Libri, esce il 18 novembre "Una fimmina calabrese, così Lea Garofalo sfidò la 'ndrangheta"

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  14 novembre 2022 17:46

Uscirà in libreria il 18 novembre il libro del giornalista Paolo De Chiara "Una fimmina calabrese, così Lea Garofalo sfidò la 'ndrangheta". Il libro è arricchito dalla prefazione del magistrato Sebastiano Ardita e dalla postfazione del giornalista Cesare Giuzzi.

Lea Garofalo è nata in Calabria, a Petilia Policastro il 24 aprile 1974, è morta il 24 novembre 2009 a Milano. Uccisa, strangolata e poi bruciata dal clan ‘ndranghetista capeggiato da Carlo Cosco,  suo compagno e padre di sua figlia Denise, dall’omertà e dalla solitudine. La morte di Lea non ha sorpreso nessuno, tutti sapevano che sarebbe accaduto, tutti sapevano anni prima della sua morte che Lea era stata condannata. La morte di Lea a distanza di anni è diventata un grido e un inno alla giustizia, ma doveva essere la sua vita a gridare, non la sua morte.

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«Le mafie, sino a oggi, hanno ucciso più di 150 donne», dichiara De Chiara, «Solo grazie alle fimmine è possibile immaginare un futuro diverso per questo Paese, un futuro senza il puzzo opprimente di queste organizzazioni criminali, che possono tutto per la loro immensa potenza economica e militare».

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“La mafia non esiste” sostengono alcuni, ma sappiamo quanto questa dichiarazione sia non solo falsa ma anche violenta. «La mafia esiste e uccide, soprattutto le donne», dichiara l’editore Salvo Bonfirraro, «Donne come Lea, una donna sola, vittima delle circostanze, vittima del sistema criminale che non ammette e non consente opposizioni e che elimina ogni ostacolo alla sua ascesa». 

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Una donna il cui grido è stato afono finché viva, una donna che solo la morte ha reso credibile.

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