di TERESA ALOI
Per intimorirlo gli era stata anche mostrata una pistola occultata all'interno di un borsello con l’avvertenza che se non avesse sistemato la propria posizione debitoria lo avrebbe sparato. Poi, recentemente, nel corso di una conversazione a luglio 2019, quegli avvertimenti di chiara natura intimidatoria: " Provvedi al pagamento altrimenti ti taglio la testa e te la faccio e carne macinata"”.
L’incubo di un commerciante di Cropani è racchiuso nelle 9 pagine del provvedimento che stamattina ha portato i carabinieri della compagnia di Sellia Marina ad eseguire due ordinanze di custodia cautelare, con l’accusa di usura ed estorsione, ai domiciliari, per Vittorio e Tommaso Raso, e una in carcere per Luigi Raso.
Un incubo che parte dal 2014 e va avanti fino a novembre 2019, quando, il commerciante decide di chiedere aiuto ai carabinieri della Stazione di Cropani.
“La prova dei fatti” sta proprio nelle dichiarazioni del commerciante che, ai militari racconta come nel corso degli anni 2010/2011, in seguito ad un incidente stradale nel quale era stata coinvolta l'ex moglie, si era trovato in difficoltà economiche che lo avevano indotto a rivolgersi ad una persona di Isola Capo Rizzuto che gli aveva elargito un prestito di circa 4.000 euro “con l'intesa di una successiva quantificazione degli interessi”.
“Nei mesi successivi – si legge nell’ordinanza - era riuscito a restituire la sola sorte capitale senza versare alcuna quota relativa agli interessi, anche per il sopravvenuto decesso del suo creditore. Tuttavia, dopo qualche mese era stato avvicinato dal cugino del defunto tale Raso Luigi, che gli aveva comunicato le ultime volontà del congiunto circa la restituzione degli interessi che gli aveva poi quantificato in una somma pari ad 20.000,00 euro . Dopo un'iniziale resistenza, era stato costretto a cedere ed aveva raggiunto un accordo che gli consentiva l'estinzione del debito mediante pagamento dilazionato di rate di 150,00 euro mensili, poi aumentate ad 250,00 euro”. L'ultima rata era stata corrisposta nel novembre del 2019 ed a causa delle difficoltà economiche del commerciante era stata di un importo inferiore rispetto a quella fino a quel momento concordata.
Sono tante le intercettazioni contenute nell’ordinanza e tutte dal tenore minaccioso.
“Eh ti sto dicendo che noi abbiamo preso un impegno, tu ogni volta stai facendo come vuoi tu, me lo dici chiaro chiaro come il discorso, è inutile che qua tiriamo la corda .... eh, non lo so boh .... Qua la situazione tira tira e la corda si spezza, meglio che te lo dico)”. O ancora. “È inutile che ci vediamo …. ci dobbiamo dire sempre le stesse cose? …. se tu sei in queste condizioni, io non lo so cosa devo fare, non so a chi mi devo rivolgere non lo so …. a prescindere dal fatto di tutto questo, è possibile che tu non sei riuscito in 10 mesi a raccogliere 100 euro … tu ti sei preso troppa confidenza e sei menefreghista te lo dico io. Io mi sono sempre comportato bene con te e questo è stato l’errore che ho fatto io”. Un incubo e non solo a parole.
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