Libertà di stampa, Granato aderisce all’appello di Giornalisti e testate calabresi: "Brandire querele e diffide è un modo di praticare violenza"

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images Libertà di stampa, Granato aderisce all’appello di Giornalisti e testate calabresi: "Brandire querele e diffide è un modo di praticare violenza"
La senatrice Biancalaura Granato
  26 febbraio 2022 13:54

“Proprio qualche giorno fa ponevo al presidente dell’Ordine, tra le altre cose, la questione della precarietà economica dei giornalisti calabresi che continuano a vivere in una vergognosa situazione di insicurezza. Spesso sottopagati, e in ritardo, i giornalisti di questa regione dove c’è tanto da raccontare, a testa alta e schiena dritta, si vedono ulteriormente costretti nella propria libertà di informazione da quella che è diventata l’odiosa pratica delle querele temerarie: la minaccia di richieste di risarcimenti milionari e processi per diffamazione per “addolcire” commenti e analisi politiche, e chiudere la bocca. E spesso sono  i signorotti della politica locale, o del mondo delle professioni, magari avvocati che scendono in politica e hanno la querela facile perché hanno uno studio legale alle spalle che li difende, che pensano di condizionare l’informazione in questo modo subdolo e vile. Non posso, quindi, che condividere l’appello rivolto dall’Ordine dei giornalisti e da tante testate giornalistiche che ogni giorno sono in prima linea per garantire il diritto dei cittadini di essere informati”.

Lo scrive  la senatrice Bianca Laura Granato.

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“Chi decide di mettere in campo le proprie competenze e la propria professionalità al servizio della politica deve mettere in conto di essere sotto i riflettori, e quindi, attenzionato dai giornalisti che, osservando e raccontando con onestà e trasparenza non fanno altro che sollecitare la coscienza critica della gente, degli elettori che devono giudicare il nostro operato – afferma ancora Granato -. Chi è in campo deve stare alle regole del gioco, e non portare via il pallone al primo accenno di critica, per quanto piccato e acido, se scritto sempre nel rispetto della continenza verbale e del rispetto della dignità dell’interlocutore. Brandire querele e diffide, specie per chi ha gli strumenti e il ruolo per utilizzarli come minacce, è un modo diverso di praticare violenza e limitare libertà costituzionalmente garantire. E’ arrivato il momento che anche le istituzioni intervengano concretamente per restituire serenità a migliaia di persone che fanno semplicemente il proprio lavoro”.

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