Le sigle sindacali dei dirigenti medici incalzano la struttura commissariale e il dipartimento Tutela della Salute
28 maggio 2020 17:29"Il Decreto-Legge 18/2020 convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27, addirittura nel suo primo articolo incrementa le risorse destinate ai fondi contrattuali della Dirigenza Sanitaria e del Comparto. Ai fondi contrattuali per le condizioni di lavoro di queste categorie destina infatti risorse finanziarie finalizzandole al personale direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenza Covid-19". Lo scrivono in una lettera AAROI EMAC Dr. Domenico Minniti; ANAAO ASSOMED Dr. Filippo Maria Larussa; ANPO Dr. Giuseppe Poeta; CGIL Medici Dr. Francesco Masotti; CISL Medici Dr. Nino Accorinti; FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) Dr. Armòdio Lombardo; FVM Dr. Gianluca Grandinetti
"Per gli operatori sanitari della Calabria, la cifra stanziata dal Governo a questo scopo, è pari ad € 7.993.950. Non specifica, la norma, in che modo debbano essere ripartite le quote né come debbano essere individuati i destinatari delle stesse. Il Governo ha lasciato all’autonomia negoziale delle regioni la facoltà di farlo. Molte sono le regioni che hanno avviato e concluso il confronto con le parti sociali. Molte sono ancora in fase di trattativa, e comunque a buon punto. Alcune invece, evidentemente convinte che gli enormi sacrifici psico fisici ed anche economici di medici, infermieri ed OSS possano essere semplicemente compensati con una pacca sulla spalla e l’appellativo di eroe, nonostante le gratifiche stanziate siano già la, pronte, sono ferme al palo. In attesa di non si sa esattamente cosa". Prosegue la nota dell'intersindacale. "E la regione Calabria - scrivono ancora- è naturalmente tra queste, distinguendosi, al solito, per immobilismo ed indolenza, salvo essere particolarmente solerte quando si tratta di limare, a favori dei propri consiglieri, le norme relative ai vitalizi degli stessi. Come ad esempio accaduto nella recente seduta del Consiglio regionale. Non avremmo certo preteso (ma ad onor del vero ce lo saremmo anche aspettato) che, in linea con quanto deliberato da altre regioni maggiormente attente nel valorizzare le proprie risorse umane, anche la Calabria integrasse con proprie risorse l’incremento dei fondi del Governo destinati al disagio dei lavoratori esposti al rischio biologico".
"Ma almeno la dovuta convocazione delle parti sociali per avviare il confronto, beh, questo sì. Ed invece, ancora... Brillano, naturalmente si fa per dire, per la scarsa intelligenza relazionale - affonda l'intersindacale dei medici- sia la Struttura Commissariale sia il Dipartimento Tutela della Salute. Nonostante i solleciti delle scriventi Organizzazioni Sindacali su argomenti delicati quali la sicurezza dei lavoratori del Servizio Sanitario regionale correlata al Covid-19, o su materie oggetto di Confronto Regionale ex art. 6 comma 1 lettera “h” del vigente Contratto Collettivo Nazionale di lavoro Area Sanità, quale la modalità di ripartizione delle quote di cui al DL 18/2020, nessun cenno di riscontro alle stesse è pervenuto. E sì che dalle richieste ufficiali sono trascorsi quasi due mesi. Manca evidentemente - continua l'intersindacale- quel minimo di garbo istituzionale dovuto alle relazioni sindacali, incipit queste ultime di tutti i CCNL fin qui scritti che la parte pubblica, in Calabria, o non ben conosce o si ostina ad ignorare. Ed è anche fastidioso constatare come la nostra controparte, già condannata una volta dal Giudice del Lavoro di Catanzaro per comportamento antisindacale (sic!) perseveri in simili atteggiamenti".
"Abbiamo atteso pazientemente che scemasse l’emergenza Covid-19 per ribadire la nostra offerta di collaborazione, tanto alla Struttura Commissariale quanto al Dipartimento Tutela della Salute. Un’ offerta finalizzata al miglioramento della qualità del Servizio Sanitario, delle condizioni di lavoro e della sicurezza dei Dirigenti dell’Area Sanità della Calabria. Massima disponibilità, la nostra. Ma anche la pretesa del rispetto, da ambo le parti, dei diritti e dei doveri negoziali. Sappia perciò la parte pubblica - concludono- che l’assenza di ulteriori riscontri porterà presto a far sentire in ben altre sedi, oltre quelle mediatiche, la voce delle scriventi Organizzazioni Sindacali di categoria".
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