L'Intervento. L'avvocato Conidi: "La sicurezza di un Procuratore non può essere rimessa ai soliti noti"

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L'avvocato Maria Claudia Conidi
  18 giugno 2020 20:10

di MARIA CLAUDIA CONIDI*

Tu quoque Brute,fili mi! Il nemico gioca sempre in casa.

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Mi fanno davvero rabbrividire le ultime notizie  sulla pericolosità in cui versa il nostro Procuratore Gratteri, avendo appreso come in passato ,anche gente della sua scorta personale  metteva  a conoscenza terzi delle sue abitudini personali sull’uso dell’ auto allo stesso assegnata ,del fatto che la guidasse lui stesso e dove intendesse parcheggiarla.

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Ci troviamo di fronte a una giungla di sabbie mobili dove chi dovrebbe essere blindato e sicuro è invece oggetto nelle mani dei nemici e di chi dovrebbe perseguire a suon di misure cautelari-  Mi meraviglia come tutto ciò sia solo oggetto di articoli locali e non se ne senta a livello nazionale. Sulle reti Mediaset ,ma anche in Rai , si parla di altre cose molto meno allarmanti-

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Poi ricordando chi regge quelle reti , mi viene logico capire come mai non se ne parli. Ogni volta che vado in Procura cerco di parlare col Dr Gratteri e diligentemente mi metto ad aspettare ,sperando di vederlo spuntare dalla sua stanza dove si rintana vessato da ogni incombente di lavoro. Costantemente si viene redarguiti da chi sta dietro la sua porta a garantire la sicurezza del capo.Ma poi leggendo quello che appare da intercettazioni e dunque da fonti più che certe, capisco che poi tutta questa sicurezza non c’ è mai stata. A mio avviso le scorte dovrebbero  funzionare a rotazione ,cioè mutare nei loro componenti  nel breve periodo, con estrazione di gente da parti diverse dell’Italia che non possono essere avvicinate o comunque costituire un punto d’appoggio o aggancio per qualsivoglia soggetto malavitoso o semplicemente malintenzionato. Sarebbe una garanzia in più, secondo me.

I miei “clienti” collaboratori di un certo livello, tutti m hanno sempre detto  la stessa cosa: i mafiosi sanno tutto perché hanno agganci all’interno degli Uffici. Ora mi rendo conto che è verissimo. Ma di cosa vogliamo parlare? Ancora c’ è chi si appiglia alla presunzione d’innocenza! Che faccia di c…era! per non dire altro! Io, da parte mia, opterei per la presunzione di colpevolezza. La penso come l’On. Alessandra Mussolini.Il mio orientamento ormai mi pare più che consono al clima di assoluta degenerazione nel quale siamo costretti a vivere.Continuerò ad attendere dietro quella porta, perché so che prima o poi il Procuratore avrà orecchi anche per me, come sempre è stato, come con tutti, anzi con troppi.

Purtroppo, secondo me, anche il Procuratore Gratteri ha  dovuto ascoltare troppe note stonate, ma ha saputo anche usare un diapason eccellente: la sua arguzia.

Che continui così, io, come tutti quelli che credono nella giustizia, sto dalla sua parte, aspettando fiduciosa d’incrociare il sorriso di un uomo che ha saputo stravolgere in poco tempo un mondo sommerso.

*Avvocato

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