L'inchiesta sulle commissioni e le Regionali: le variabili sul destino del Comune di Catanzaro

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  26 dicembre 2019 10:11

di GABRIELE RUBINO

La politica catanzarese sta vivendo un’impegnativa fase di assestamento. La scossa causata dall’inchiesta sulle commissioni in cui è rimasto impelagato quasi tutto il Consiglio comunale ha avuto un effetto evidente. Non c’è più agibilità, nel senso che dalla maggioranza alla minoranza ci si è tutti trincerati dietro a un silenzio dettato dal “fardello” di essere indagati per condotte che colpiscono parecchio in negativo l’opinione pubblica. Futuri rinvii a giudizio, o anche solo richieste di rinvio a giudizio potrebbero decimare l'assemblea municipale catanzarese. Esattamente a metà della consiliatura è arrivato il classico momento spartiacque che inevitabilmente ne segnerà il prosieguo, su cui incideranno comunque le prossime elezioni Regionali. Il termine per presentare le liste scade a mezzogiorno di sabato. Poi di fatto ci saranno soltanto una ventina di giorni di vera campagna elettorale prima del voto del 26 gennaio.

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La lunghissima fase di trattative sul candidato alla Presidenza ha un vincitore politico. La strategia di Domenico Tallini ha prevalso su tutte le altre con l’investitura di Jole Santelli, andando contro le ambizioni dello stesso sindaco Sergio Abramo che fino all’ultimo ci ha provato. Più che scelta dal "fato", sono state le regole della politica alla Santelli. Regole dei partiti care a Tallini. Il coordinatore provinciale azzurro potrà modellare la lista di Forza Italia a misura delle sua ri-elezione a Palazzo Campanella. Ne dovrebbe fare parte anche Frank Mario Santacroce, marito dell’assessore all’Urbanistica Modestina Migliaccio. Claudio Parente, più inserito in discorso di futuro assessorato alla Cittadella, si occuperà dell’altra lista del centrodestra, Casa delle Libertà. A cui potrebbe bussare Baldo Esposito, presente al debutto della Santelli ad inizio settimana, assieme a Pino Gentile. Se la porta resterà chiusa non resta che rivolgersi all’Udc, sulla carta però l’alleato più debole nella compagine del centrodestra. La Lega candiderà il coordinatore cittadino Antonio Chiefalo e il consigliere comunale e provinciale Filippo Mancuso. Sul risultato di quest’ultimo c’è una partita nella partita. Mancuso fa parte del gruppo del sindaco Abramo. Qualora la sfida si rivelerà vincente una fetta consistente della maggioranza al Comune passerà dall’azzurro forzista al verde leghista. Un secondo dopo ci sarebbero i presupposti per chiedere un rimpasto della Giunta.

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Difficile da decifrare è la posizione di Enzo Ciconte. Convinto sostenitore di Mario Occhiuto quando ancora il sindaco di Cosenza era designato come candidato del centrodestra. Nelle ultime fasi il consigliere uscente, ex Pd, non ha lasciato trasparire le sue intenzioni. Sarà un rebus fino a sabato. Un percorso strutturato nei dem sembra invece esserselo costruito Roberto Guerriero che appoggerà la causa del fratello Fabio. Altra incognita è Sergio Costanzo. Il leader di Fare per Catanzaro si è esposto pubblicamente in favore di Pippo Callipo e da cinque anni sogna di poter riuscire in quello che ha sfiorato nel 2014. C’è ancora da trovare il posto dove poter ritentare la scalata a Palazzo Campanella.

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