitolata e fortemente voluta dalla sua famiglia, in particolare da Sergio, anche con lo scopo di divulgare la sua Opera, composta da ben 35 pubblicazioni a stampa che stanno a dimostrare come e quanto tale Autore abbia prodotto in termini socio-culturali con titoli che oggi costituiscono una tappa imprescindibile pure per la migliore conoscenza della Calabria, specialmente quella attuale.

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In verità Sergio Antonio Gambino (nato  a Lamezia Terme il 12 ottobre 1972) non mi aveva telefonato per parlarmi del padre scrittore ma per cercare di valorizzare ancora meglio l’arte scultorea su granito, avendo letto << https://www.lanuovacalabria.it/la-proposta-di-domenico-lanciano-serra-san-bruno-capitale-del-granito-e-degli-scalpellini >>  (pubblicata mercoledì 17 luglio 2024 pure da altri siti web). Ne abbiamo parlato in linea generale, promettendoci però di ritornare con più tempo su tale davvero interessante argomento artistico-produttivo. Intanto se vuoi sapere qualcosa di più sul maestro Sergio Gambino, sulla sua arte e attività culturale ecco un utile link << https://www.calabrianews24.com/news/7679151622/50-colpi-sul-granito-l-arte-del-maestro-gambino-di-serra-san-bruno-artigiano-da-generazioni >>. Come ho dimostrato con l’articolo dello scorso 17 luglio ma anche con altri interventi giornalistici, mi sta molto a cuore la lavorazione edile, urbana ed artistica nel nostro granito di Serra San Bruno che è uno dei migliori del mondo. Speriamo che si possa realizzare una “Guida al granito di Serra San Bruno” a beneficio dei turisti ma anche e soprattutto delle nuove generazioni che si troveranno a gestire e/o valorizzare un immenso patrimonio disseminato in tutta la Calabria (come nella mia Badolato) e anche oltre.

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Adesso, essendo questa “Lettera n. 557” dedicata a Sharo Gambino, cerchiamo di capire meglio chi era e cosa ha fatto tale grande e prolifico scrittore, attraverso una biografia fornitami dallo stesso figlio scultore Sergio, via whatsapp alle ore 19.44 di ieri sera, assieme ad alcune foto del padre. Comunque, sul web ci sono tanti altri ritratti e reportage sull’uomo e lo scrittore, come ad esempio << https://tropea.italiani.it/scopricitta/sharo-gambino-una-vita-dedicata-al-racconto-della-bella-e-controversa-calabria/ >>  di Carla Tropea del sabato 15 ottobre 2022. Presente pure in << https://it.wikipedia.org/wiki/Sharo_Gambino >>.

CHI ERA SHARO GAMBINO

Sharo Gambino è nato a Vazzano (in provincia di Vibo Valentia) il 07 gennaio 1925, ma, a parte qualche breve parentesi, è sempre vissuto a Serra San Bruno (Vv). E’ morto nell’ospedale di Lamezia Terme il 25 aprile del 2008. Pur sognando una carriera di pittore, ventitreenne ha iniziato quasi fortuitamente la sua carriera letteraria pubblicando su un settimanale a fumetti il racconto Tragico destino, un successo che lo ha incoraggiato a continuare. Ha preso a collaborare con alcuni giornali, scrivendo sulla pagina calabrese di quotidiani romani e napoletani – bene ospitato, tanto da diventarne presenza abituale.  Dopo un quinquennio vissuto a San Demetrio Corone (CS), è tornato a Serra San Bruno, sua residenza elettiva, per dirigere nella vicina Cassari frazione di Nardodipace un Centro di cultura popolare, istituito dall’Unla (Unione Nazionale per la Lotta all’Analfabetismo).

L’incontro con la drammatica realtà sociale di Cassari, da lui stesso paragonato a quello di Carlo Levi con la Lucania, gli detterà Sole nero a Malifà, il suo primo romanzo. Quando, nel 1969, le forze dell’ordine pubblico interruppero un summit mafioso sul Montalto, in Aspromonte, Gambino intuì che la vecchia mafia contadina calabrese stava per mutare pelle e compiere un salto di qualità. E’ nata così La mafia in Calabria, primo saggio sull’argomento in Italia, che ha avuto ampia diffusione e due ristampe. Il volume ha fruttato al suo autore, nel 1976, il Premio Sila, conferito da una giuria presieduta da Carlo Bo. Gambino ha poi dedicato all’argomento Mafia la lunga notte della Calabria e ‘Ndranghita dossier, cui hanno fatto seguito un’intervista per la BBC ed un ciclo di conferenze in Svizzera. E’ stato collaboratore di quotidiani nazionali: Il Messaggero; Il Tempo; Momento-sera. E’ stato dagli anni Cinquanta, protagonista dell’informazione calabrese, legando la sua firma a giornali e riviste storiche: Gazzetta del Sud; Corriere calabrese; Gazzettino del Jonio di Titta Foti e Nicola Zitara; i Quaderni calabresi- primo direttore responsabile Marco Pannella – allora legati al circolo Salvemini di Vibo Valentia; il Giornale di Calabria – direttore Paolo Guzzanti – ed altri.

 
Ha collaborato per quarant’anni col Giornale Radio Rai e con la Struttura di Programmazione della Rai di Cosenza, prima con servizi giornalistici e poi con la Struttura di programmazione- per la quale ha scritto alcuni sceneggiati fra cui Boccheciampe e, in quattordici puntate, Vizzarro, la storia di Francesco Moscato brigante del periodo napoleonico (una sceneggiatura questa poi rielaborata in forma di romanzo).

Nel 1988 la Gazzetta del Sud ha pubblicato in diciotto puntate il suo romanzo giallo (caso unico nel panorama del romanzo calabrese) Concerto in Re Maggiore, racchiuso poi in volume nel 1999. Per quasi sessant’anni anni, la verve narrativa, la facilità di scrittura, la cultura, il profondo interesse per tutto quanto sia di argomento calabrese, hanno prodotto decine e decine di articoli, saggi storici o letterari, romanzi, antologie, recensioni – tutto all’insegna della calabresità. Gambino è all’origine della leggenda metropolitana sulla presenza, nella Certosa di Serra San Bruno, del militare americano autore del bombardamento atomico di Hiroshima (vicenda ricostruita e spiegata nel pamphlet L’atomica e il chiostro) – come pure dello scoop sul controverso soggiorno a Capistrano del pittore P. A. Renoir – ed infine dello spettacolare ritrovamento di una lettera di Giovanni Boccaccio, aspirante ad un asilo in Calabria.

Nell’ambito degli studi letterari, Gambino ha pubblicato una Antologia della letteratura calabrese. Ha, fra l’altro, curato l’edizione del Lamento per la morte di Don Enrico DAragona – del cosentino Giovanni Maurello (XV sec.) e, per la prima volta, quella del poemetto erotico Ceceide, del poeta vibonese Vincenzo Ammirà (XIX sec.). Una corrispondenza fra Umberto Bosco e lo stesso Gambino testimonia del contributo fondamentale dato dal nostro allo studio ed alla conoscenza del poeta scalpellino Bruno Pelaggi (Mastru Brunu). Altri volumi ha dedicato alla poesia popolare: le antologie Guvernu puorcu, latru e camburristaNatali ‘i ‘na votaVenerdì e Domenica. Quest’ultimo, costituisce anche uno studio antropologico sui cibi, le tradizioni, le disponibilità alimentari e i desideri nell’ambito della storia economica e sociale della Calabria. In fase di pubblicazione: Calabria erotica che può ritenersi anch’essa uno studio antropologico e sociale, sotto la duplice “trasgressione” dell’eros e della poesia popolare. Dei romanzi, oltre quelli già citati, ricordiamo: Fischia il sassoIn nome del re schiavoPlotL’ombra sua torna e, tra i volumi di racconti: Il sesso dei gattiL’ospiteAll’ombra di TrentinellaLa ragazza del fiume. Ancora inedito Rime in Croce, un saggio su Anna Maria Edvige Pittarelli, una poetessa francicana del Cinquecento, di cui si sono occupati, fra gli altri, anche Benedetto Croce e Vito Galati, nell’ambito di una querelle sulla identità storica della poetessa, che è un vero “giallo” letterario, magistralmente ricostruito e raccontato in queste pagine. Gambino è autore di testi teatrali: Calabria canta e piange e Strenna calabrese per il Gruppo Folk Città di Vibo Valentia.

Riconoscimenti e premi: Premio Corrado Alvaro (1960), Premio Amantea (1964), Premio Nicola Misasi (1964), Premio Presidenza del Consiglio dei Ministri (1974), Premio Sila (1976), Trofeo “501” Vibo Valentia, Premio Calabria (1967), Pino d’oro (1988), Premio Ghironda (1999). Conferimento cittadinanza onoraria comune di Vazzano (1984), Conferimento cittadinanza onoraria comune di Nardodipace (1999), conferimento cittadinanza illustre comune di Serra San Bruno (2004).

Hanno detto di lui, fra i molti: Oggi, ABC, Il Tirreno, Grand Hotel, Famiglia cristiana, Repubblica, Corriere della sera, Corriere d’informazione, Tg3, Telespazio Calabria, il Tempo, Civiltà cattolica, eccetera.

IL PRIMO CENTENARIO

Dunque, il 2025 sarà celebrato il primo Centenario della nascita di Sharo Gambino. Il figlio Sergio mi ha confermato che sono ancora molto richiesti tutti i libri del padre. E, in occasione di tale imminente ricorrenza, gli Eredi e la Casa della Cultura Sharo Gambino ristamperanno i titoli di maggiore successo o più attinenti alla nostra contemporaneità. Tra questi, verrà riedita quasi sicuramente la richiestissima “Calabria erotica” data alle stampe postuma nel 2011 in ben 432 pagine. Un’opera imprescindibile per chi vuole conoscere il popolo calabrese nella più recondita intimità e nei suoi Autori più noti, tra cui alcuni sacerdoti. Al figlio Sergio ne ho chiesto copia, da donare alla “Biblioteca dell’Amore” di Davoli Marina, diretta dal prof. Aldo Marcellino nel contesto della Biblioteca Pubblica Vincenziana (viale J. F. Kennedy 61-A tel. 393-9161418) che pare risulti essere abbastanza frequentata.

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Come per quasi tutti i nostri Scrittori calabresi, immagino che pure per quanto riguarda il molto prolifico Sharo Gambino (altro illustre e tenace stakanovista) ci siano ancora degli inediti da dare alle stampe o da pubblicare sul web libero.

Immagino, altresì, che sia alquanto arduo raccogliere tutti i suoi articoli giornalistici, visto pure che Egli ha cominciato a scrivere in tempi in cui era pure assai difficile averne copia originale dagli stessi giornali di riferimento, non c’erano fotocopiatrici e le tecnologie adatte alla conservazione, alla riproduzione e alla trasmissione. Come per qualsiasi cronista o letterato, si tratta di recuperare una copiosa “storia sociale” di particolare interesse pure per le presenti e le future generazioni.

SALUTISSIMI

Caro Tito, quando di un uomo si dice “Una vita per la cultura” … tale definizione è davvero perfetta per Sharo Gambino il quale (nonostante avesse un impegnativo lavoro suo professionale e una famiglia con moglie e sei figli, un maschio e cinque femmine) trovava modi e tempi per essere attivamente presente nella cronaca giornalistica così come nelle creazioni letterarie, attivo altresì nella vita pubblica e civile. Un uomo ed un artista della penna che ha lavorato davvero tanto, senza risparmiarsi … come da sempre sanno fare ovunque e comunque i migliori calabresi, i quali, schivi e umili come sono per natura e carattere, non sempre hanno la visibilità e la valorizzazione che meritano.

Perciò sono sempre tanto felice ed orgoglioso quando un Autore calabrese viene riconosciuto, specialmente se a livelli nazionali ed esteri. Noi facciamo la nostra pur piccola parte nell’evidenziare il più possibile (con i pur nostri piccoli mezzi) ogni tipo tematica e di lavoratore (dalla parrucchiera che si fa onore allo scrittore, dal manager di successo ai contadini, e così via).

In 557 lettere e in 12 anni di attività abbiamo evidenziato davvero tanti argomenti e problematiche, così come tante persone, personaggi e personalità. Adesso, nel darti appuntamento alla prossima 558, saluto te e chi ci segue. Sempre con tanto affetto e cordialità. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, mercoledì 31 luglio 2024 ore 05.18 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web oppure mi sono state fornite da Sergio Antonio Gambino.

 

 

 

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