L’importanza del ricordo e l'esercizio della memoria: all'IC Manzoni Augruso di Lamezia la "Giornata della legalità"

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images L’importanza del ricordo e l'esercizio della memoria: all'IC Manzoni Augruso di Lamezia la "Giornata della legalità"

  30 maggio 2024 15:18

L’importanza del ricordo e dell’esercizio della memoria, per migliorare la nostra vita e il nostro impegno sociale. E’ questo il messaggio lanciato ai giovani dai rappresentanti delle istituzioni che hanno partecipato alla Giornata della Legalità, tenutasi il 29 maggio all’IC Manzoni-Augruso, diretto dalla preside Antonella Mongiardo.

Una cerimonia solenne e ufficiale, ma, nel contempo, densa di carica umana ed emozionale, che ha calamitato l’interesse dei giovani alunni, entusiasmandoli e coinvolgendoli attivamente per oltre due ore, nell’aula magna gremita di alunni, insegnanti, rappresentanti della giustizia, delle forse dell’ordine, del mondo delle associazioni e delle professioni.

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L’iniziativa del 29 maggio, fortemente voluta dalla dirigente Antonella Mongiardo e organizzata dalla referente alla legalità della Manzoni-Augruso, Giovanna Folino, è stata definita da molti come una delle pagine più alte e significative della scuola lametina.  Durante il convegno, moderato dal giornalista Pasqualino Rettura, sono intervenuti il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio, il Dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Lamezia Terme Antonio Turi, il Tenente colonnello Gianluca Zara, comandante del gruppo Carabinieri di Lamezia Terme, accompagnato dal maggiore Christian Bruscia, l’avv. Giuseppe Isabella, presidente di AIGA (associazione italiana giovani avvocati) sezione di Lamezia, l’avv. Serena Perri, consigliere Ordine avvocati, l’avv. Domenico Villella, consigliere Camera penale. Tra gli ospiti, la dottoressa Maria Gaetana Ventriglia, ex commissario capo in quiescenza, le signore Rosetta Ferlaino e Giovanna Gallo, rispettivamente figlia e nipote del magistrato Francesco Ferlaino, al quale è stato dedicato un cortometraggio realizzato dagli alunni della scuola.

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Assente il sindaco Paolo Mascaro, impossibilitato a partecipare per impegni istituzionali.

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Sulle note dell’inno di Mameli si è aperta la giornata della legalità alla Manzoni-Augruso, “con qualche giorno di posticipo - ha detto la dirigente scolastica Antonella Mongiardo nel suo saluto iniziale – rispetto alla giornata nazionale del 23 maggio, data in cui ricorreva il 32° anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Anche la nostra scuola si associa, oggi, al ricordo di quegli uomini, eroi della nostra Repubblica, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta alla criminalità organizzata; ma nel contempo- ha precisato la preside- desideriamo rendere omaggio e dire grazie a tutte le persone che nella loro vita di ogni giorno, senza necessariamente essere eroi, si impegnano a rispettare e far rispettare i valori della legalità, della giustizia e della civiltà”.

Nel corso della mattinata, gli autorevoli interventi sono stati intervallati dalla musica e dai brani curati dei docenti di strumento della Manzoni, Antonio Viscomi e Vincenzina Pagani. E’ stato molto apprezzata dai presenti l’esibizione della giovanissima cantante alunna della scuola, Francesca Cristiano, accompagnata dall’insegnante di canto Alina Caruso, che ha interpretato un brano inedito del cantautore romano Alessio Caterini dal titolo "22 volte", ovvero quanti furono i colpi sparati dagli assassini.

Il giornalista Pasqualino Rettura ha ricordato le vittime lametine della criminalità, Pasquale Francesco Ferlaino, Giuseppe Bertolami, Antonio Raffaele Talarico, Pietro Bevilacqua, Salvatore Aversa e sua moglie Lucia Precenzano,  Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte. Antonio Turi si è soffermato sull’importanza della prevenzione e dell’educazione delle giovani generazioni, a partire dalle aule scolastiche. “Questa giornata – ha detto- è il punto d’arrivo di una serie di percorsi formativi svolti in collaborazione tra la Polizia di Stato e le scuole del territorio. Riteniamo molto importante educare voi giovani alla legalità, insieme ai professori, per avviarvi alla conoscenza di quella cultura della legalità che può e deve fare la differenza, specialmente in territori come il nostro. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il compito di trasmettervi la conoscenza del rispetto delle regole e di formare la coscienza di quelli che saranno i cittadini del futuro”.

Turi ha rievocato, quindi, il celebre discorso che Paolo Borsellino pronunciò il 23 giugno 1992, in occasione del  trigesimo della strage di Capaci al chiostro di San Domenico, a Palermo: “La lotta alla mafia (il primo problema morale da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, che coinvolgesse tutti, specialmente le giovani generazioni, le più adatte, proprio perché meno appesantite dai condizionamenti e dai ragionamenti utilitaristici che fanno accettare la convivenza col male, le più adatte cioè, queste giovani generazioni, a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”.

Il procuratore Curcio ha parlato dell’importanza della memoria, “che non deve essere mai fine a sé stessa. L’ esercizio della memoria – ha detto - deve essere sempre proiettato a migliorare la nostra vita, il nostro impegno sociale e ad accrescere in noi quel senso di appartenenza che ci deve accompagnare nel corso della vita. Oggi abbiamo la fortuna di avere con noi la figlia di Francesco Ferlaino. Non molti sanno che tra i primi magistrati ad essere stati assassinati in Italia ci fu un magistrato calabrese, Francesco Ferlaino, che era avvocato generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, impegnato nei primi processi di criminalità organizzata”.

Il Procuratore ha ricordato, quindi, la storia di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, gli uomini della scorta e altri operatori di giustizia che sono stati immolati nella lotta al crimine, tra cui il giudice Scopelliti e il capitano Basile. “Con queste persone – ha detto Curcio rievocando le parole di Paolo Borsellino: “noi abbiamo un debito d’onore e questo debito dobbiamo pagarlo quotidianamente, con gioia, facendo tutti quanti, fino in fondo, il nostro dovere, qualunque sia il prezzo da pagare”.

Il Procuratore, ha ricordato, inoltre, alcune vittime morte a Lamezia per mano della criminalità, come Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, due netturbini vittime innocenti della 'ndrangheta, uccisi il 24 maggio del 1991.  “Spesso si dice, di chi viene ucciso, che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma a me non piace questa espressione, preferisco pensare che chi fa il proprio lavoro si trova sempre nel posto giusto al momento giusto; sono, invece, i delinquenti a trovarsi nel posto sbagliato, perché sottraggono alla vita e all’affetto dei familiari onesti cittadini, impegnati a fare il proprio dovere”. 

Curcio ha, infine, sottolineato la necessità di combattere la logica, purtroppo molto diffusa tra i calabresi, che per arrivare all’obiettivo è lecito qualsiasi mezzo” e ha rimarcato lo spirito che deve animare i professionisti del diritto e della giustizia. “Il senso di equilibrio e l’umanità devono animare l’attività di ciascuno di noi- ha detto- gli operatori di diritto dobbiamo tutti imparare a non fermarci alla mera apparenza delle norme, a vedere il diritto oltre le norme, la giustizia oltre l’ordinamento, la carità oltre la giustizia”.

Il comandante Zara si è soffermato sull’importanza di dare il buon esempio nella vita quotidiana “ perché – ha detto - sono i modelli di onestà e di legalità quelli a cui dobbiamo ispirarci e non gli esempi negativi”. Zara ha rimarcato poi l’importanza dello  studio, come strumento di libertà, per poter fare nella vita delle scelte giuste, decise e consapevoli. “Non bisogna mai farsi ingannare - ha detto Zara- da chi induce gli altri a seguire strade illusorie di facili guadagni, per non essere complici di un sistema sbagliato e pericoloso. Ed è attraverso lo studio e la cultura che acquisiamo gli strumenti per poter scegliere in modo consapevole la strada giusta ed essere cittadini liberi”.

Gli avvocati, nei loro interventi, hanno sottolineato come la legalità consista nell’avere atteggiamenti, azioni, pensieri e parole conformi alle leggi e, soprattutto, significa  essere capaci di azioni rispettose delle regole, essere responsabili nei confronti della comunità esercitando sempre e comunque la propria libertà.

E’ statorimarcato, infine, come la scuola riveste un ruolo fondamentale per trasmettere, con la cultura e la formazione, il senso di legalità alle giovani generazioni.

Parole di commozione e di gratitudine per la bellezza dell’iniziativa sono state espresse da Rosetta Ferlaino, figlia del magistrato a cui è stata dedicata una via di Lamezia, sede della scuola Manzoni-Augruso.

 

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